Schifani: "Una task force per la Sanità, ecco cosa ho in mente"

Schifani: “Una task force per la Sanità, ecco cosa ho in mente”

La campagna di LiveSicilia.it e la risposta del governatore. Su personale Covid e assessore...
INTERVISTA AL PRESIDENTE DELLA REGIONE
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Presidente Schifani, ha sentito il grido di dolore della Sanità siciliana?
“Forte e chiaro e rispondo al vostro appello. Ci sono ottime realtà, ma anche vicende che provocano indignazione. Questo secondo aspetto deve cambiare. Ho letto le cronache della vostra campagna: i problemi al pronto soccorso, i pazienti stesi a terra… Come presidente della Regione, come siciliano, come utente della Sanità prometto che farò quanto in mio potere per eliminare situazioni del genere”.

Il presidente della Regione è in macchina, sta tornando da Enna, verso Palermo. “Ho presieduto a una iniziativa che sottolinea la collaborazione tra le due Università locali e l’Asp del luogo. Un esempio di sintesi e di cooperazione che rappresenta la mia idea: solo così, collaborando tutti, riusciremo a migliorare le cose in Sicilia”. La campagna di LiveSicilia.it si è, appunto, conclusa con un appello che interpreta un sentimento diffuso. A cui il governatore risponde.

Cosa si può fare, presidente?
“Cooperare per un obiettivo superiore, come dicevo, è il primo passo. Sono stato di recente al Policlinico e ho confermato l’impegno dell’impresa a consegnare i lavori definitivamente, con le certificazioni, entro novembre. Così è stata sbloccata l’impasse e, a Palermo, ci sarà, finalmente, un nuovo pronto soccorso, con sale operatorie e la degenza relativa alla chirurgia. E’ mio compito ascoltare quello che viene dal territorio e adoperarmi”.

Da dove si comincia?
“Sarò molto impegnato sul tema dei pronto soccorso e delle aree d’emergenza. E’ un problema che conosco non solo da politico, ma da paziente. E so quanto sia traumatico arrivare in ospedale, in un momento di fragilità, e non trovare risposte in un tempo congruo. Lo dico, specificando che il personale svolge il suo lavoro egregiamente e con grande spirito di sacrificio”.

Secondo lei, allora, qual è il problema?
“Sappiamo che c’è una questione di medici e figure che mancano e che continuano a mancare, nonostante i concorsi. Ma credo che, in più di una realtà, ci siano modelli organizzativi da rivedere. Mi riprometto di chiedere al neo-assessore alla Sanità, dal giorno dopo del suo insediamento, di costituire, all’interno dell’assessorato, una task force ristretta e qualificata che, in tempi brevissimi, realizzi un rapporto approfondito sullo stato dei luoghi di tutte le aree d’emergenza siciliane, sottolineando eventuali disfunzioni e soluzioni”.

Poi?
“Poi adotteremo soluzioni concrete e immediate. Le criticità, mi ripeto, le ho viste anche io e soffro quando si verifica un’offesa alla dignità delle persone e alla collettività”.

Lei, nel recente passato, ha elogiato la Sanità siciliana.
“Che ha offerto una prova straordinaria contro il Covid. E che, adesso, deve affrontare una delicata fase post-pandemica, valorizzando le eccellenze professionali che ha, sia nel pubblico che nel privato”.

E’ possibile, a riguardo, ipotizzare un coinvolgimento proprio del settore privato?
“L’urgenza è sempre stata gestita dal pubblico. Una eventuale estensione dovrebbe essere oggetto di una contrattazione e se ne potrebbe discutere soltanto in presenza di una intesa valida e condivisa, in grado di dare una risposta più efficace”.

L’emergenza Covid è finita, ma il virus c’è ancora e c’è una platea di professionisti che ha garantito un servizio necessario. Torneranno utili?
“Si deve tornare alla normalità, ma senza la paralisi di percorsi che si sono dimostrati efficienti anche in prospettiva futura. Credo che sarà essenziale, e mi pare che a livello nazionale l’indirizzo sia questo, non interrompere un rapporto di collaborazione con chi ha dimostrato competenza e spirito di abnegazione. E, sul Covid, sono d’accordo con lei: è saggio non abbassare la guardia”.

Ha in mente un nome per l’assessorato alla Sanità?
“Ho in mente il profilo di cui ho sempre parlato. Ci vuole una persona che conosca profondamente quel mondo e i suoi problemi. Nei prossimi giorni la rosa di nomi su cui sto ragionando si restringerà ulteriormente e ci sarà un nome”.

Chi?
“Qualcuno che, per la propria storia, possa garantire equilibrio, professionalità, competenza e la capacità di individuare soluzioni”. (Roberto Puglisi)


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