Da Caterina a Lorena, vittime della violenza: il tragico bilancio - Live Sicilia

Da Caterina a Lorena, vittime della violenza: il tragico bilancio

Sei donne uccise nel 2020 nell'Isola. Meno denunce provocate dal Covid e dal lockdown. (Foto all'interno)
VIOLENZA SULLE DONNE
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PALERMO – Un anno complicato, in cui la paura ha preso il sopravvento e la voce del coraggio si è fatta più debole. Un anno quasi ‘in gabbia’ per chi è stato costretto a convivere con il proprio nemico tra le mura domestiche, in seguito all’emergenza sanitaria e ai mesi di lockdown. La violenza psicologica è spesso sfociata in quella fisica e quest’ultima è diventata una triste quotidianità, senza alcuna valvola di sfogo, visto il divieto di uscire di casa, specie da marzo a maggio, quando le denunce ai centri antiviolenza e alle forze dell’ordine sono diminuite. Non hanno subito alcun calo significativo, invece, i femminicidi in Sicilia: nel 2020 sono stati sei e sono avvenuti, nella maggior parte dei casi, al culmine di un lungo periodo di vessazioni e minacce. Come nel caso del delitto di Caterina Di Stefano, 46enne che tutti chiamavano ‘Catia’, trovata morta nel pianerottolo di casa la vigilia di Ferragosto, a Caltagirone. Il marito Giuseppe Randazzo, ceramista di 50 anni, era accusato dell’omicidio della donna con cui aveva avuto due figli e dalla quale non avrebbe voluto separarsi. La 46enne, infatti, aveva deciso di interrompere il matrimonio, avviando le pratiche della separazione. Una scelta che Randazzo non avrebbe accettato e che sarebbe stata motivo di diverse liti. Lui si è successivamente tolto la vita in carcere.

Giuseppe Randazzo e Caterina Di Stefano

Uccisa per 50 euro

Poco prima del femminicidio nel Catanese, il delitto a Lentini, in provincia di Siracusa, dove la 39enne Giuseppina Ponte è stata uccisa dall’uomo che accudiva, Antonino Zocco di 82 anni. A fare andare l’anziano su tutte le furie, fino a perdere il controllo e a impugnare una pistola, sarebbe stato un ammanco di 50 euro: Giuseppina non aveva alcuna relazione con il suo assassino, ma a lui aveva chiesto ospitalità a causa delle sue precarie condizioni economiche. Il delitto è avvenuto a giugno nell’abitazione dell’anziano, in via Sicilia, dove i due vivevano insieme da qualche giorno. A dare l’allarme sono stati i vicini, che hanno avvertito gli spari. I militari dell’Arma hanno trovato il corpo della vittima in una pozza di sangue.

Giuseppina Ponte, 39 anni

Lockdown e violenza

In pieno lockdown per la pandemia del Coronavirus, era la notte del 31 marzo, la giovane studentessa di medicina, Lorena Quaranta, è stata uccisa dal fidanzato: vivevano insieme da alcuni mesi a Furci Siculo, in provincia di Messina e avevano deciso di trascorrere insieme la quarantena. E’ soltanto di poche settimane fa il ‘no’ al rito abbreviato per il ragazzo, Antonio De Pace, che ha confessato di aver assassinato la convivente. Al trentenne, in carcere dallo scorso marzo, è stato infatti contestato l’omicidio volontario aggravato dalla premeditazione. Era stato lo stesso De Pace a chiamare i carabinieri dopo il delitto. Lorena era stata trovata senza vita, uccisa probabilmente al culmine di una lite. La ragazza, originaria di Favara, frequentava l’ultimo anno della facoltà di Medicina e presto si sarebbe laureata, ma la sua vita è stata spezzata con estrema violenza.

