Imprese e professionisti: un esercito impantanato nella burocrazia

Imprese e professionisti: tutti impantanati dalla burocrazia

Dalle richieste per accedere al superbonus alle semplici autorizzazioni come Cila e Scia: nessuno sfugge alle sabbie mobili degli uffici pubblici

PALERMO – Centoventi giorni prima di accedere agli atti. È il tempo che qualcuno ha atteso per ottenere la documentazione necessaria per il superbonus. Ma è anche il conto che la burocrazia del settore Edilizia Privata sta presentando al mondo dei professionisti che insieme ai cittadini raccontano di richieste in coda da qualche tempo, appuntamenti che slittano, telefoni che squillano a vuoto e di pec senza risposta. In sostanza ancora una volta siamo davanti alla questione più antica della storia delle società industriali avanzate, dove procedure e tempi burocratici s’intrecciano a discapito di chi attende.

Qualsiasi pratica nasconde un ostacolo

Gli sfoghi dei professionisti

Mentre le richieste del superbonus naufragano nel mare delle procedure, situazioni di stallo emergono anche per le pratiche più comuni come CILA, SCIA e il permesso di costruire. “In considerazione di un’apertura di cantiere per la ristrutturazione di un appartamento – si legge nel gruppo Facebook Edilizia Privata in Sicilia – ho richiesto il suolo pubblico per la collocazione dello scarrabile a novembre. A dicembre ricevo la richiesta di pagamento per ritiro autorizzazione poi il nulla. A gennaio faccio la comunicazione inizio lavori asseverata e ho iniziato. A febbraio l’impresa ha collocato il cassone, non potendo più tenere in casa gli sfabbricidi, e oggi i vigili non sentendo ragioni della mancanza di autorizzazione hanno elevato la multa”.

I problemi dei professionisti

Una forte sensazione di malessere si avverte tra architetti, ingegneri e geometri che più volte hanno manifestato le loro necessità. “Ultimamente negli uffici della Città Storica al posto del silenzio-assenso vige il silenzio e basta. Da quasi un mese ancora nessuna notizia dell’accesso agli atti per una concessione”. È quanto si legge sempre nel gruppo ma è solo uno dei tanti sfoghi che gli utenti affidano al social. Infatti, a questo post si aggiungono altri commenti che segnalano la stessa situazione, anzi c’è pure chi attende dal mese di luglio per una pratica di condono. Traboccano, quindi, in questo periodo pandemico le segnalazioni e i casi che fanno emergere quanto l’incapacità di sburocratizzare un sistema rappresenta un cancro della macchina amministrativa.

L’Ordine degli architetti: “Difficoltà enormi”

Il presidente dell’Ordine degli Architetti, Francesco Miceli

“Nell’ordinaria attività che riguarda le note procedure come CILA e SCIA abbiamo registrato una difficoltà enorme che si traduce nell’impossibilità di portare avanti i progetti. Questo determina a cascata una serie di problemi che riguardano l’attività produttiva, con una ricaduta negativa in termini di occupazione e crescita economica”. Per il presidente dell’Ordine degli Architetti, Francesco Miceli, se non sarà snellito e migliorato il processo burocratico a perdere non saranno solo i professionisti ma la città che sprecherà delle occasioni e delle preziose opportunità di lavoro. “Dietro ogni progetto e proposta – evidenzia Miceli – c’è l’obiettivo di realizzare qualcosa, significa economia. Bloccare, rallentare oltre limite i tempi per avere le autorizzazioni, causa dei danni. Quando solleviamo il problema del funzionamento degli uffici e delle attività con il rapporto con il pubblico non riguarda solamente l’interesse della categoria ma coinvolge tutti. La macchina amministrativa è lenta – aggiunge – sia per mancanza di personale, sia per la pandemia. Il settore edilizio è il cuore pulsante di Palermo che può dare aiuto a una città che ha problemi di sviluppo”. Per quanto riguarda il punto cruciale del superbonus, Miceli è lapidario. “Le leggi ci hanno dato una possibilità – commenta – tutti stanno cercando di darsi da fare per ottenerlo e la pubblica amministrazione ha il dovere di riorganizzare gli uffici affinché siano in grado di rispondere alle domande, perché al momento non sono in condizione di mettere a disposizione dei professionisti un servizio efficiente e rapido. C’è un affollamento di richieste, di contro c’è una scadenza da rispettare e il rallentamento determina dei fermi penalizzanti. In ballo c’è tanto: i professionisti, le imprese e i fornitori possono lavorare e creare reddito, PIL”. Le carenze organizzative, come l’assenza di dirigenti tecnici, sono state denunciate più volte dal presidente dell’Ordine. “Ci troviamo in una situazione complessa – prosegue – che rischia di far perdere delle opportunità. Il mio appello è di cercare di mettere in campo un’azione straordinaria per far fronte a queste esigenze e deve essere fatto subito. Occorre trovare le soluzioni possibili per dare una risposta a gran parte delle domande poste dal mondo tecnico. A una domanda straordinaria – termina – si risponde con mezzi straordinari”.

