CATANIA – Nella ex piazza Duca di Genova, dopo gli scavi eseguiti per lavori di rigenerazione urbana, i ritrovamenti di possibili “mura federiciane” hanno alimentato una serie di nuove attese. “Gli scavi nella zona sono giornalmente seguiti da archeologi e possiamo tranquillizzare su questo tutti i cittadini“, dichiara l’archeologo Francesco Ardito, che ha in passato collaborato con la Sovrintendenza etnea.
Domenica scorsa, il Comune di Catania ha reso noto che “in piazza Cardinale Pappalardo, ex Duca di Genova, i ritrovamenti archeologici non fermano i lavori di riqualificazione”. A quanto sembra, però, i lavori sono già fermi. C’è una voce insistente che circola sul posto e tra gli esperti: “Questi ritrovamenti potrebbero riservare sorprese”.
Probabilmente si tratta di mura federiciane e la storia di quel tratto del territorio etneo è legato a doppio filo con la casa di Agata. Giusi Belfiore è presidente delle guide turistiche etnee: “Questi ritrovamenti sono un toccasana. Abbiamo bisogno di recuperare una città che conosciamo ma non vediamo – puntualizza Belfiore – un parco archeologico, secondo solo a Roma, che speriamo trovi finalmente una sua valenza. A pochi passi da qui c’è un busto della nostra Santa Patrona con una iscrizione importante”.
Il busto si trova in via Museo Biscari, a poche decine di metri dallo scavo di riqualificazione. La scritta è emblematica: “Qui la casa di Agata”. “E se la casa della nostra Patrona fosse qui, sotto il piano stradale?”.
Entrando al Palazzo Platamone esiste una pietra che introduce in un piccolo vano sotto il piano stradale inizialmente definito la casa di Agata, ma senza nessuna certezza e smentito poco dopo dal fatto che la famiglia abitasse dopo le mura federiciane. Mura, sembrerebbe, venute fuori dopo gli scavi in piazza Cardinale Pappalardo, ex piazza Duca di Genova.
Potrebbe essere il luogo dove insiste la casa della Santa Patrona e riservare nuovi ritrovamenti? I lavori di riqualificazione e decementificazione continueranno o cambierà tutto l’approccio d’intervento? In ogni caso per adesso tutto fermo, o quasi, in attesa delle decisioni della Sovrintendenza etnea. I turisti passano, guardano accennando un sorriso domandando: “Scavi archeologici?”. Al momento è troppo complicato rispondere.