Mentre un convoglio russo di blindati di più di 60 chilometri marcia su Kiev, un reparto maternità vicino la capitale finisce nel mirino e in pieno centro a Kharkiv viene colpito dai razzi russi il palazzo del governo regionale e si contano almeno 10 morti, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky accusa la Russia di ‘crimini di guerra’ e si appella all’Europa in un drammatico videointervento alla plenaria straordinaria del Parlamento europeo. “Stiamo combattendo per i nostri diritti, per le nostre vite. Ora combattiamo per la sopravvivenza, che è la motivazione più forte. Ma combattiamo anche per essere membri uguali d’Europa. Senza l’Ue l’Ucraina sarebbe sola: abbiamo dimostrato la nostra forza. Provateci che siete al nostro fianco, che non ci abbandonerete. Mostrateci che siete veramente europei”.
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E se l’obiettivo dichiarato di Mosca continua ad essere ‘Smilitarizzare’ e ‘de-nazificare’ l’Ucraina, proteggere la Russia dalla ‘minaccia militare’ dei paesi occidentali e quindi proseguire l’offensiva fino al raggiungimento di “tutti gli obiettivi”, la Tass annuncia per domani il secondo round di colloqui alla frontiera con la Bielorussia sulle rive del Pripyat. Anche se il Cremlino chiarisce che è presto per una loro valutazione. L’attacco a Khariv fa dire al presidente Zelensky che questa è l’azione di ‘uno stato terrorista’, che nessuno perdonerà né dimenticherà.
“Sapevamo ci sarebbe stato un prezzo da pagare, ma la tragedia che stiamo vivendo è immane”, ha aggiunto. Poi ha accusato Putin di parlare di target militari ma continuare ad uccidere i bambini. E il presidente del Consiglio Ue Charles Michel riflette che l’Ue dovrà essere all’altezza del momento: l’allargamento è un tema difficile perché ci sono opinioni diverse, ma la domanda di Kiev è legittima. E Ursula von der Leyen parla di ‘momento della verità’ per l’Europa, perché è in corso uno scontro tra democrazia e autocrazia. Sul campo, invece, un nuovo allarme arriva da un tweet del Parlamento ucraino, secondo cui unità militari bielorusse avrebbero varcato il confine entrando nella regione di Chernihiv.
In un videomessaggio alla conferenza sul disarmo di Ginevra, il ministro degli Esteri russo Lavrov accusa Kiev di cospirare per sviluppare il suo arsenale atomico, con una minaccia alla sicurezza internazionale. Secondo Lavrov, boicotatto dalle delegazioni, è “inaccettabile per la Russia che alcuni Paesi europei ospitino armi nucleari degli Stati Uniti. È il momento di rimandarle a casa”.
E mentre sul fronte sanzioni l’Europa ne impone oggi una senza precedenti, spiega il commissario per il Mercato interno Thierry Breton, con “l’interdizione di Russia Today e Sputnik sul mercato dell’Ue su tutti i media”; il premier britannico Johnson promette che l’Occidente è pronto a intensificarle “finché sarà necessario”. Londra ipotizza anche lo ‘sfratto’ della Russia dal consiglio di sicurezza dell’Onu.
In Italia, dove secondo una valutazione sono attesi 800-900 mila profughi, nella sua informativa alle Camere il presidente del consiglio Mario Draghi ribadisce la solidarietà del paese all’ Ucraina, attacca ‘il disegno revanscista’ di Putin e il ricatto nucleare e sottolinea la necessità di una reazione rapida, ferma, unitaria. Perché di fronte ad un’aggressione che ci riporta indietro di oltre 80 anni l’Italia non intende voltarsi dall’altra parte. Il premier spiega anche che si è risposto a Kiev perché occorre che un governo democraticamente eletto sia in grado di resistere all’invasione. Ed ora si deve procedere spediti nel cammino della Difesa comune europea, complementare alla Nato. Il governo è inoltre al lavoro per mitigare l’impatto di eventuali problemi alle forniture energetiche, spiega Draghi. Al momento non ci sono segnali di un’interruzione del gas. L’Italia importa circa il 95% del gas che consuma e oltre il 40% proviene dalla Russia. Nel breve termine, anche una completa interruzione non dovrebbe dare problemi. Ci sono ancora 2,5 miliardi di metri cubi di gas negli stoccaggi. Ma per diversificare si deve andare avanti con le rinnovabili, la capacità di rigassificazione e un possibile raddoppio del gasdotto Tap. E per lo stoccaggio del gas occorre un approccio comune della Ue.