È un partito “plurale” e più spesso si usa quell’aggettivo meno si comprende cosa significhi. Se non che all’interno del Partito democratico ognuno fa e dice ciò che vuole. Anche su questioni che sono o appaiono importanti. Una di esse è il Ponte sullo Stretto che da anni crea divisioni e contrasti di natura teologica, quasi si trattasse non di una grande opera edile ma di un atto della fede, di un mistero che probabilmente non si svelerà mai, perché magari il collegamento tra la Calabria e la Sicilia non si farà.
Ma intanto si dibatte e ci si divide litigando aspramente come capita in particolare sulle questioni astratte, di principio.
Sul Ponte il Partito democratico non è stato “plurale”. Ha avuto una posizione contraria unanime a Palermo e a Roma, di recente ribadita in Parlamento dal segretario regionale siciliano Barbagallo. Ora Cracolici si dichiara favorevole al Ponte e, come ovvio, ottiene il plauso della destra. Rispettabile la posizione del presidente della commissione regionale antimafia che ha il “merito” di riportare il suo partito alla categoria di “plurale”.
Ripensandoci bene tuttavia più che al senso di quell’aggettivo la vita travagliata del maggiore partito di opposizione rimanda a “Prova d’orchestra”, uno dei film di Federico Fellini. Lì ciascuno dei musicisti va per conto proprio e non c’è direttore in grado di riportarli ad unità nell’esecuzione dei brani. La posizione di Cracolici aggiunge poco o nulla al dibattito sul Ponte, semmai crea una crepa nel suo partito anche su questo argomento. L’ottimo deputato regionale avrà pensato che un orchestrale si fa notare di più se stecca che se esegue correttamente lo spartito.
Salvini e il ‘povero Occidente’
Salvini scende in piazza a difesa dei “valori” dell’Occidente. Se fosse indotto ad affidare la loro difesa a uno dei maggior esponenti della “internazionale nera,” l’Occidente sarebbe ridotto male proprio in riferimento ai valori che nei secoli lo hanno segnato. Naturalmente al vice presidente del Consiglio non interessa per nulla quello straordinario deposito di idee, principi e culture che hanno formato la civiltà di questa parte del mondo. Interessa semmai utilizzare la paura diffusa per ottenere qualche consenso elettorale in più. Da un piromane del resto non ci si può attendere che si attivi per spegnere il fuoco.
A come…. Autonomia e Ascarismo
Da una recente indagine demoscopica l’autonomia differenziata risulta accettata al Nord da più del 60% dei cittadini. Trattandosi della “secessione dei ricchi”, la percentuale è del tutto comprensibile. Al Sud e nelle Isole solo il 38% la considera positiva. Ed è già tanto, ma tuttavia non suscita sorpresa. La maggior parte dei concittadini interpellati di sicuro non conoscono la questione. Altri invece fanno prevalere l’appartenenza politica all’interesse della propria terra. Lo vuole, o dà l’impressione di volerlo, la destra al governo e questo basta per “giustificare” una posizione del tutto illogica.
Molto tempo addietro Giovanni Giolitti diceva di poter ottenere i voti di alcuni deputati del Sud in cambio di una rivendita di tabacchi o di una croce di cavaliere. Pare che l’ascarismo non sia del tutto scomparso.