Muos, nuovo esposto |alla Procura di Caltagirone - Live Sicilia

Muos, nuovo esposto |alla Procura di Caltagirone

L’associazione “Rita Atria”, tramite l’avvocato Goffredo D’Antona, ha depositato una integrazione alle denunzie in relazione alla costruzione dell’impianto satellitare della Marina americana.

la battaglia legale
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CATANIA – Muos: non si arresta la battaglia legale dell’associazione “Rita Atria”. Oggi l’avvocato Goffredo D’Antona, legale dell’associazione, ha depositato presso la Procura di Caltagirone, una integrazione alle denunzie in relazione alla costruzione dell’impianto satellitare della Marina americana. Un atto che aggiungerebbe “un ulteriore tassello al mosaico di illegalità sul quale poggia” il Muos. “Ricordiamo che per la sua realizzazione già sono stati violati gli Art. 80, 87 della Costituzione, spogliando il Parlamento del potere di approvazione dei trattati internazionali a ciò si aggiunge la violazione dei principi dell’art. 11 della stessa Costituzione di ogni norma di natura ambientale, edilizia, sanitaria, paesaggistica”, si legge nella nota diffusa dall’associazione che ha denunciato a partire dal luglio 2013 tutta una serie di anomalie legate alla costruzione dell’impianto di Niscemi.

La prima denuncia riguardava l’inizio dei lavori effettuati nel 2009 “ben due anni prima del rilascio delle autorizzazioni ambientali da parte della Regione Siciliana, avvenuto nel giugno 2011”. Poi un’altra denuncia nel marzo del 2014 legata al “venir meno delle autorizzazioni ambientali rilasciate nel 2011”. I membri dell’associazione ripercorrendo le tappe della battaglia legale sottolineano un altro passaggio nodale, cioè come avessero considerato sin dall’inizio “la revoca della revoca” operata dall’esecutivo guidato da Rosario Crocetta “assolutamente inefficace”. Riflessioni oggi confermate, secondo l’associazione, dalla recente sentenza del Tar di Palermo che ha portato allo stop dei lavori a Niscemi perché ha rilevato che “la prosecuzione e l’ultimazione dei lavori è stata operata in assenza assoluta di autorizzazioni” decretandone “l’illegittimità”. Per l’associazione antimafie “da ciò ne deve conseguire, rafforzando la denunzia già presentata, e sotto l’aspetto squisitamente penalistico, illiceità dei lavori, l’abusività degli stessi”.


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