Al processo d'appello che vede alla sbarra il presunto clan di San Lorenzo il neo collaboratore di giustizia del clan di Bagheria chiude la deposizione parlando di “cento fatti delittuosi su cui la Procura non sapeva niente prima”.

Le parole del collaboratore di giustizia Sergio Flamia aprono l'ennesimo filone investigativo. Qualcuno a Villabate, nel Palermitano, sarebbe stato picchiato. La regia della mafia dietro l'inquietante episodio. L'ex boss ne avrebbe parlato con un misterioso personaggio dei Servizi segreti.

Emanuel Rughoo Tejo, arrestato ieri assieme a Gaspare Ribaudo, è uno conosciuto negli ambienti della criminalità organizzata. È cugino del pentito bagherse che, quando era ancora boss, intervenne per toglierlo dai guai. Le intercettazioni che raccontano le tensioni e l'incontro chiarificatore.

Dall'incursione nel locale alle botte ai clienti, alle minacce di morte. Ecco come Gaspare Ribaudo ed Emanuel Rughoo Tejo, pregiudicati di Bagheria, avrebbero cercato di imporsi sul titolare di un disco pub.

Gaspare Ribaudo, 23 anni, ed Emanuel Rughoo Tejo, 38 anni, pregiudicati bagheresi, in arresto per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. Ex buttafuori di un locale che si trova alle porte della città, avrebbero preteso di lavorare in un'altra discoteca gestita da padre e figlio.

I familiari di “personaggi storici, che hanno fatto grossi crimini” a Bagheria e dintorni erano stati abbandonati. Cosa nostra non aveva più garantito il sostegno economico. Il racconto del pentito.

In contrada Torremuzza, a Santa Flavia, la polizia e i vigili del fuoco. Indagini in corso per accertare come Giovanni Nasca sia rimasto coinvolto nell'incendio. A lanciare l'allarme è stato un cacciatore.

Malviventi in azione nel negozio di abbigliamento per bimbi "La Coccinella" e a Bagheria, da "Cotton's Club". Gravi danni in entrambi gli esercizi commerciali. Indaga la polizia.

L'imprenditore reagì ai boss che erano andati a chiedergli il pizzo. E il clan di Bagheria lo aveva condannato a morte. A raccontare il restroscena è stato Sergio Flamia, collaboratore di giustizia che ha voltato le spalle al clan mafioso in provincia di Palermo.

Una fiammata ha travolto l'uomo di 65 anni che ha riportato ustioni sul sessanta per cento del corpo. E' ricoverato in gravissime condizioni all'ospedale Civico, la prognosi è riservata.

Dopo l'annuncio del pentimento in aula, a Palermo, le telecamere dei carabinieri hanno ripreso l'arrivo di una donna a casa del presunto capomafia di Villabate, Messicati Vitale: “II fatto di Nino?”. “Una bella perdita è”.

Sta facendo luce sulla cosca di Bagheria.

Carmelo Bartolone, un tempo uomo di fiducia di Bernardo Provenzano, era un morto che camminava. Lo sapevano tutti. La conferma arriva anche dalle intercettazioni che hanno portato all'arresto di Antonino Messicati Vitale, presunto capomafia di Villabate.

Zarcone, anche lui imputato, aveva chiesto di fare dichiarazioni spontanee l'ultima udienza del processo che si avvicinava alla sentenza.

ESCLUSIVO. Il primo verbale dell'ex capomafia di Bagheria, Antonino Zarcone, è datato 29 settembre. Parla di pizzo, armi, summit e dell'asse con i boss palermitani.