Lorena Quaranta con il fidanzato, Antonio De Pace

Il 2020 non era cominciato nel migliore dei modi, nel solo primo mese dell’anno in Sicilia, sono state uccise tre donne. A fine gennaio, l’omicidio di Rosalia Garofalo a Mazara del Vallo, nel Trapanese: la donna aveva 54 anni e in passato aveva già denunciato il marito violento. E’ stata massacrata di botte per tre giorni consecutivi, fino alla morte. Per il suo omicidio è stato arrestato il marito Vincenzo Frasillo, con cui era sposato da trent’anni. Il culmine di un calvario lungo, in cui la donna avrebbe subito continue minacce, violenze fisiche e piscologiche, che l’avevano portata, esasperata, a denunciare più volte l’uomo con il quale continuava a convivere.

“Massacrata di botte”

Rosalia Garofalo e il marito Vincenzo Frasillo

Una notte di follia a Mussomeli

A gennaio anche il delitto di madre e figlia, in provincia di Caltanissetta: Rosalia Mifsud e la figlia, Monica Diliberto, di 48 e 27 anni, uccise dal compagno della donna, Michele Noto, 27enne di Mussomeli che dopo il delitto si è tolto la vita. Quest’ultimo non si era rassegnato alla fine di una relazione breve e, in base a quanto emerso dalle indagini, mai resa ufficialmente pubblica Il giovane si è introdotto all’interno dell’abitazione delle vittime, uccidendole in camera da letto. Proprio qui l’assassino ha rivolto la pistola contro se stesso e si è sparato. A trovare i corpi è stato il figlio della donna.

Rosalia Misfud e Monica Diliberto

Un 2020 tragico sul fronte dei femminicidi, che ha fatto registrare numeri preoccupanti, addirittura una crescita soprattutto dei casi di violenze contro mogli e fidanzate e di quelli relativi a stalking. Nell’Isola sono stati 6 i femminicidi quest’anno, 1065 i maltrattamenti in famiglia e 528 gli atti persecutori. Ma cresce anche l’impegno delle forze dell’ordine, sempre in prima linea per contrastare il fenomeno per prevenire il quale è stato anche introdotto il ‘codice rosso’, la legge che introduce una corsia preferenziale per le denunce, e che per rendere più rapide le indagini obbliga i pubblici ministeri ad ascoltare le vittime entro tre giorni.

“Le donne non devono sentirsi sole”

“Con il lockdown è stato tutto più complicato quest’anno – spiega la dottoressa Margherita Plaja, responsabile del centro ‘Armonia’, all’interno del dipartimento Salute della donna e del bambino dell’Asp di Palermo -. Dalla fase intermedia della scorsa estate, quando c’era stata una ripresa degli accessi spontanei, assisitiamo ora ad una nuova chiusura delle vittime. Temono di dover trascorrere un altro periodo in casa con il proprio aggressore e di non potere chiedere aiuto o scappare in caso di violenza. Il primo obiettivo è proteggere la vittima, metterla al sicuro, salvarle la vita. Soltanto dopo queste fasi è possibile iniziare un percorso di terapia, ma è essenziale il lavoro di squadra, la certezza della collaborazione di tutte le parti, specie con la legge del Codice rosso che accelera i tempi. Per questo per il nuovo anno – sottolinea – ci auguriamo che la macchina dello Stato ci aiuti in modo più incisivo: il nostro obiettivo è la sinergia tra tutti i soggetti coinvolti nel salvare queste donne, che mai devono sentirsi da sole e devono essere aiutate a trovare il coraggio di rivolgersi a chi può ascoltarle”.

“Coppia tra i contesti più a rischio”

A livello nazionale, come riporta l’ultimo rapporto Eures, sono state 91 le donne vittime di omicidio nel 2020, ancora una ogni tre giorni. I femminicidi familiari (che negli ultimi 20 anni presentano un’incidenza progressivamente crescente), registrano il valore più elevato proprio nell’ultimo anno (89 per cento), a fronte di una percentuale media del 73,5 per cento, pari a 2.458 femminicidi familiari dal 2000 ad oggi. La coppia continua a rappresentare il contesto relazionale più a rischio per le donne.


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