Quanti ricordi sotto l'ombrellone|Storie dai lidi di Mondello - Live Sicilia

Quanti ricordi sotto l’ombrellone|Storie dai lidi di Mondello

Racconti d'estate
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Nonostante i cambiamenti, quelli già realizzati e quelli previsti nel futuro, le cabine azzurre di Mondello resitono, come ultimi strenui baluardi di una realtà che deve scomparire. Ci sono loro e ci sono anche i bagnanti che da anni le affittano e le abitano. Filari di condomini balneari in cui ci si conosce bene, con cui si condividono le mattine e spesso anche i pomeriggi sonnecchiando sotto l’ombrellone oppure scambiando due battute sul tempo, le mode che vanno e vengono, di tutti i tipi, del malgoverno nazionale e cittadino e degli acciacchi. Giornate che trascorrono così, lente e inesorabili, tranquille, ed è anche questo uno dei pregi che i bagnanti riconoscono a questo posto. Così ad esempio la signora Gabriella, una bella signora sulla sessantina ben curata e distinta che racconta dei tanti anni ormai durante i quali trascorre le estati a Mondello. “Questo posto è davvero bello, specialmente a giugno e poi a settembre, quando ancora non c’è troppa confusione e la spiaggia e il mare sono puliti. L’altro pomeriggio ero con delle amiche, poca gente in spiaggia e in acqua, il mare calmo, quasi piatto e di un azzurro meraviglioso. E abbiamo pensato ‘ma che Maldive e Maldive, Mondello è davvero fantastica’. Certo non tutto è perfetto, ad esempio le cabine, per quello che si paga potrebbero essere tenute di certo meglio, curate, rinnovate”. Ma subito dopo la signora Gabriella ricorda che anche qui presto verranno abbattute per dare spazio agli ombrelloni e alle sdraio della spiaggia attrezzata. “Io però la preferisco così, per due motivi: innanzitutto è più economico, perché con un abbonamento trimestrale si hanno dieci ingressi da gestire, e poi perché lì sei costretto a stare fermo dove sono messi ombrellone e sdraio. Non ci si può  muovere. No assolutamente io preferisco così”. E il risparmio economico è ciò a cui guarda anche una giovane coppia, Giuseppe e Silvia, che con due bimbi piccoli al seguito, di cui una di pochi mesi, per il terzo anno consecutivo hanno scelto le cabine. “Certo non è proprio il massimo – dicono entrambi, quasi contemporaneamente – però alla fine ci si accontenta. In fondo si sta bene, si fa amicizia con i vicini di cabina e quindi si può stare sereni, e poi il posto è abbastanza tranquillo”. “Certo avrebbero dovuto lasciare le tettoie – aggiunge Silvia, mentre rincorre il bambino che scappa – perché soprattutto per i  piccoli è importante avere un po’ di ombra”.
Preferirebbero invece un lido un po’ più movimentato e a misura di giovani tre  ragazze univerisitarie, Rossella, Alessandra ed Eleonora. “La musica innanzitutto – dice Rossella – io porto la mia radio, almeno così creiamo un diversivo. E nessuno si lamenta, nemmeno le persone più grandi. Anzi. L’altra volta stavamo ballando e quando abbiamo smesso una signora ci ha detto ‘e perché avete finito?’ insomma non piace solo a noi ragazzi”. “Un’altra cosa che potrebbero mettere è un’are attrezzata per il beach volley, non sarebbe male – aggiunge Alessandra – sarebbe anche un modo in più per fare amicizia”.
Finita l’area di cabine inizia un altro mondo, fatto di sabbia sporca e mal tenuta, eppure la gente non manca, quasi assiepata e appiccicata l’una all’altra. È la spiaggia libera, dove volendo si può anche affittare una sdraio e un ombrellone. C’è la musica in diffusione, una lezione di acqua gym in acqua eppure le condizioni igieniche non sembrano affatto delle migliori. Qui tra i bagnanti c’è chi è più spregiudicato, anzi spregiudicata. Alcune donne sono sdraiate in topless, tra vicini di lettiga che tentano indifferenza, eppure ancora oggi una bella donna seminuda in piaggia fa sempre un certo effetto.
E poi le storie nelle storie. Tre musicisti rumeni dell’orchestra sinfonica del Politeama che in un momento di pausa fanno il bagno qui. “Sono ormai trent’anni che abitiamo a Palermo, diciamo che siamo palermitani. Siamo partiti dal nostro Paese in tempi non ancora sospetti, ma solo per lavoro, cioè per fare nuove esperienze – racconta Michail, che si definisce subito palermitano quando gli si chiede di dov’è, nonostante lo tradisca un lieve accento straniero -. A quell’epoca Palermo cercava musicisti bravi ed ecco che siamo arrivati noi”. Della spiaggia libera dicono che in fondo proprio male male non è, anche se è troppo sporca e perfino il mare. Però ci si può accontentare.


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