Biagio Conte: quel dolore per la morte di un figlio

Biagio Conte: quel dolore per la morte di un figlio

Un padre e una madre. Ma non sono soli e non lo saranno mai.

C’è la storia più dolorosa, nei giorni della speranza che hanno accompagnato l’ultimo viaggio di Biagio Conte: la morte di un figlio. Per tutti noi Fratel Biagio è stato l’angelo della bontà e dei poveri. Gli vogliamo bene, il presente non è un caso, perché in nulla di quello che abbiamo vissuto riverbera una separazione definitiva. Per noi era e rimane Biagio, protagonista di anni di amicizia e di cronache, l’uomo che camminava con i sandali per stendere ovunque la protezione del suo saio. E c’è un riflesso di tenerezza nel pensare a colui che viaggiava, a piedi, per sterminati chilometri e che è stato portato a braccia, dall’amore di Palermo, fino in Cattedrale.

Poi, durante i funerali, è definitivamente esploso un affetto che non avrà mai parole per essere detto abbastanza. Un amore quieto e tenace. Lo abbiamo visto nelle lacrime del nostro ‘Don Corrado’, l’arcivescovo che ha portato il peso di chi offre conforto a tutti. Lo abbiamo visto nel pianto di don Pino e di una comunità. E quel sentimento divampato si è appiccicato a un’anima con il saio sdrucito e da lì non si muoverà più.

Ma c’è la storia più dolorosa. E anche questa si è resa visibile durante le esequie. Una mamma e un papà, anziani e sofferenti, qui raccontati da una foto tratta dalla pagina Facebook dell’arcidiocesi. Lei che riesce a chinarsi, per baciare la bara del figlio. Lui che può appena sfiorarla con la mano che aveva baciato un attimo prima.

La mamma. Era lei che parlava con Biagio, disperso per l’Italia, nella puntata di ‘Chi l’ha visto’, con una sintonia di voci che esiste immancabilmente tra chi ha partorito e chi è nato. Il papà. Quasi obbligato dal suo ruolo – chi avrebbe reagito altrimenti, almeno all’inizio? – a preoccuparsi per quel ragazzo che non voleva un futuro borghese, ma la condivisione di una vita intera con i più poveri e diseredati. Un padre, infine, abbracciato da una scelta più grande. Un padre e una madre che hanno perso un figlio.

Pure loro abbiamo osservato mentre si davano forza, mentre si tenevano per mano, mentre pregavano, mentre, attoniti, fissavano la tragedia che ogni essere umano vorrebbe scansare: il lutto di sopravvivere. Però, non erano soli e non lo saranno mai, lo dicevano le mani delicatamente poggiate sulle loro spalle. C’erano le sorelle di Biagio. C’erano i cognati. C’erano le nipoti che hanno letto un messaggio potente. Una testimonianza di dolcezza e di unità. Guardando la famiglia di un uomo che ha lasciato tutto, abbiamo capito tutto. Dietro ogni magnifica avventura, c’è sempre l’amore di tutti. (Roberto Puglisi)


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