Trentennale Dia: "Lotta alla mafia si vince rispettando lo Stato" - Live Sicilia

Trentennale Dia: “Lotta alla mafia si vince rispettando lo Stato”

La nascita della direzione investigativa è stato un punto di svolta nel contrasto alla criminalità organizzata
ANTIMAFIA
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PALERMO – La creazione della Dia, la Direzione Investigativa Antimafia, il 29 ottobre 1991 è stato un punto di svolta nel contrasto alla criminalità organizzata. Una giornata importante e che oggi festeggia il trentennale.

Antonio Balsamo: “Porterà con sé i valori di chi ha sacrificato la vita per lo Stato”

“La Dia anticipa la visione di Giovanni Falcone secondo il quale la lotta alla mafia si vince rispettando lo Stato di diritto, con la specializzazione delle indagini e instaurando un clima di fiducia e collaborazione tra i poteri dello Stato. Dia e Dna sono colonne di un unico edificio voluto da Giovanni Falcone che parlava dell’esigenza di ‘fronteggiare le organizzazioni mafiose attraverso l’organizzazione delle indagini”. Lo ha detto il presidente del tribunale di Palermo Antonio Balsamo aprendo il convegno su “Il ruolo dei magistrati nel contrasto alle mafie”, organizzato nell’ambito dell’iniziativa l’Antimafia Itinerante, progetto nato per il trentesimo anniversario della creazione della Dia. “La Dia porterà sempre con sé i valori di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Francesca Morvillo e delle donne degli uomini che hanno sacrificato la loro vita per lo Stato”, ha concluso. Al convegno partecipano tra gli altri la ministra della Giustizia Marta Cartabia, il capo della Dia Maurizio Vallone, il vicecapo del Csm David Ermini.

Alessandra Maddalena: “Organismo fondamentale nel coordinamento delle investigazioni antimafia”

“La Dia è un organismo fondamentale nel coordinamento delle investigazioni antimafia. La mafia è realtà complessa in cui soggetti diversi – politica, clan e imprenditoria – si saldano per creare una rete di potere parallela allo Stato. La risposta delle istituzioni deve essere coordinata e articolata se vuole essere efficace. Nel contrasto alla criminalità organizzata l’Italia è modello e fonte di ispirazione per l’Europa fin dagli anni ’80 grazie alla sua legislazione speciale, alle misure di prevenzione e al coordinamento investigativo, tanto che la risoluzione Onu del 16 ottobre del 2020, intitolata a Falcone, si ispira proprio a questi capisaldi”. Lo ha detto la vicepresidente dell’Anm Alessandra Maddalena al convegno su “Il ruolo dei magistrati nel contrasto alle mafie” organizzato nell’ambito dell’iniziativa l’Antimafia Itinerante, progetto nato per il trentesimo anniversario della istituzione della Dia. “Oggi l’antimafia – ha ammesso il magistrato – si trova ad affrontare un momento difficile per la crisi di consenso che vive la magistratura. Se la magistratura perde credibilità si indebolisce la lotta alla mafia per questo serve un processo di rigenerazione etica” Maddalena ha lanciato un allarme sul “rischio di penetrazione delle mafie nel tessuto economico e sociale anche approfittando della vulnerabilità dei protagonisti dei settori economici”.

Cafiero de Raho: “Maggiore circolazione delle informazione all’interno dei circuiti giudiziari italiani”

“Globalizzazione nel coordinamento delle indagini e dell’azione della magistratura a livello internazionale e maggiore circolazione delle informazione all’interno dei circuiti giudiziari italiani: sono alcune delle armi da usare nella lotta ai clan”. Lo ritiene li procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho intervenuto al convegno su “Il ruolo dei magistrati nel contrasto alle mafie” organizzato nell’ambito dell’iniziativa l’Antimafia Itinerante, progetto nato per il trentesimo anniversario della istituzione della Dia. “Il dato investigativo non è proprietà di un ufficio e una tempestiva informazione consente una più ampia capacità investigativa”, ha aggiunto. “A fronte delle nuove tecnologie usate dalle mafie noi rispondiamo con tavoli tecnici interforze: lo scopo è ad esempio – ha aggiunto – analizzare sistemi elettronici di pagamento che consentono somma più agevole del riciclaggio” De Raho ha parlato anche dell’impiego dell’intelligenza artificiale nelle indagini antimafia “specie in relazione alla vigilanza sull’uso dei fondi che arriveranno col Pnrr”.

