Lombardo, il processo d'appello|Esaminato il collaboratore Squillaci - Live Sicilia

Lombardo, il processo d’appello|Esaminato il collaboratore Squillaci

L'ex governatore ha rilasciato dichiarazioni spontanee.

CATANIA – L’udienza, lo scorso 23 giugno, si è svolta a porte chiuse. Questa volta però – causa emergenza Covid – non c’era alcun cronista ad aspettare fuori dall’aula della Corte d’Appello dove è stato esaminato il collaboratore Francesco Squillaci, teste dell’accusa nel processo d’appello a carico dell’ex governatore Raffaele Lombardo accusato di concorso esterno alla mafia. Un procedimento aperto dopo l’annullamento con rinvio della Suprema Corte di Cassazione della sentenza di secondo grado che aveva visto il politico catanese assolto dall’accusa di concorso esterno e condannato per corruzione elettorale. 

Il collaboratore Francesco Squillaci, rispondendo alle domande delle due magistrate (applicate pg) Agata Santonocito e Sabrina Gambino, ha riferito di alcuni particolari già emersi nell’udienza dello scorso anno nel processo ordinario a carico del fratello Angelo Lombardo. In particolare il pentito (chiamato nella malavita Martiddina, dal nomignolo del padre, l’uomo d’onore Pippo Squillaci) ha parlato di un colloquio avvenuto con il fratello Nicolò dove gli avrebbe parlato di un interessamento dei Lombardo (ci sarebbe stato un incontro con Angelo) affinché una volta avvenuto il trasferimento di Francesco Squillaci da Opera al carcere di Bologna i politici autonomisti avrebbero potuto intercedere per far ottenere dei benefici per il boss. Questo colloquio con il fratello sarebbe avvenuto nel 2008. Ed è proprio sulla collocazione temporale che si sono concentrate molte delle domande della difesa nel controesame (da cui – secondo il professor Vincenzo Maiello e l’avvocato Maria Licata sarebbero emerse “ad avviso della difesa contraddizioni anche riscontrabili documentalmente”). Inoltre Squillaci ha raccontato di alcuni commenti con il boss di Caltagirone Ciccio La Rocca, durante un periodo di codetenzione, proprio inerente le vicende giudiziarie legate all’ex governatore Lombardo, che in un certo senso avrebbe avuto un destino simile a Cuffaro. Il pentito avrebbe anche appreso, questa volta dagli Strano, di una mobilitazione di tutti i clan per “votare” l’imputato.

“Raffaele Lombardo – scrivono in una nota i due difensori -ha reso spontanee dichiarazioni” su quanto raccontato dal collaboratore Palio nella scorsa udienza nella quale “ha sostenuto tra l’altro – spiegano ancora i legali – di averlo elettoralmente appoggiato nel biennio 97-98, sebbene in quel periodo il Lombardo non avrebbe mai partecipato ad alcuna competizione elettorale”. E proprio in merito a Palio, nella prossima udienza, fissata per il 23 luglio, sarà ascoltato Pino Rindone. Inoltre è previsto l’esame del collaboratore Dario Caruana.


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