Trapani, Viola resta procuratore | Il Consiglio di Stato chiude la partita - Live Sicilia

Trapani, Viola resta procuratore | Il Consiglio di Stato chiude la partita

Il procuratore di Trapani, Marcello Viola

L'anno scorso il Tar del Lazio aveva accolto il ricorso di un altro magistrato, Giuseppe Fici. Ora la decisione è stata ribaltata. Le motivazioni della decisione.

TRAPANI – Sentenza ribaltata. Marcello Viola resta alla guida della Procura di Trapani. L’anno scorso il Tar del Lazio aveva accolto il ricorso di un altro magistrato, Giuseppe Fici.

Nel dicembre 2011 il plenum del Csm scelse Viola preferendolo a Fici, anche lui proposto dalla commissione per gli incarichi direttivi. Entrambi erano in servizio a Palermo. Poi, nel luglio dello scorso anno Fici incassò la vittoria davanti ai giudizi amministrativi. L’efficacia della sentenza fu, però, stoppata dal ricorso di Viola davanti al Consiglio di Stato. Che adesso ha ribaltato la decisione del Tar, accogliendo il ricorso presentato dall’avvocato Girolamo Rubino. Viola era e resta alla guida dei pubblici ministeri trapanesi.

Secondo Fici, la nomina del collega era viziata “per carenza di istruttoria, difetto di motivazione, disparità di trattamento, contraddittorietà, illogicità, irragionevolezza ed ingiustizia grave e manifesta. Il Csm non avrebbe affatto considerato tutta la documentazione”. Di parere opposto il Consiglio di Stato che ha così concluso: “Dall’esame del complesso degli elementi istruttori del procedimento di assegnazione, emerge chiaramente che il giudizio discrezionale impugnato in questa sede è comunque affidato ad una serie di ragioni che, come tali, appaiono sostanzialmente esenti da un diretto e manifesto sviamento di potere o da un palese errore di valutazione dei presupposti”.

Il Consiglio di Stato, oltre a ribadire la discrezionalità delle scelte del Csm, ricorda che l’organo di autogoverno della magistratura aveva sottolineato “le non comuni doti di preparazione, capacità di operosità, diligenza, equilibrio dimostrate da Viola nel settore requirente e in quello giudicante; l’alto acume investigativo, la capacità di coordinamento degli organi di polizia giudiziaria; l’eccezionale impegno nella riduzione dell’arretrato giacente presso la Pretura di Palermo con la definizione di 100.000 procedimenti; le sue esperienze presso la Procura di Palermo”.


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