CATANIA. Via Gallo l’ombra dello sfratto coatto e di un accordo che sembra lontano. Davanti alla sede della Prefettura etnea, stamattina, alcuni dei nuclei familiari che “abitano”, da ormai trent’anni, il palazzo al civico 4 della via Gallo, proprietà dell’Azienda Policlinico G. Rodolico – San Marco, hanno chiesto un incontro al Prefetto accompagnati dai rappresentanti del Sunia, regionale ed etneo e da quelli del Comitato Reddito – Casa – Lavoro, rispettivamente Giusi Milazzo, Agata Palazzolo e Lara Torrisi.
Il dopo pandemia è arrivato come uno tsunami sulle famiglie che occupano o abitano lo stabile.
Dopo un anno di trattative per evitare gli sfratti coatti, l’intervento della Prefettura, del Sindacato degli inquilini etneo, del Sunia Sicilia e del Comitato Reddito Casa Lavoro pareva essersi trovata una mediazione di compromesso con l’Azienda Policlinico, ma, qualche giorno fa, gli occupanti hanno ricevuto una comunicazione da parte dell’Azienda Policlinico con le somme che le famiglie dovrebbero pagare al Policlinico: è da lì che si arriva a quello che agli stessi abitanti era apparso come uno scherzo. Ma non lo è, anzi.
L’Azienda Policlinico G. Rodolico – San Marco chiede alle famiglie, per poter continuare ad abitare l’immobile, circa 800 euro al mese, in pratica, si è tornati a un punto morto.
“Una proposta, quella inviata alle famiglie da parte dell’Azienda Policlinico, irricevibile”, tuonano i Sindacati e il Comitato. “Una proposta inqualificabile – spiega Giusi Milazzo segretaria regionale del Sunia – una rateizzazione del “gettito” a vent’anni, ma con un canone d’affitto alto al quale si aggiunge, o si dovrebbe aggiungere, una fideiussione – continua Milazzo –: ma quale banca farebbe “fideiussione” a famiglie già disagiate?”. Sembra il gioco del gatto con il topo in poche parole.
“Una nota scandalosa – la definisce Lara Torrisi del Comitato Reddito/Casa/Lavoro – sa benissimo, l’Azienda Policlinico, le condizioni di forte disagio economico delle famiglie di via Gallo e nella nota si chiede loro fitti che arrivano a quasi 1000 euro al mese? Perché il Policlinico che dovrebbe dare centralità alla vita delle persone sta rovinando vita e salute dei nuclei familiari di via Gallo? Oltre a tutti i beni immobili, dello stesso Policlinico, abbandonati e lasciati allo sfacelo più totale”. Oggi, sotto la Prefettura, l’interrogativo che veniva sottoposto ai cronisti era: “Come può un ente pubblico, in un periodo dove le diseguaglianze crescono, dove migliaia di famiglie vivono in condizione di forte povertà e disagio, permettere di non utilizzare e lasciare al degrado, esempio proprio il palazzo di via Gallo trent’anni anni fa, un immenso patrimonio immobiliare e, oggi 2022, pensare di sfrattare famiglie che, in parte e con tutte le eccezioni del caso, se ne sono prese cura?”.
L’incontro in Prefettura, oggi, per tentare di tracciare una linea chiara e venire a capo di un percorso, che le famiglie di via Gallo hanno chiesto.
Una partita che pare essere solo all’inizio.