PALERMO – L’apertura di Silvio Berlusconi ai moderati oggi alleati con Matteo Renzi non passa inosservata. E subito arrivano segnali di attenzione da Area popolare, cioè Udc e Ncd per le parole dell’ex Cavaliere che anche nell’intervista a Livesicilia ha auspicato un ricompattamento del centrodestra nelle prossime sfide elettorali. “L’organizzazione di una destra di stampo lepenista rende ancora più assurda la balcanizzazione dell’area moderata. Credo che le parole di Berlusconi siano un segnale positivo”, afferma il presidente nazionale dell’Udc Gianpiero D’Alia. “C’è una maggioranza silenziosa di italiani – sottolinea D’Alia – che si rifugia nell’astensionismo perché non più rappresentata. Lavorare ad un’aggregazione di stampo popolare e liberale nel solco del Ppe è un obiettivo non più differibile, ma è chiaro che questo percorso necessita di metodi ed energie nuove”.
E anche Angelino Alfano, l’ex delfino che abbandonò Berlusconi per fondare Ncd, non chiude: “Accolgo bene le sue parole, ora però seguano i fatti”, ha dichiarato il ministro e leader del Nuovo centrodestra. “Spero che arrivi un ordine di cessate il fuoco a qualche giornale di Berlusconi”, ha aggiunto Alfano. ‘In politica vince chi non serba rancore’, ha affermato il presidente di Forza Italia, così come nei giorni scorsi aveva detto a Livesicilia Gianfranco Miccicihè, storico rivale di Alfano, e il ministro dell’Interno risponde: “Anch’io non serbo rancore”.
Qualcosa si muove, insomma, nell’area dei moderati. Sia dal lato di una Forza Italia ridimensionata e in cerca di rilancio, sia tra quelli diventati un’appendice del renzismo dall’incertissimo futuro politico. E così le sirene di un ritorno a un centrodestra unito si fanno sentire. Unito, fino a un certo punto, però. Perché dalle parole di D’Alia emerge co chiarezza l’ideale perimetro che Area popolare ritiene possibile, cioè quello del Ppe che lasci guori la destra più radicale rappresentata da Matteo Salvini e Giorgia Meloni, che in questi giorni si sono smarcati da Forza Italia a Roma in vista delle amministrative.
Stamattina un big di Ncd come Renato Schifani, da sempre critico verso l’intesa del suo partito con il Pd in Sicilia, auspicava in un’intervista a un quotidiano lo smarcamento degli alfaniani di Crocetta, ausoicando piuttosto una ricomposizione del centrodestra. Qualche giorno fa a Livesicilia Gianfranco Miccichè aveva detto: “Mi farei una salita a piedi a Santa Rosalia se riuscissi a riportare dentro Ncd e Udc”. Anche se Francesco Cascio, pur precisando che non c’è un’ipoteca sul futuro perché “noi non abbiamo sottoscritto alcun contratto con il Pd né a livello nazionale, né a livello regionale”, mette le mani avanti: “Le parole espresse dal senatore Schifani sono rispettabili, ma certamente rappresentano esclusivamente il suo pensiero personale”. All’uscita di Cascio ribatte lo schifaniano Pietro Alongi: “Quelle di Schifani non sono dichiarazioni personali ma di uno dei padri fondatori del Nuovo Centrodestra e condivise tra l’altro dal sottoscritto e da centinaia di amministratori locali della Sicilia, che non accettano affatto un’alleanza con la sinistra. Le parole di Cascio stridono, tra l’altro, con l’atteggiamento di attenzione mostrato oggi dal nostro leader Angelino Alfano e dal presidente dell’Udc D’Alia”.
Marco Falcone, capogruppo forzista, già parla di “nuovo corso del centrodestra in Sicilia. Oggi, da Palermo, Silvio Berlusconi sta portando una ventata d’entusiasmo alla politica siciliana. Questo può e deve essere l’inizio di un nuovo corso per i moderati nella nostra terra, che devono dare un segnale forte all’elettorato, che in Sicilia è in maggioranza di centrodestra”.
Invita a una ritrovata unità del centrodestra anche la portavoce di #DiventeràBellissima di Nello Musumeci, Giusy Savarino. E Saverio Romano, un pezzo da novanta del vecchio centrodestra siciliano, oggi però con Denis Verdini in Ala vicino a Matteo Renzi, incontrerà nel pomeriggio Silvio Berlusconi, di cui in passato fu ministro. Si parlerà probabilmente anche delle elezioni palermitane, alle quali, non è certo un mistero, Romano guarda con attenzione da possibile candidato.