'Spugnina', 'Pennacchione', la mafia | Nuovo verbale del pentito Bisconti - Live Sicilia

‘Spugnina’, ‘Pennacchione’, la mafia | Nuovo verbale del pentito Bisconti

Filippo BIsconti

Depositato altre dichiarazioni di Filippo Bisconti. Si parla del mandamento di Santa Maria di Gesù

PALERMO – Sono cugini e si chiamano entrambi “Cosimo Vernengo”. E così per distinguerli in Corso dei Mille ricorrono ai soprannomi: “Spugnina” e “Pennacchione”. I nomi dei Vernengo, con il carico mafioso della loro vita che la Procura della Repubblica gli contesta, entrano nei verbali di Filippo Bisconti, capomafia di Belmonte Mezzagno e collaboratore di giustizia.

“Uno è figlio del dottore (Pietro Vernengo, storico boss, ndr) e l’altro figlio di Giuseppe”. Il verbale, reso ai pubblici ministeri Dario Scaletta e Felice Debenedittis, entra nel processo ai presunti componenti del clan mafioso di Santa Maria di Gesù.

Il figlio di Pietro è uno dei boss scagionati dopo anni di detenzione per la strage di via D’Amelio. Alcuni anni fa è tornato di nuovo in carcere. Si sarebbe dedicato al business delle pompe di benzina. Di recente è stato condannato in primo grado perché avrebbe imposto il pizzo alla famiglia dell’ex onorevole Gennuso, titolare di una sala bingo nel rione Guadagna.

Cosimo Vergengo fu presentato a Bisconti da “Giulio Gambino, uomo d’onore di Santa Maria di Gesù, credo che sia stato arrestato proprio con Giulio Gambino il famoso Pennacchione”. A sua volta il “Pennacchione” gli presentò il cugino “Spugnina, uomo d’onore di Santa Maria di Gesù, lui è stato arrestato per la vicenda Borsellino e poi è uscito, e quindi parlo di tre anni fa”. Si incontrarono “in una traversa di via Buonriposo che va a finire in via Oreto, io mi trovavo lì perché andavo a comprare dei ricambi per un furgone, vedo a tutti e due cugini davanti a dei negozi, agenzie non so cosa siano, ho attraversato la strada e mi sono fermato e il ‘Pennacchione’ mi ha presentato ‘Spugnina’”.

Bisconti parla anche di Franco Urso, figlio di Giuseppe Urso, un altro degli scagionati dall’eccidio di via D’Amelio. Urso jr, condannato per avere ferito Luigi Cona, vicenda che avrebbe scatenato la follia che portò all’omicidio di Mirko Sciacchitano, aveva “cercato” Bisconti. Lo incontrò “insieme a Natale Gambino (altro boss della vecchia guardia, ndr), “perché voleva una raccomandazione” con un grosso distributore di prodotti petroliferi: “Volevano che ci trattasse ancora meglio con i prezzi e un pagamento più dilazionato. Bisconti ne parlò con “vasta, reggente della famiglia di Misilmeri” e gli imprenditori “dissero che a completa loro disposizione”. Il resto del verbale, datato 9 marzo 2019, è coperto da omissis come tanti altri riempiti dal neo collaboratore di giustizia.


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