I soldi "a tuo padre li devi dare" | I magazzini del vecchio boss - Live Sicilia

I soldi “a tuo padre li devi dare” | I magazzini del vecchio boss

La consegna dei soldi a Santi Pullarà

Sequestrati tre locali nel rione Bonagia che sarebbero di proprietà dell'ergastolano Ignazio Pullarà

PALERMO – È una storia che inizia a metà degli anni Ottanta, quando Ignazio Pullarà era il capomafia di Santa Maria di Gesù. Un trentennio dopo finiscono sotto sequestro tre magazzini nel rione Bonagia.

Secondo il pubblico ministero Sergio Demontis, appartengono all’anziano boss di 81 anni, detenuto dal 1990 e condannato all’ergastolo per mafia e omicidio. Ignazio Pullarà avrebbe continuato a percepire gli affitti dei locali di via del Levriere che ospitano il Lucky Bar, il Centro Shopping e il supermercato Gs Carrefour.

Le attività commerciali sono totalmente estranee alle indagini patrimoniali. Il lavoro prosegue regolarmente con la differenza che verseranno l’affitto ad un amministratore giudiziario. Il sequestro è stato disposto dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale, presieduta da Raffaele Malizia.

Ad occuparsi della riscossione degli affitti sarebbe stato Antonino Macaluso, subentrati al padre deceduto. A loro volta avrebbero consegnato il denaro a Santi Pullarà, figlio di Ignazio, arrestato nel marzo 2016. I carabinieri del Ros avevano piazzato le telecamere in una rivendita di Marmi, in via Aloi, di proprietà di Gaetano e Francesco Di Marco, padre e figlio, arrestati entrambi. Le cimici registrarono il dialogo fra Gaetano Di Marco e Pullarà junior. “Tre… due e cinquanta” (3.250 euro ndr)”: il figlio del boss contava i soldi che aveva avuto ricevuto da Antonino Macaluso e destinati al padre: “…all’avvocato già glieli ha dati…”. Di Marco chiedeva: “… questi a tuo padre glieli devi dare?”.

Quando nel maggio 2013 un incendio accidentale distrusse il supermercato, ora riaperto, Pullarà era preoccupato. “Io sono nella merda… ha distrutto il market… e ora io come campo”. Le successive indagini patrimoniali confermerebbero i sospetti che dietro l’iniziale acquisto del terreno e la successiva costruzione dei magazzini ci siano la regia e il denaro del capomafia detenuto all’ergastolo.

 

 

 


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