Vera, la 25enne morta in campagna: c'è un altro rinvio a giudizio

Vera, la 25enne morta in campagna: c’è un altro rinvio a giudizio

È il fratello di un imputato

CATANIA – C’era un terzo uomo nel casolare in cui morì, il 19 agosto del 2023, Vera Schiopu. Venticinquenne moldava. Il corpo della ragazza fu rinvenuto con una corda stretta al collo in campagna a Ramacca. Sale a tre il numero dei rinviati a giudizio. Il terzo è Petru Balan, fratello di Costel, già sotto processo assieme a Georghe Ciprian Apetrei. Le posizioni potrebbero essere riunificate. Apetrei, fidanzato di Vera, è ritenuto dalla Procura l’assassino, mentre gli altri due sono accusati di esser stati complici.

È emerso subito, già all’avvio dell’inchiesta, che Petru Balan fosse presente nel casolare, quel giorno. Era lì perchè amico di Apetrei, non per suo fratello, da quanto è emerso. Viveva pure lui in quel casolare. Inizialmente però la sua deposizione fu acquisita come persona informata sui fatti. Ora è cambiata.

L’udienza di settembre

Il processo entrerà nel vivo il mese prossimo, quando il legale dei fratelli Balan, l’avvocato Alessandro Lapertosa, potrebbe richiedere l’unificazione dei due processi. In tal senso ci sarebbe un parere favorevole anche del pm, Alessandro Di Fede, ma lo si comprenderà solo in aula tra un mese. Apetrei è difeso dall’avvocato Michela Lapertosa.

La ragione per cui si propone la riunificazione è l’evidente connessione oggettiva tra le accuse, ma anche l’obiettivo di evitare che possano esserci ricostruzioni differenti dei fatti. Costel Balan, va ricordato, fu scagionato e scarcerato dal Riesame, perché avrebbe avuto un alibi.

La tesi di Apetrei: “L’ho trovata così”

Per l’accusa, nonostante l’autopsia abbia parlato di una morte per impiccagione, la ragazza sarebbe stata vittima di un brutale femminicidio. Apetrei è tuttora detenuto dal giorno dell’omicidio. I Balan sono a piede libero. L’ipotesi della Procura è che Apetrei, con l’aiuto dei Balan, abbia ucciso Vera e poi simulato il suicidio impiccandola.

Sul corpo di Vera vennero subito rilevate ferite non compatibili, così sostennero i carabinieri, con la tesi del suicidio. L’autopsia, come detto, ha stabilito che Vera è morta davvero impiccata. Solo che secondo la relazione autoptica, la ragazza era troppo ubriaca per suicidarsi. Apetrei non ha mai fornito una sua versione dei fatti. Le sue ultime parole, rivolte all’amico, sono state: “L’ho trovata così“.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI