Spaccio, in manette i tre ricercati: blitz “Fossa dei leoni II” VIDEO

Spaccio, in manette i tre ricercati del blitz “Fossa dei leoni II” VIDEO

Uno era in un B&B di via Etnea

CATANIA – I carabinieri hanno portato in carcere gli ultimi tre ricercati dell’operazione “Fossa dei Leoni II”. Sono Sebastiano Marcello Girone di 30 anni, Giovanni Melchiorre Marco Lentini di 35 e Claudio Francesco Sciuto di 34 anni.

Le accuse

Le accuse, contestate a vario titolo ai 14 indagati, sono associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga. E gli arresti sono avvenuti in quattro province, ovvero Catania, Palermo, Enna e Cosenza. Gli arresti sono dei militari della compagnia di Catania – Fontanarossa.

Le catture

Girone e Lentini sono nel mirino dei carabinieri già da qualche giorno, dopo il blitz. E, forse sentendosi braccati dai militari, che avevano già fatto terra bruciata attorno a loro, si sono presentati spontaneamente al nucleo operativo della compagnia di Fontanarossa. Poi sono stati tradotti a Piazza Lanza. Sciuto invece è stato catturato. Era in un bed and breakfast di via Etnea. Nella sua camera, c’era una pistola scacciacani nascosta in un borsone, con i suoi effetti personali. Pure lui è stato tradotto a Piazza Lanza.

L’operazione

L’operazione, si ricorda, ha consentito di smembrare una fiorente piazza di spaccio articolata lungo il viale Grimaldi, nel quartiere Librino di Catania, conosciuta appunto come “Fossa dei Leoni”. Una zona storicamente riconducibile al clan “Cappello” di Catania, nella quale avrebbero agito anche alcuni degli arrestati.

La dinamica

Emblematiche le contromisure utilizzate dai pushers per evitare di essere sorpresi dalle forze dell’Ordine mentre garantivano il continuo approvvigionamento di crack, cocaina e marijuana ai numerosi acquirenti. Infatti, oltre a suddividere le quotidiane attività di spaccio in turni, con prefiltraggio dei clienti, sia gli spacciatori che le vedette avevano inventati un vero e proprio “codice segreto” per individuare gli stupefacenti: “camicie” per la cocaina, “crackers” per il crack e “giubbotto” per la marijuana.

Le “difese passive”

L’apposizione di vere e proprie “difese passive” nel luogo dello smercio di droga, una palazzina protetta da un portone abusivo, in ferro battuto e apribile solo dall’interno completavano l’intero “apparato”. Nel corso dell’attività investigativa, quali riscontri, i Carabinieri hanno eseguito complessivamente 26 arresti in flagranza di reato, sequestrato circa 67 kg di droga, in prevalenza marijuana, due pistole, un fucile e cartucce di vario calibro.

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