PALERMO – La notizia è nell’aria da alcuni giorni ma a dare un’accelerazione alla fine della legislatura sono le parole del presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè durante la tradizionale cerimonia del Ventaglio con la stampa parlamentare.
“E’ stata una legislatura difficile, contrassegnata da un rapporto complicato tra Governo e Parlamento regionale – ha detto Miccichè, commentando le ultime polemiche con il presidente della Regione Nello Musumeci circa la sua ricandidatura -“.
“Può anche darsi che dopodomani questa legislatura finisca” ha aggiunto Miccichè riferendosi all’ipotesi di dimissioni anticipate di Musumeci per consentire l’election day con l’accorpamento delle elezioni regionali alle Politiche. E’ ovvio che facendo questa battaglia nei confronti della ricandidatura di Musumeci avrei messo a rischio la mia riconferma alla presidenza dell’Ars. L’ho fatto con piena consapevolezza e senza bisogno di ricevere avvisi di sfratto dalla Meloni”.
“Nel futuro – ha continuato il presidente dell’Ars – i rapporti tra presidente dell’Assemblea regionale e il presidente del governo regionale dovranno essere migliori. Era logico che, dopo avere espresso il mio sogno di continuare a fare il presidente dell’Ars, anche nella prossima legislatura, e facendo muro contro la ricandidatura di Musumeci, il mio sogno venisse messo in discussione. Siamo pronti a individuare un candidato anche se si dovesse votare la settimana prossima”.
Miccichè ha ribadito il nome dell’ex ministro Stefania Prestigiacomo per la Presidenza della Regione, ma ha anche aggiunto di essere pronto a ragionare su altre candidature come ad esempio quella del parlamentare leghista Alessandro Pagano. “Non ci sono veti nei confronti di nessuno – ha sottolineato il presidente dell’Ars – sediamoci attorno a un tavolo e parliamone”.
“Sembrerebbe che la presidenza della Regione siciliana abbia chiesto al governo nazionale di impugnare la legge blocca nomine proposta dal parlamento siciliano, spero che non sia vero. Se così dovesse essere, sarebbe gravissimo – ha detto il presidente dell’Ars -. Non si può considerare questo scontro continuo tra Governo e Parlamento. Siamo stati sul tavolo di chiarimenti tra Regione e Governo sulle impugnative. Vedevamo con sospetto che le norme di iniziativa governativa venivano difese, mentre quelle di iniziativa parlamentare venivano osteggiate. Le leggi le fa il Parlamento, mi dispiace se a qualcuno dà fastidio, ma queste sono le regole”.
“Sono stato fortunato, e ringrazio il rapporto di amicizia che mi lega al presidente Silvio Berlusconi, colui che mi ha fatto fare una carriera fantastica, gli devo tutto, sia dal punto di vista lavorativo in Mediaset sia in politica – ha continuato Miccichè -. Dopo il 61 a 0, Berlusconi mi disse: ‘che ministero mi lasci libero per trattare con i miei alleati?’. Ancora non mi sentivo pronto per fare il ministro, ho preferito fare il viceministro e occuparmi di Sud. Poi, con il tempo, sono diventato ministro. Il mio futuro? Voglio dedicarmi alla famiglia, agli amici, alla politica seria e dedicarmi a tutto quello che mi piace”.
Miccichè ha poi fatto riferimento alle “aggressioni micidiali” nei suoi confronti da parte degli assessori e dei presidenti di commissione di Forza Italia: “Senza l’intervento di Licia Ronzulli e il sostegno di Berlusconi non ne sarei venuto fuori”.