David Ermini: “Alcuni episodi abbiano gettato discredito sulla magistratura”

“Non si può negare che l’opinione pubblica sia confusa e che alcuni episodi abbiano gettato discredito sulla magistratura, ma una reazione forte non è mancata né nel Csm né nella magistratura stessa. Quella italiana non è la magistratura degli scandali, la sua storia dice altro”. Lo ha detto il vicepresidente del Csm David Ermini intervenuto al convegno su “Il ruolo dei magistrati nel contrasto alle mafie” organizzato nell’ambito dell’iniziativa l’Antimafia Itinerante, progetto nato per il trentesimo anniversario della istituzione della Dia. “Ma sarebbe un errore dire che ciò che è accaduto è stato un incidente di percorso”- ha aggiunto, indicando poi nel riserbo nel rigetto di protagonismi, nel rispetto del ruolo che la Costituzione le assegna i cardini ai quali la magistratura deve ispirarsi.

Cartabia: “Contratto alla mafia deve essere mossa da aspirazioni e concretezza”

“L’azione di contrasto alle mafie deve essere mossa da grandi aspirazioni ma anche da concretezza, organizzazione, coordinamento e specializzazione come la nostra legislazione, divenuta modello in tutto il mondo, dimostra”. Lo ha detto il ministro della Giustizia Marta Cartabia intervenendo al convegno su “Il ruolo dei magistrati nel contrasto alle mafie” organizzato, nell’aula bunker dell’Ucciardone di Palermo, nell’ambito dell’iniziativa l’Antimafia Itinerante, progetto nato per il trentesimo anniversario della istituzione della Dia. Cartabia ricordando gli insegnamenti e “l’eredità imperitura lasciataci da Giovanni Falcone” ha parlato dell’esigenza ci costante aggiornamento dei metodi investigativi nelle indagini antimafia, tanto invocata dal giudice ucciso a Capaci, “perchè la mafia evolve le a linea della palma, come diceva Sciascia, ha da molto varcato i confini delle Alpi”. “Aggiornare il metodo di contrasto alle mafie significa ad esempio comprendere la specificità delle sfide che si pongono – ha aggiunto – Si è parlato del PNRR ma non possiamo dimenticare il problema delle tecnologie che sono sì strumento di azione criminale, ma anche mezzi di contrasto al crimine”. Cartabia ha anche parlato dell’importanza di “mettere in comune dei dati, le informazioni investigative che non possono restare ai singoli, perchè sono bene comune attraverso cui contestare le mafie” e della esigenza di agire su una dimensione transnazionale perchè è quello il teatro su cui si svolgono le mosse della criminalità organizzata” “Nella relazione della Dia – ha proseguito – si parla dell’uso delle criptovalute da parte dei clan, specie nelle operazioni di riciclaggio. In questo ambito abbiamo recepito una direttiva europea in materia su cui il nostro Paese stava rischiando una procedura di infrazione per un inspiegabile ritardo tre anni accumulato nel recepimento. C’è una certa trascuratezza nel recepire le normative europee che non è giustificabile”. Infine il ministro ha lanciato l’allarme sul pericolo che l’ingente mole di denaro in arrivo con il PNRR solletichi gli appetiti dei clan. “Si deve vigilare – ha concluso – perché legalità e sviluppo sono un binomio inscindibile. Non c’è sviluppo al di fuori della legalità”.

Orlando: “La Dia punto di svolta al contrasto alla criminalità”

“La Dia ha rappresentato un punto di svolta nel contrasto alla criminalità organizzata e oggi continua ad essere punto di riferimento fondamentale nella lotta alle mafie grazie al lavoro e al sacrificio di tanti uomini e donne delle forze dell’ordine che ne fanno parte”. Lo ha detto il sindaco di Palermo Leoluca Orlando che stamattina ha presenziato al convegno dal titolo “Il ruolo dei magistrati nel contrasto alle Mafie”, tenutosi nell’aula bunker del carcere Ucciardone che ha visto la partecipazione tra gli altri del ministro della Giustizia Marta Cartabia, del procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho, del vicepresidente del Csm David Ermini e del direttore della Dia Maurizio Vallone, organizzato dalla Direzione Investigativa Antimafia nell’ambito delle celebrazioni del trentesimo anno dalla sua fondazione. “L’anno prossimo – ha aggiunto Orlando – ricorderemo i trent’anni dalle stragi politico-mafiose del 1992. Ma i trent’anni di lotta alla mafia che avrebbero cambiato la storia del nostro paese sono cominciati pochi mesi prima quando il giudice Giovanni Falcone ideò, con straordinaria lungimiranza, la Dia di cui celebriamo quest’anno il trentesimo anno dalla sua fondazione”. Per il sindaco “l’organismo investigativo interforze è stato, inoltre, una coraggiosa innovazione che ha permesso di raggiungere risultati eccezionali. Che hanno contribuito a dare fiducia al paese nei momenti più bui e anche tracciato la strada al grande cambiamento culturale vissuto dalla città di Palermo”. Orlando ha sottolineato infine l’importanza della presenza al convegno di un gruppo di studenti che “costituisce la conferma della consapevolezza del fatto che occorre far comprendere ai giovani che la violazione del diritto da parte dei mafiosi mortifica i loro diritti e quelli di tutti”.


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