Traffico di cocaina, quella visita dei catanesi a Marsala - Live Sicilia

Traffico di cocaina, quella visita dei catanesi a Marsala

I contatti tra le due città e l'ombra del clan Cappello.
OPERAZIONE "FOX"
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3 min di lettura

CATANIA – Il collegamento della droga tra Marsala e Catania continua anche dopo l’arresto. Come emerge dalle carte dell’inchiesta Fox, che ieri mattina ha portato agli arresti di sette persone, i contatti dei catanesi con Marsala sono proseguiti anche dopo l’arresto di Agatino Abate e Carlo Frazzitta, con il sequestro di due chili di cocaina destinati a essere venduti, secondo gli investigatori, a Pietro Marino.

La visita nel bar

Proprio Pietro Marino è il collegamento con l’altra persona che spunta tra le carte dell’inchiesta, ovvero Vincenzo Fabio Licari. Tra Licari e Marino sono documentati diversi incontri, e secondo quanto si legge nell’ordinanza di custodia cautelare, Licari sarebbe responsabile di diverse cessioni di cocaina a spacciatori della zona di Marsala.

Il nome di Licari salta all’occhio dei Carabinieri nell’aprile del 2021, un mese dopo l’arresto di Abate e Frazzitta. In quei giorni gli investigatori sorvegliano il bar Pieruccio, a Marsala, e notano l’arrivo di due auto, una Panda e una Megane bianche, da cui scendono in totale sei persone.

Due di loro entrano nel locale e parlano con il titolare. Chiedono di vedere una persona. Il titolare del bar, allarmato, chiama Vincenzo Fabio Licari: “Ci sono quattro amici tuoi che cercano te, sono di Catania ma non sanno come ti chiami, uno con gli occhiali”. I catanesi, in altre parole, non sanno né il nome né com’è fatto Licari. Il quale si attiva subito per andare al bar.

Il controllo

In questo momento però intervengono i Carabinieri per identificare le sei persone. C’è il sospetto, si legge nelle carte dell’inchiesta, che “come accaduto in occasione dell’arresto di Abate e Frazzitta, avessero trasportato cocaina”.

Mentre i Carabinieri controllano i sei nel bar, Licari arriva e si mette a osservare in disparte. Telefona di nuovo al gestore del bar e gli chiede: “Ti volevano rompere il bar, volevano fare casino?”. Il gestore risponde: “No non facevano casino, hanno detto: ora devi chiudere, e si sono presi una bottiglia d’acqua”.

Il gestore dice anche di avere chiamato Licari perché aveva avuto paura: “Io ho paura, e ho pensato se puoi venire un minuto”.

I catanesi

Alla fine del controllo, emerge che i catanesi che cercano Licari sono Massimo Ferrera, Salvatore Giuffrida, Davide Tricomi, Antonino Grillo e Gabriele Francesco Giuffrida. Tra loro c’è anche Loris Carmelo Abate, figlio di Agatino, che già in passato faceva la spola con Marsala insieme al padre. Nessuno di loro, tranne Abate, è indagato in questa operazione.

Dei catanesi il gip scrive, nell’ordinanza di custodia cautelare: “È solo il caso di evidenziare che il suddetto Ferrera Massimo annovera diversi precedenti di polizia per furto aggravato e ricettazione, Tricomi Davide (cognato di Abate Agatino Lorenzo) ha precedenti di polizia per furto aggravato, ricettazione ed estorsione; anche Grillo Antonino risulta essere stato arrestato e sottoposto alla misura degli arresti domiciliari per furto e ricettazione”.

Di Salvatore Giuffrida si legge nelle carte: “Giuffrida, detto ‘Turi u gommista’, rappresenta il soggetto più interessante sotto l’aspetto criminale. Sul suo conto, alla banca dati delle Forze di polizia, figurano numerosi provvedimenti cautelari per associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Lo stesso, infatti, è sospettato di essere legato al clan catanese Cappello-Bonaccorsi”.

La visita all’autonoleggio

In quel momento, l’aprile del 2021, Marsala è zona rossa per il Covid. Per giustificare la loro presenza lì, i sei di Catania dicono di voler comprare un’auto. In seguito al controllo sono tutti portati al Comando Compagnia Carabinieri, in cui viene trattenuto Davide Tricomi.

Gli altri cinque si muovono verso l’autonoleggio Mari, dove si fermano fino al momento di andare a recuperare Tricomi. Ed è qui che le videocamere registrano il passaggio di un’auto con a bordo Licari e un’altra persona. Licari, visti i catanesi, fa loro cenno con un braccio e poi con gli abbaglianti, e i catanesi lo seguono.

“Alla luce dei fatti sopra ricostruiti – conclude il Gip – è innegabile che i catanesi si trovassero a Marsala al solo scopo di incontrare Licari e Marino”.


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