Sudano bacchetta il governo: “La Regione non si è organizzata” - Live Sicilia

Sudano bacchetta il governo: “La Regione non si è organizzata”

La senatrice di Italia Viva è stata nominata responsabile nazionale delle politiche per il Mezzogiorno.

Due catanesi nell’Olimpo della governance renziana. Italia Viva si organizza mettendo mano al proprio organigramma nazionale e coopta due big siciliani: il deputato regionale Luca Sammartino (promosso nella cabina di regia) e la senatrice Valeria Sudano nominata responsabile per il Mezzogiorno. La senatrice assicura un impegno ancora maggiore sul fronte delle politiche finalizzate a colmare il gap tra Nord e Sud del Paese. Prima però bisogna fare i conti con l’emergenza sanitaria che, a suo avviso, la truppa musumeciana non sta affrontando nel migliore dei modi. Sudano boccia l’operato della Regione e traccia un quadro a tinte fosche della città di Catania “nave senza nocchiere in gran tempesta”. E assicura di non essere tentata dalle sirene della balena bianca 2.0 di Totò Cuffaro. 

Senatrice, Italia Viva si organizza a livello nazionale. Possiamo dire che dà segni di vita?

Va ricordato che a febbraio si è tenuta la prima assemblea nazionale nella quale sono stati eletti tutti i coordinatori provinciali d’Italia, poi è arrivata la prima ondata dell’epidemia e quindi abbiamo dovuto stoppare l’attività organizzativa territoriale. Poi si sono tenute le elezioni regionali e amministrative, infine il referendum. Adesso, finalmente possiamo occuparci dell’organizzazione territoriale di Italia Viva sebbene l’emergenza Covid non ci consenta di dedicarci al partito avendo davanti a noi problemi molto più seri da affrontare”.

Secondo lei il governo nazionale poteva fare di più per prevenire questa seconda ondata? Italia Viva in che modo si pone di fronte alle soluzioni individuate?

“Io penso che si possa sempre fare di più. E’ stato comunque fatto tutto quello che si riteneva più utile. La maggioranza è costituita da partiti diversi che si confrontano, magari spesso non abbiamo condiviso determinate scelte ma siamo forza di governo e ci assumiamo tutte le responsabilità del caso. Abbiamo previsto ingenti risorse destinate alle regioni per consentire che si preparassero alla seconda ondata”.

Secondo lei la Regione ha risposto all’appello?

“Secondo me è mancata l’organizzazione da parte della Regione che continua ad avere una visione sulla gestione dell’emergenza che non condivido. Due giorni fa si è tenuta una riunione con i sindaci della provincia etnea che hanno manifestato una posizione che condivido: sarebbe stato più utile attrezzare una struttura per l’emergenza covid piuttosto che individuare dei reparti nei singoli ospedali. Così facendo non si dà la possibilità ai malati di altre patologie di curarsi e, tra le altre cose, questo crea un’approssimazione continua, a mano a mano che aumentano i contagi e si sottraggono reparti”. 

Lei ha ricevuto la delega al Mezzogiorno, quali proposte pensa di mettere in campo per rilanciare il Sud e arginare, tema di grande attualità, il gap esistente in termini sanitari tra Nord e Sud del Paese?

“Ringrazio il partito per avermi dato questa possibilità. Mi sono già occupata di Mezzogiorno in Senato portando avanti una serie di iniziative come la continuità territoriale e la stabilizzazione dei precari nella sanità. Siamo indietro e sappiamo bene che se non cresce il Sud il Paese si ferma. Siamo intenzionati a portare avanti una serie di iniziative sulle infrastrutture e sgravi contributivi per chi viene assunto al Sud”. 

Passiamo alla città di Catania che al momento si trova senza una guida in un momento di emergenza molto delicato. Secondo lei l’amministrazione comunale regge il colpo o è spaesata? 

“Mi fa piacere che anche lei come me pensi che Catania sia senza una guida. E’ evidente che regna uno smarrimento generale nell’amministrazione della città di Catania, non c’è un linea comune su come affrontare l’emergenza e, soprattutto, non sento la voce della città che è autorità sanitaria locale. Questo mi rammarica perché viviamo già un’emergenza sociale ed economica e adesso dobbiamo fronteggiare anche il Covid”. 

Lei spera che i catanesi possano tornare presto al voto?

“Mi auguro che, se la situazione non cambia, il sindaco Pogliese faccia un atto d’amore dimettendosi e consentendo alla città di andare al voto. Diversamente, mi auguro che Pogliese torni a fare il sindaco di Catania”. 

Un’ultima domanda. Italia Viva si è riorganizzata proprio nei giorni in cui Totò Cuffaro proponeva di ricostituire la Democrazia Cristiana. Un po’ le dispiace? Si trova tra l’incudine e il martello?

“Assolutamente no. Ho aderito a Italia Viva perché credo in questo progetto. Sono convinta che nella società c’è un grandissimo spazio per noi: ci rivolgiamo in primo luogo ai tantissimi che non vanno più a votare perché non hanno più una casa. Non possiamo utilizzare gli arnesi del passato ma dobbiamo usare un linguaggio diverso per attirare liberali, moderati e riformisti all’interno di una stessa casa comune.” 


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