Crisi, strategie e incontri: aspettando il voto del Quirinale - Live Sicilia

Crisi, strategie e incontri: aspettando il voto del Quirinale

Ecco che cosa si muove nel centrodestra e nel centrosinistra

PALERMO – “Sto vivendo una crisi e una crisi c’è sempre ogni volta che qualcosa non va” direbbe Morgan. Nel centrodestra siciliano si tenta di gettare acqua, ma il fuoco cova sotto la cenere. 

Gli incontri bilaterali

“Non c’è nessuna crisi” dice Musumeci ai microfoni dei cronisti dopo giorni di mediazioni, fratture e ricomposizioni. Gli alleati si sperticano con formule dorotee e comunicati sobri dopo i vertici bilaterali (quello di oggi con Fratelli d’Italia a Catania si è appena concluso). Nessun frondista viene stanato dal metodo degli incontri con i partiti: tutti giurano fedeltà. Ma pesa il rinvio dell’incontro con Lega (ufficialmente saltato per motivi logistici). Sul rimpasto Musumeci non si sbilancia e si mostra sereno: “Prima vorrei potere completare gli incontri ed ascoltare i segretari dei partiti, in base a quello che diranno e alle decisioni che prenderanno io mi comporterò di conseguenza”. Ma la storia ufficiosa e parallela sembra dire qualcosa in più. I racconti delle gole profonde rigorosamente anonime che albergano nelle stanze che contano raccontano di assessori che preparano i leader agli incontri con il presidente. “Non turbarlo, non scuoterlo sii prudente”: una sorta di cordone sanitario dei fedelissimi che si muovono con la stessa accortezza che si usa dentro una cristalleria. 

La ricandidatura e il viaggio a Roma

 Di certo c’è soltanto che la partita vera (la ricandidatura di Musumeci, tema eluso durante i colloqui) si affronterà soltanto dopo il voto per il Colle. E a quel punto si aprirà il vaso di Pandora. “Il patriota siciliano” (al secolo Nello Musumeci) volerà a Roma per sondare il terreno e cementare il rapporto con i vari leader nazionali (come ha tenuto a dire fino a poche ore fa ai microfoni dei cronisti), Meloni in testa. Il primo appuntamento, salvo scombussolamenti dell’ultima ora, sarà quello con le amministrative di Palermo. Tema trattato nelle interlocuzioni (soprattutto con l’Udc a tambur battente su Lagalla) ma assente nei comunicati di rito. 

Il Pd scalpita: Letta sferra l’attacco 

Il centrosinistra nel frattempo studia la controffensiva. Qualcosa si muove soprattutto in casa dem. Ieri pomeriggio il segretario nazionale Enrico Letta interviene sul futuro della Sicilia. Chi lo conosce bene sa che il segretario non lascia mai nulla al caso. L’affondo al governo regionale arriva da radio Immagina, organo ufficiale del partito. ”La Sicilia è al centro della nostra attenzione, ci sono importanti momenti elettorali, e li seguiremo e cercheremo di dare una mano con il massimo impegno”, dice.  “Dobbiamo preparare la nostra proposta politica per la Sicilia con impegno e senza arrivare all’ultimo momento”. Parole che arrivano in un momento di grande difficoltà per l’esecutivo regionale proprio nei giorni in cui il segretario del Pd Anthony Barbagallo si trova a Roma. I dem, ringalluzziti dai sondaggi che li vorrebbero al 22% in Sicilia, sembrano rivendicare un ruolo di primo piano all’interno della coalizione in un momento in cui gli alleati pentastellati vivono diverse difficoltà al loro interno. E con le elezioni del presidente della Repubblica alle porte nessuno può mettere la mano sul fuoco sul fatto che lo scenario politico non possa uscirne totalmente scombussolato. Nei prossimi giorni la nebbia che aleggia sulle mosse dei partiti dovrebbe finalmente diradarsi. 


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