Processo Saguto +11: la Cassazione ha emesso la sentenza

Saguto condannata (con meno accuse): nuovo processo per stabilire la pena

Silvana Saguto
Tutti i dettagli della sentenza della Cassazione

PALERMO – La Corte di Cassazione ha emesso il verdetto del processo Silvana Saguto+11. Per l’ex magistrato reggono alcune accuse di corruzione, ma sarà celebrato un nuovo giudizio di appello a Caltanissetta per ricalcolare la pena finale. I supremi giudici, infatti, hanno annullato con rinvio alcune parti della sentenza, mentre altre sono state cassate. Ciò significa che Silvana Saguto è stata ritenuta colpevole ma la pena sarà rivista al ribasso rispetto agli 8 anni, 10 mesi e 15 giorni che le erano stati inflitti. Di quanto sarà ridotta? Questo sarà il cuore del nuovo giudizio. Nel frattempo non andrà in carcere come nessuno degli altri imputati. La detenzione è prevista per pene superiori ai 4 anni.

Il nuovo processo a Silvana Saguto, difesa dall’avvocato Ninni Reina, riguarderà la rideterminazione della pena. Sin d’ora è certo che ci fu un patto corruttivo con gli amministratori giudiziari Gaetano Cappellano Seminara e Carmelo Provenzano. Regge, anche se l’accusa da concussione diventa induzione indebita a dare o promettere utilità, la storia delle pressioni subite da Alessandro Scimeca, amministratore dei supermercati Sgroi dove Saguto faceva la spesa senza pagare (effettuò un bonifico solo dopo l’esplosione dello scandalo).Per questi reati la sentenza diventa irrevocabile.

Caduti diversi falsi (alcuni nel merito, altri per prescrizione), tra cui quello nella procedura che riguardava il patrimonio della famiglia Rappa, e delle ipotesi di peculato (alcuni dei quali previa riqualificazione in truffa) relativi ai compensi pagati nelle amministrazioni giudiziarie. Molte di queste ipotesi erano contestate in concorso con Cappellano Seminara e con il marito della ex giudice, Lorenzo Caramma. Questi ultimi erano stati condannati rispettivamente a 7 anni e 7 mesi e 6 anni e due mesi. Le loro pene andranno ricalcolate, sempre al ribasso, in un nuovo processo.

Stessa cosa per Carmelo Provenzano, professore della Kore di Enna ed ex amministratore giudiziario, che aveva avuto tre anni. Dalla analisi dell’articolato dispositivo emerge che nei suoi confronti regge l’accusa di corruzione, ma sono venuti meno altri capi d’imputazione. Assolte definitivamente la moglie di Provenzano, Maria Ingrao, e la cognata, Calogera Manta. Erano tutti difesi dall’avvocato Lillo Fiorello. Prescritta la condanna a tre anni inflitta all’ex prefetto di Palermo, Francesca Cannizzo, dopo che il reato di concussione è stato derubricato in induzione indebita a dare o promettere utilità.

Per il tenente colonnello della Guardia di finanza Rosolino Nasca, all’epoca in servizio alla Dia, difeso dall’avvocato Giuseppe Gerbino, sarà celebrato un nuovo processo. La Cassazione ha, infatti, annullato con rinvio la condanna a 2 e 8 mesi per corruzione. Una posizione che si trascina anche quella di Saguto che con Nasca rispondeva del reato in concorso. Dunque anche per questo capo di imputazione si torna in appello. Annullata con rinvio sempre per ricalcolare la pena la condanna di Roberto Santangelo, pure lui amministratore giudiziario. Aveva avuto 4 anni e 2 mesi.

Annullata senza rinvio, e dunque assolto perché il fatto non sussiste, la condanna dell’avvocato Walter Virga (un anno e 4 mesi, era assistito dall’avvocato Enrico Sorgi): non regge l’accusa che avesse fatto lavorare la fidanzata del figlio di Saguto nel suo studio per ingraziarsi l’ex magistrato. Assolto definitivamente anche il preside della facoltà di Giurisprudenza di Enna, Roberto Di Maria, difeso dall’avvocato Renata Accardi.

Era settembre 2015 quando i finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria andarono a perquisire la casa e l’ufficio del magistrato. La Procura di Caltanissetta scoperchiò un pentolone maleodorante. Otto anni dopo arriva la sentenza che stabilisce la colpevolezza del magistrato. In mezzo c’è stata la sua radiazione dalla magistratura.


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