L’allarme delle associazioni di categoria

Per l’Italia c’è nel piatto il superbonus 110% per i lavori di efficientamento energetico, di miglioramento sismico e l’acquisto d’immobili antisismici ma ha una scadenza che è stata prorogata fino al 30 giugno 2022. E per quanto architetti e ingegneri stiano facendo il possibile per presentare tutto nei tempi le diverse lamentele mettono in risalto come spesso si devono scontrare con le lungaggini degli uffici anche per recuperare la documentazione. Le organizzazioni del settore chiedono un potenziamento sia per i profili di ricerca documentale sia per quelli afferenti alle procedure autorizzatorie. CDO Sicilia, Confartigianato Sicilia, Cna Sicilia, Inarsind Sicilia, Uil Sicilia, Cgil Sicilia, Sicindustria, Confindustria Catania, Consulta Regionale Geometri e Geometri laureati della Sicilia, Ance Palermo e Catania hanno chiesto alle Pubbliche Amministrazioni l’assunzione di personale a tempo determinato per l’espletamento delle pratiche Superbonus e l’istituzione degli sportelli unici dedicati.

Pochi Comuni hanno archivi digitalizzati

“Solo pochissimi comuni hanno provveduto alla digitalizzazione degli archivi – si legge nella nota stampa delle organizzazioni – quindi le ricerche documentali afferiscono a pratiche cartacee distribuite negli archivi. A ciò si aggiunge il perdurante dello stato pandemico che vede gli uffici, spesso già privi di personale in condizioni ordinarie, svuotati dal lavoro a distanza e ciò, con ogni evidenza, è fonte di disagi gravanti sia sui proprietari che sui professionisti e che, evidentemente, sono fonte di gravi ritardi nello sviluppo delle pratiche che possono pregiudicare in modo significativo l’utilità macroeconomica della misura. Dobbiamo consentire ai Comuni di fare fronte tempestivamente ai maggiori oneri di gestione in ordine ai procedimenti connessi all’attuazione del Superbonus 110%”.

Ance: lo smart working ha acuito i problemi

Anche l’ANCE Palermo in questi mesi ha raccolto le lamentele dei professionisti che giornalmente s’imbattono negli uffici pubblici. Riorganizzazione dei turni di lavoro, distacco dei tecnici e la creazione di uno sportello dedicato al superbonus sono le richieste che ha più volte avanzato. “Ci sono oggettive difficoltà nel rapportarsi con la macchina burocratica comunale, soprattutto da quando i dipendenti sono in smart working”, dice Massimiliano Miconi. Il presidente dell’ANCE sostiene che lo strumento abbia sterilizzato il rapporto tra privato, professionista e macchina amministrativa. “Le difficoltà sono dettate dall’utilizzo dello smartworking – spiega Miconi restituendo una visione del sistema- che si è mostrato uno strumento per scomparire. I telefoni di servizio sono sempre spenti, le caselle di posta elettroniche dei funzionari pubblici sempre piene e gli appuntamenti presi sono spostati di settimana in settimana”. A tutto questo si aggiunge la mancata informatizzazione dell’ufficio tecnico del centro storico, ma c’è anche un altro problema: gli accordi quadro. “L’ufficio contratti è un collo di bottiglia – dice Miconi – perché tutte le pratiche si fermano lì. Per firmare un contratto e avviare un lavoro, quindi un cantiere, passano mesi. L’associazione costruttori – aggiunge – deve sollecitare affinché una pratica normalissima possa arrivare alla firma del contratto”. Questi sono i nodi che stanno paralizzando la macchina amministrativa.

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