Sicilia, riforma dei rifiuti: braccio di ferro con Musumeci - Live Sicilia

Sicilia, riforma dei rifiuti: braccio di ferro con Musumeci

Scoppia la polemica.

PALERMO – Un incontro, che sicuramente lascerà qualche strascico, per discutere dell’emergenza rifiuti che attanaglia la Sicilia intera. A promuoverlo è l’ex sindaco di Catania, oggi eurodeputato, Raffaele Stancanelli. Questo è il secondo incontro che ha visto coinvolti i sindaci delle tre più grandi città siciliane, con il sindaco Pogliese che ha dovuto disertare per impegni sopraggiunti, delegando il suo vice e relatori esperti sulla gestione rifiuti.

Ad accogliere i relatori è stata la sede della Fondazione Federico II. Tra gli invitati non c’è il presidente della Regione siciliana Nello Musumeci, che da tempo prova a far approvare la nuova legge sui rifiuti ma senza successo, uno stop che ha imputato ai parlamentari della propria maggioranza.

Stancanelli rivendica il ruolo dei partiti

Ad aprire le danze è Raffaele Stancanelli: “Questo è il secondo incontro sui problemi che affliggono la Sicilia ma che possono avere un percorso positivo attraverso i fondi del PNRR. Non possiamo non parlare di rifiuti nel momento in cui la stragrande maggiorana di sindaci è chiamato ad una soluzione che non possono dare“.

Il Governo regionale discute da tempo sulla legge dei rifiuti e Stancanelli ha la sua idea: “La Legge 9 basterebbe qualche aggiustamento, senza pensare a grandi cose e potrebbe essere utilizzata con le prospettive del PNRR. La Legge dei rifiuti se ne parla da quattro anni e mi pare non abbia avuto esisto positivo“.

La corsa alla presidenza della Regione si è aperta da tempo e l’attuale governatore ha più volte detto di volersi ricandidare, ma la coalizione ha sempre stoppato la sua corsa: “Non si tratta di essere d’accordo o meno – ha risposto Stancanelli -, Musumeci ha tutto il diritto ad essere ricandidato, ma siccome la coalizione dovrà scegliere il candidato lo farà. Non c’è nessuna contraddizione sulla volontà di essere ricandidato e la volontà dei partiti di fare un ragionamento assieme“. Sulla sua candidatura Stancanelli prova a glissare: “Più volte ho detto che non esistono le autocadidature. Non sono candidato, non mi candido. Sceglieranno i partiti. Se il partito dovesse chiedere? Sono le famose domande per far dire qualcosa (sorride, ndr). Il problema è della coalizione che sceglierà il nome“.

Orlando e il caso palermitano

Tra i relatori il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, consapevole dell’annoso problema che ha la città con la spazzatura: “Parliamo di rifiuti e acqua, due settori nei quali si succedono continuamente le governance creando confusione, c’è una carenza regionale di impianti e c’è l’interesse di privati, anche malavitosi, che vogliono mettere le mani sulle acque e sui rifiuti. Palermo è l’unica ad avere la gestione pubblica di acqua e rifiuti. Andiamo avanti con i progetti del PNRR e con la realizzazione dei centri comunali di raccolta. Andiamo avanti con la realizzazione dei punti di trasferenza nella zona est e ovest della città, uno a Carini l’altro a Bagheria. Andiamo avanti sapendo che il cammino è ostacolato dalla mancanza di impianti nella Regione che ci ha costretti, per anni, ad accogliere i rifiuti di ben 40 comuni. È evidente a tutti che esiste una organizzazione malavitosa che conferisce rifiuti per strada. In tutta la Regione i Comuni sono in crisi di sistema e non si possono riscuotere la tasse locali, anche perché abbiamo Riscossione Sicilia che è una vergogna. Il Comune su 175 milioni da riscuotere ne ha visto solamente 6 e, in base ad una legge nazionale assurda, dobbiamo coprire noi la differenza“.

Il sindaco di Palermo ha parlato anche della situazione legata alle casse del Comune che rischiano il dissesto: “110 comuni non riusciamo a chiudere i bilanci, significa che c’è una crisi di sistema che prescinde da Comune a Comune. Il comune di Palermo non è indebitato perché paga regolarmente. Noi no abbiamo debiti ma crediti nei confronti dei cittadini. È un dissesto che non ha motivo di esistere. Siamo convinti che il piano di riequilibrio può risolvere la situazione. Chi vuole il dissesto del Comune non vincerà mai le elezioni“.

Miccichè picchia duro su Musumeci

Al tavolo l’attuale presidente dell’Ars Gianfranco Micciché, che non risparmia le critiche al governo Musumeci del quale fa parte: “Il problema non è la legge sui rifiuti ma la strategia che si vuole adottare. Quelle sono scelte che non possono venire da una legge, quando ci diranno quale sarà il piano sui rifiuti la legge potrà creare la gestione e decidere come dovrà avvenire la gestione. Noi – ha attaccato Micciché – non conosciamo la strategia, non sappiamo quello che si vuole fare. Inutile accusare il Parlamento che non fa la legge. È una legge che, così com’è, non può andare avanti. È una cosa complicata”.

“Ieri – ha spiegato il presidente del Parlamento siciliano – ho incontrato una serie di sindaci per questi problemi. Abbiamo stabilito di fare alcuni incontri per cercare di capire direttamente noi quali sono i problemi che sono tanti e si uniscono tra loro. Stiamo cercando una soluzione per la prossima legislatura perché in un anno non si risolve il problema. Il Governo si chiude spesso nelle sale di Palazzo d’Orleans – ha continuato attaccando Miccichè – senza discutere con il Parlamento. Non c’è nessun ostacolo da parte del Parlamento per la riforma dei rifiuti, c’è solo la volontà si fare. Io ho ricevuto 400 sindaci e sono tutti contrari alla proposta. Capire come funziona il meccanismo della spazzatura sono i sindaci e gli amministratori“. Parole che hanno scatenato nell’immediato la reazione della portavoce di DB, Giusi Savarino (LEGGI)

L’attacco di De Luca

Anche il sindaco di Messina, Cateno De Luca che ieri ha ricevuto la richiesta di tre anni per il processo di fatture false e suo carico, non risparmia le critiche a Musumeci con il quale ha sempre avuto da ridire:“La Regione Siciliana è incapace di risolvere il problema che ci trascinammo dietro da trent’anni. Oggi manca l’infrastutturazione di secondo livello che fanno parte della gestione commissariale di Musumeci da gennaio 2018 con 60 milioni di euro non spesi. La Regione ha continuato a favorire i privati, questo è contenuto in un mio esposto presentato a tutte le Procure della Sicilia. Il Governo Musumeci, con le sue omissioni ha favorito la gestione privata dei rifiuti. Palermo, sul fronte dei rifiuti, è stata la città più assistita dalla Regione con contributi straordinari, mortificando tutti gli altri sindaci, chiamiamo le cose con nome e cognome o dobbiamo continuare a fare convegni di plastica? Ho dovuto portare il mio umido a Mantova per un anno pagando cento euro in più a tonnellata perché la Regione siciliana non esiste“.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI