Sel, il coordinatore Alparone: |“Bianco non è il centrosinistra” - Live Sicilia

Sel, il coordinatore Alparone: |“Bianco non è il centrosinistra”

Il neo coordinatore del partito di Vendola, eletto all'unanimità, parla a LiveSiciliaCatania e, sui rapporti con Orazio Licandro, è netto: “Per quanto ci riguarda, Sinistra per Catania è da archiviare”.

CATANIA – Finita una stagione, se ne apre un’altra. Il nuovo coordinatore provinciale di Sel è Francesco Alparone. Viene dal calatino, proprio come Claudio Grosso, l’uomo simbolo della recentissima, ma già archiviata, stagione del partito di Vendola a Catania. Il congresso del 30 novembre, celebrato in assenza della vecchia classe dirigente, che si é auto-dimissionata a poche ore dall’apertura dei lavori, mette fine ad una lunga stagione di “veleni” interni. Sel ritrova nei fatti una unità sostanziale. Ma anche un programma di risalita politico-elettorale fortemente accidentato.“Siamo arrivati all’unità – spiega Alparone a LiveSiciliaCatania – perché si è preso atto da parte di tutti della volontà di continuare a fare politica dentro Sel. Si è preso atto dell’utilità di questo strumento. Al di là delle discussioni, anche animate, che ci sono state nel passato, le differenze non erano poi così tante. Il congresso che è il luogo dove i partiti politici discutono di politica, ha avuto appunto questa funzione di dialogo”.

Ne è davvero certo?

“Questo è stato l’unico congresso di cui ho ricordo che ha messo al centro la politica. Ci sono stati tanti interventi, tutti parlavano del domani e nessuno si è soffermato su quanto accaduto ieri. Tutti quelli che si sono presentati al congresso avevano voglia di rilanciare il partito”.

È lecito parlare che vi siete spaccati proprio su Enzo Bianco?

“Guardi, ultimamente sono stato reggente a Messina, e ho avuto a che fare con Accorinti. Soprattutto per chi non è rappresentato, il rapporto con le amministrazione deve essere molto laico. Lo stesso deve valere con Bianco”.

Si spieghi meglio?

“Lui è stato, tutto sommato, un buon sindaco di questa città. Ho però qualche difficoltà ad immaginare che la sua azione amministrativa possa essere davvero incisiva per una città che nel giro di un anno ha perso 12 posizione nella classifica stilata dal Sole 24 ore”.

Come mai è così pessimista?

“Il motivo è legato alla sua coalizione, che ancora oggi abbiamo difficoltà a definire di centrosinistra. Lo schema che ha portato Bianco a diventare sindaco vede dentro una forza come il Megafono che ha raccolto il peggio del centrodestra. Riteniamo che qui possa avere ancora delle difficoltà. Il rapporto con Bianco va quindi ridefinito. Quante volte in questi sei mesi Bianco ha convocato la sua coalizione per discutere l’azione amministrativa?”.

Non lo chieda a me, per favore. Però Orazio Licandro dovrebbe essere il vostro rappresentante in Giunta?

“Intanto il congresso ha sancito una cosa, questo sia chiaro, la fine di Sinistra per Catania, almeno per quel che concerne Sel. Riteniamo che sia finita nel momento in cui gli elettori hanno hanno concesso il solo 0,6% a questo cartello. Come strumento è dunque inutile. Soprattutto in una fase in cui assistiamo all’azzeramento della sinistra. Sommando quei voti a quelli di CataniaBeneComune, il quadro è desolante”.

Appunto, vi coordinerete in qualche modo con la sigla di Matteo Iannitti?

“Assolutamente no, noi abbiamo in testa il rilancio di Sel. Non abbiamo la presunzione di essere autosufficienti. Per questo vogliamo aprire un percorso d’interlocuzione con la città tutta. Lo schema che ci vuole o con Bianco o pro Bianco a priori, lo rifuggiamo. Valuteremo le proposte del sindaco passo dopo passo. Incalzeremo con la nostra proposta politica, la stessa che, lo dobbiamo dire, è stata un po’ assente in città”.

Questo però sembra un giudizio durissimo contro chi ha amministrato il partito finora?

“Non la vedrei così. Io sono stato un dirigente regionale di questo partito e mi assumo qualsiasi responsabilità rispetto agli ultimi esiti elettorali. Però i numeri prodotti sul territorio catanese parlano da soli. Oggi c’è una nuova classe dirigente, il 70% non ha mai avuto la tessera o dei Ds o di Rifondazione. È tutta gente che si scommette con Sel per la prima volta. Mentre l’età media si è notevolmente abbassata. C’è tanto entusiasmo. A gennaio ci sarà pure la nascita di un nuovo circolo a Palagonia e rilanceremo l’attività a Riposto”.

E su Crocetta come la mettiamo, ancora non si è capita la posizione di Sel sull’amministrazione regionale?

“Inizialmente abbiamo aperto una linea di credito con lui. Purtroppo, però, abbiamo dovuto prendere le distanze dalla sua azione, denunciandone l’assoluta latitanza rispetto ai temi decisivi per la Sicilia. Di lui critico soprattutto che ha lasciati immutati quei meccanismi di gestione della macchina regionale che sono stati alla base del potere politico di Cuffaro e Lombardo”.

 

 

 


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