Sicilia, vertice di maggioranza all'orizzonte: si parla di sottogoverno

Vertice di maggioranza all’orizzonte, sul tavolo le nomine di sottogoverno

E intanto all'Ars si ragiona sulla manovrina

PALERMO – L’incontro era previsto per il pomeriggio di oggi, giovedì 29 maggio, ma è saltato per l’indisponibilità di alcuni. Se ne riparlerà probabilmente nella prima settimana di giugno: i partiti del centrodestra siciliano si siederanno attorno al tavolo per aprire la carpetta delle nomine di sottogoverno.

Il vertice del centrodestra

Un rinvio che non ha provocato particolari irrigidimenti tra le forze di maggioranza. La novità, infatti, è che il governo abbia deciso di aprire il dossier caro ai partiti che presto dovranno approvare il testo varato dalla giunta Schifani, in un’aula dove il voto segreto è stato una costante nelle ultime settimane.

Il dossier delle nomine di sottogoverno

Lo scenario raccontato da LiveSicilia sugli umori nel centrodestra alla vigilia della manovrina ha portato ad un atteggiamento di apertura necessario da parte di Palazzo d’Orleans. Si punta a eliminare un ostacolo talmente grosso che potrebbe impedire al ddl Variazioni di bilancio di diventare legge. La regia è affidata al coordinatore di Forza Italia Marcello Caruso. Il puzzle non è di facile soluzione, anche perché negli anni il governo ha già fatto delle nomine in enti e istituti regionali, ma le prime tessere potrebbero trovare la loro giusta concatenazione in breve tempo.

Dai consorzi di bonifica ai consorzi universitari passando per gli Ersu, infatti, ci sono diverse caselle libere. In questi, come in altri enti, inoltre, ci sarà da nominare dei revisori dei conti. Un mondo di sottogoverno al quale i partiti guardano con interesse per aumentare il proprio peso specifico, anche perché le attese sulla manovrina vanno scemando con il passare dei giorni.

Ars
Palazzo dei Normanni

Una road map per la manovrina

All’Ars, intanto, vanno avanti da due giorni le trattative sugli emendamenti di maggioranza alla manovrina. Dal governo, all’ultimo vertice di maggioranza, era arrivata una indicazione di massima sull’utilizzo del budget di 25 milioni di euro per finanziare le proposte parlamentari: non più la micro-parcellizzazione vista in occasione dell’ultima Finanziaria, quando si è dato l’ok anche ad interventi da ventimila euro, ma proposte “di qualità” con emendamenti di almeno cinquecentomila euro ciascuno.

Un invito che non ha trovato terreno fertile e così, grazie anche alla mediazione dell’assessore all’Economia Alessandro Dagnino, ha preso corpo il rinvio degli emendamenti alla manovra ter che dovrebbe vedere la luce in piena estate, magari con un budget di spesa più grande. Sala d’Ercole darebbe così il via al testo della manovrina approvato dal governo, con qualche piccola modifica, e subito dopo a Palazzo d’Orleans inizierà il lavoro sulla manovra ter.

La strada è stata tracciata in questi giorni di sedute a Palazzo dei Normanni ma il tutto, come spiegano fonti di maggioranza, potrà concretizzarsi soltanto dopo la riunione che dovrà “mettere dei punti fermi” sul sottogoverno. Senza un passo avanti decisivo su questo fronte, nessuno sarà in grado di garantire l’approvazione della manovrina senza patemi.


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