MILITELLO VAL DI CATANIA (CATANIA) – L’addio a Pippo Baudo, più caldo di così, non poteva essere. La temperatura è altissima, durante i funerali del presentatore siciliano che per tredici volte ha condotto il Festival di Sanremo. Agosto, ovviamente, ha fatto la sua parte. In piazza, nella sua Militello, c’è chi ha il ventaglio, l’ombrello e addirittura la testa fasciata con dei foulard. Neanche la distribuzione di acqua da parte del personale della protezione civile ha potuto impedire che intervenissero i sanitari a causa dei tanti malori. Un carabiniere ha anche perso i sensi per la prolungata esposizione al sole.
L’abbraccio della gente

Il calore della gente e l’abbraccio finale al cittadino più illustre del Calatino hanno fatto il resto. “Va via un padre” ci dice una signora che attende dalla mattina l’avvio delle esequie. “Fiorello sarà il suo erede, perché i siciliani hanno una marcia in più” ci dice un concittadino. Un signore di 84 anni, cresciuto con Baudo frequentandolo fino alla fine, non è riuscito a trattenere le lacrime parlando con il nostro giornale.
Hanno applaudito dai balconi quando Al Bano ha attraversato le vie del centro storico. “Era un fratello maggiore” ha detto il cantante pugliese. L’arrivo in chiesa di Lorella Cuccarini, che non ha rilasciato dichiarazioni, ha provocato non pochi problemi di gestione dell’ordine pubblico. Anche il giornalista Alberto Matano, dai più considerato come il possibile erede televisivo di Baudo, ha preferito non parlare con i colleghi.
Le esequie

“Carissimo Pippo, noi ti auguriamo di splendere come stella non soltanto nel firmamento degli uomini, come già avvenne, ma tanto luminoso anche e soprattutto in quello di Dio. E nel firmamento di Dio, ce lo vogliamo ricordare, si splende solo per l’amore operoso e concreto che abbiamo vissuto. Tutto il resto passa e si dissolve come pula al vento, perché solo l’amore resta ed è per sempre”. Queste le parole del vescovo della Diocesi di Caltagirone, monsignor Calogero Peri. Parole pronunciate nel corso delle esequie.
Tra le istituzioni, presenti il presidente del Senato, Ignazio La Russa, il capo del Mit, il ministro Adolfo Urso, e il sottosegretario alla Cultura, Gianmarco Mazzi. Non hanno fatto mancare la loro presenza: Renato Schifani, presidente della Regione siciliana, Gaetano Galvagno, presidente Ars e il sindaco metropolitano di Catania, Enrico Trantino.
Ha celebrato il vescovo di Caltagirone, monsignor Calogero Peri, che, prima entrare in Chiesa, aveva parlato con i giornalisti del rapporto tra Baudo, la fede e “il mistero della morte”.
Il giornalista e presentatore Salvo La Rosa, che con Baudo intratteneva una lunga relazione professionale, ha parlato dopo l’omelia.
L’applauso della folla

È stato il sindaco di Militello, Giovanni Burtone, a tributare l’ultimo saluto a Baudo. Un intervento accorato in cui ha definito il presentatore siciliano “l’Enrico Mattei della Rai”. All’uscita della bara, il popolo militellese ha sollevato il coro “Pippo, Pippo”. Mentre le note di Cavalleria rusticana hanno accompagnato il feretro nell’ultimo viaggio tra le vie della sua città natale.
