Pd, Cuperlo a Palermo: "In gioco c'è la tenuta del partito" VIDEO - Live Sicilia

Pd, Cuperlo a Palermo: “In gioco c’è la tenuta del partito” VIDEO

La campagna dell’ultimo segretario della Fgci è partita oggi pomeriggio dall'Istituto Gramsci
L'INTERVISTA
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PALERMO – Gianni Cuperlo sarà il quarto incomodo nella corsa alla segreteria nazionale del Partito Democratico. La campagna dell’ultimo segretario della Fgci è partita oggi pomeriggio dall’Istituto Gramsci di Palermo un luogo dal chiaro valore simbolico, quasi una dichiarazione programmatica. La mission, a prescindere dall’esito del congresso, è tenere unito il partito non senza “un bagno di umiltà e uno scatto d’orgoglio” per intavolare un’analisi della sconfitta finalizzata a rilanciare il Pd. 

Cuperlo, perché ha deciso di correre alla segreteria del Pd? E perché la sua campagna parte da Palermo? 

Parte da Palermo perché è una scelta. Partire dal Mezzogiorno, partire da questa città, carica di simboli e tragedie ma anche di risorse straordinari sul piano umano è una scelta che dice come noi vogliamo tenere unito questo Paese. Unito tra Nord e Sud, tra generazioni, tra i generi. E la scelta della candidatura nasce dalla volontà di aiutare il mio partito ad uscire dalla crisi più acuta di questi anni dopo una sconfitta severa contro la destra il 25 di settembre ma prima di allora con due scissioni, otto segretari cambiati in quindici anni. Non abbiamo mai affrontato una vera discussione sulle ragioni, le cause di cause di questi traumi: io penso sia il momento di farlo. Un’alternativa alla destra senza il Pd non è possibile. Non è credibile nei numeri, prima ancora che nei contenuti, e il nostro sarà un contributo per definire finalmente contenuti e parole di cui questo partito ha bisogno. 

Qual è la posta in gioco? La tenuta complessiva del Pd?

Sì. anche. Direi che la posta in gioco è soprattutto la possibilità di tornare ad essere credibili agli occhi di milioni di persone, elettori del centrosinistra che hanno perso fiducia nei confronti di un partito che non incrociava più i loro bisogni materiali. Ci sono 5 milioni di persone che vivono sotto la soglia di povertà assoluta. Abbiamo una quantità di giovani precari condannati ad esistenze precarie per i quali una legge sul salario legale minimo e l’aumento dei salari rappresenta la garanzia di potere affrontare con dignità i problemi che vivono in questo momento e poi c’è da ricostruire anche una dimensione di sogno, utopia di una sinistra che non si è mai accontentata nella storia di gestire semplicemente l’esistente. Credo che dobbiamo avere uno scatto di orgoglio e allo stesso tempo di umiltà riconoscendo gli errori fatti in questi anni. 

La sua candidatura indebolisce quella di Elly Schlein? E’ in atto una sorta di lotta per l’egemonia della sinistra del partito?

Non è così. Ho notato una cosa da quando abbiamo annunciato questa nostra scelta: la quasi totalità delle persone che si sono manifestate, si è messa a disposizione sono amici e amiche, compagne e compagne che altrimenti semplicemente non avrebbero preso parte a questo congresso, un po’ perché disilluse, un po’ perché disincantante. Io ho stima degli altri tre candidati. Ho sentimenti di amicizia, Stefano lo conosco da più tempo. Lo stesso atteggiamento ce l’ho nei confronti di Elly Schlein e Paola De Micheli. Credo davvero che la prima fase del nostro congresso, che pochi conoscono ed è limitata al voto degli iscritti, debba essere il momento della libertà, di un confronto franco, anche aspro sul merito delle scelte se serve, ma che consenta finalmente a questo partito di capire perché in questi anni qualcosa non ha funzionato, invertire la rotta e imboccare il sentiero giusto. 

Come valuta la nascita del comitato costituente nazionale, lo ritiene una diminutio della sua fondazione costituente? 

No, tutt’altro. La fondazione costituente è un’esperienza bella che abbiamo costruito in questi anni con corsi di formazione partecipati da centinaia di giovani con relazioni di altissimo livello e un’elaborazione politica e teorica, un contributo prezioso che mettiamo a disposizione di tutto il partito. Il comitato costituente, voluto e proposto da Enrico Letta, è un modo per accompagnare questo confronto congressuale. Mi auguro che questa fase costituente possa prolungarsi dopo le primarie, durare tutto l’anno prossimo e concludersi prima delle elezioni europee del 2024 in un congresso a tesi, in una discussione sull’idea della sinistra nell’Europa del ventunesimo secolo.

Quindi, a prescindere da chi vincerà si augura che si continuerà a discutere…

Mi auguro che la discussione inizi da subito come stiamo facendo e che chi chiunque dovesse assumersi l’onere e il compito di guidare il partito nella prossima fase dovrà contare sulla piena solidarietà e sull’appoggio di tutto il Pd perché quando si perde la sconfitta fa male, è una ferita aperta. Ma così come il partito deve essere all’altezza delle vittorie, credo che un grande partito della sinistra debba essere anche all’altezza delle sconfitte. 


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