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Indagini concluse |Di Grazia ai domiciliari

Le indagini sul giallo della scomparsa di Mariella Cimò sono concluse ed ora la procura chiederà il rinvio a giudizio per Salvatore Di Grazia. All''uomo, arrestato lo scorso 26 novembre, il Gip su richiesta della procura ha concesso i domiciliari. Di Grazia, però, dovrà risiedere in un'abitazione diversa dalla villa dove viveva con la moglie.

Mariella Cimò

La donna scomparsa, Mariella Cimò

CATANIA – Colpo di scena per l’inchiesta sulla scomparsa di Mariella Cimò, la donna scomparsa il 25 agosto nel 2011 dalla sua villa di San Gregorio. Il Gip di Catania Alessandro Ricciardolo ha concesso gli arresti domiciliari a Salvatore Di Grazia. Il marito della donna lo scorso 26 novembre era stato arrestato con l’accusa di omicidio e soppresione di cadavere. Secondo la procura, guidata da Giovanni Salvi, la misura cautelare in carcere era fondata su due motivazioni: inquinamento dell’apparato probatorio e pericolo di reiterazione del reato. Il 20 dicembre il Tribunale del Riesame aveva anche confermato la carcerazione dopo l’istanza presentata dalla difesa.

Il Pm Angelo Busacca, titolare dell’inchiesta, ha presentato al Gip istanza per la detenzione ai domiciliari in quanto le indagini sono concluse. L’apparato probatorio è completo e si procederà per chiedere il giudizio immediato nei confronti di Di Grazia. Tra le ragioni che hanno spinto la procura a chiedere i domiciliari anche le condizioni personali di Salvatore Di Grazia, che avrebbe nelle scorse settimana anche tentato il suicidio. Il marito di Mariella Cimò, però, non potrà tornare nella sua villa ma dovrà scontare i domiciliari in un’abitazione diversa da quella dove abitava con la moglie.

Venerdì 10 gennaio anche l’avvocato Salvatore Rapisarda, difensore di Di Grazia aveva presentato istanza di scarcerazione con la richiesta, in subordine, della misura cautelare agli arresti domiciliari. Una doppia richiesta dunque che è stata accolta dal Gip già sabato scorso, ma visto che Di Grazia ha dovuto affittare una casa: la scarcerazione è avvenuta solo oggi, per motivi logistici.

Secondo l’accusa ci sarebbe il movente passionale dietro il presunto omicidio di Mariella Cimò. Salvatore Di Grazia l’avrebbe uccisa al culmine di una lite scaturita dalla richiesta della moglie di vendere l’autolavaggio di Aci Sant’Antonio, luogo che secondo i pm l’uomo utilizzava per le sue relazioni extraconiugali.


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