Blitz antimafia tra Villaseta e Porto Empedocle, scattano 19 arresti

Blitz antimafia tra Villaseta e Porto Empedocle, scattano 19 arresti

Cinquantuno gli indagati - NOMI E VIDEO

AGRIGENTO – Blitz ad Agrigento. I carabinieri del Nucleo Investigativo, agli ordini del colonnello Vincenzo Bulla, hanno eseguito questa mattina una nuova operazione contro le cosche mafiose di Villaseta e Porto Empedocle. L’operazione rappresenta lo sviluppo naturale dei ventiquattro fermi scattati meno di un mese fa. Gli indagati sono cinquantuno. Per trentasei di loro è stata disposta la custodia cautelare in carcere, per altri quindici i domiciliari.

Il provvedimento è firmato dal gip del tribunale di Palermo, Antonella Consiglio, su richiesta del procuratore aggiunto Sergio Demontis e dei sostituti Claudio Camilleri, Giorgia Righi e Luisa Bettiol. Le accuse – a vario titolo – sono associazione a delinquere di stampo mafioso, associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, detenzione di armi. Molti degli indagati si trovano già in carcere poiché raggiunti, appena tre settimane fa, da misura cautelare.

Oggi ne sono scattate altre che riguardano chi, invece, era rimasto a piede libero. Si tratta di: Giuseppe Aliseo, 25 anni, di Canicattì; Calogero Bellaccomo, 40 anni, di Agrigento; Alfonso Bruccoleri, 59 anni, di Porto Empedocle; James Burgio, 33 anni, di Porto Empedocle; Giuseppe Casà, 29 anni, di Agrigento; Antonio Crapa, 54 anni, di Favara; Salvatore Damanti, 36 anni, di Agrigento; Valery Di Giorgio, 29 anni, di Agrigento; Stefano Fragapane, 29 anni, di Agrigento; Alessandro La Cola, 40 anni, di Canicattì; Massimo Lazzaro, di Agrigento; Calogero Morgana, 37 anni, di Agrigento; Giuseppe Nicastro, 36 anni, di Gela; Giuseppe Piscopo, 49 anni, di Gela; Antonio Puma, 44 anni, di Agrigento; Stefano Rinallo, 39 anni, di San Cataldo; Antonino Salinitro, 25 anni, di Gela; Rosario Smorta, 52 anni, di Gela; Alessandro Trupia, 36 anni, di Agrigento. 

Gli indagati, come detto, sono cinquantuno: Domenico Blando, 68 anni, di Favara; Michele Bongiorno, 35 anni, di Favara; Pietro Capraro, 40 anni, di Agrigento; Ignazio Carapezza, 34 anni, di Porto Empedocle; Carmelo Corbo, 47 anni, di Canicattì; Samuel Pio Donzì, 26 anni, di Agrigento; Carmelo Fallea, 49 anni, di Favara; Cosimo Ferro, 36 anni, di Castelvetrano; Francesco Firenze, 39 anni, di Castelvetrano; Giuseppe Focarino, 59 anni, di Palermo; Cristian Gastoni, 32 anni, di Agrigento; Angelo Graci, 60 anni, di Castrofilippo; Alfonso Lauricella, 59 anni, di Porto Empedocle; Gaetano Licata, 40 anni, di Agrigento; Fabrizio Messina Denaro, di Castelvetrano; Fabrizio Messina, 50 anni, di Porto Empedocle; Gabriele Minio, 37 anni, di Agrigento; Roberto Parla, 53 anni, di Canicattì; Calogero Prinzivalli, 42 anni, di Agrigento; Angelo Tarallo, 45 anni, di Agrigento; Guido Vasile, 66 anni, di Agrigento; Nicolò Vasile, 44 anni, di Agrigento; Giuseppe Pasqualino, 34 anni, di Gela; Mirko Salvatore Rapisarda, di Gela; Emanuele Ricottone, di Marianopoli; Giuseppe Sottile, 38 anni, di Agrigento; Alfonso Tarallo, 45 anni, di Agrigento. Giuseppe Aliseo, 25 anni, di Canicattì; Calogero Bellaccomo, 40 anni, di Agrigento; Alfonso Bruccoleri, 59 anni, di Porto Empedocle; James Burgio, 33 anni, di Porto Empedocle; Giuseppe Casà, 29 anni, di Agrigento; Antonio Crapa, 54 anni, di Favara; Salvatore Damanti, 36 anni, di Agrigento; Valery Di Giorgio, 29 anni, di Agrigento; Stefano Fragapane, 29 anni, di Agrigento; Alessandro La Cola, 40 anni, di Canicattì; Massimo Lazzaro, di Agrigento; Calogero Morgana, 37 anni, di Agrigento; Giuseppe Nicastro, 36 anni, di Gela; Giuseppe Piscopo, 49 anni, di Gela; Antonio Puma, 44 anni, di Agrigento; Stefano Rinallo, 39 anni, di San Cataldo; Gerlando Romano, di Agrigento; Rosario Smorta, 52 anni, di Gela; Alessandro Trupia, 36 anni, di Agrigento. 

Il nuovo provvedimento rappresenta il naturale sviluppo dei fermi scattati lo scorso 16 dicembre. Molte delle persone raggiunte oggi da misura cautelare comparivano già nella lista degli indagati. Le indagini – coordinate dal procuratore aggiunto Sergio Demontis e dai sostituti Claudio Camilleri, Giorgia Righi e Luisa Bettiol – hanno fatto luce sulla riorganizzazione delle cosche mafiose di Villaseta e Porto Empedocle.

La prima sarebbe stata guidata dal boss Pietro Capraro, tornato operativo dopo aver scontato oltre dieci anni di carcere nell’inchiesta “Nuova Cupola”; la seconda, invece, sarebbe stata saldamente nelle mani di Fabrizio Messina, fratello del boss ergastolano Gerlandino. L’odierno provvedimento, invece, colpisce i soggetti che gravitano intorno ai due clan e soprattutto persone che avrebbero avuto un ruolo nel traffico di sostanze stupefacenti. Nelle scorse settimane, a margine di una perquisizione, i carabinieri hanno rinvenuto e sequestrato l’arsenale della cosca di Villaseta e parte della cassa del clan. In un bidone di plastica in un casolare, infatti, i militari hanno trovato diverse pistole, un mitra, una bomba a mano e anche delle penne-pistola. Per questo motivo è stato arrestato Alessandro Mandracchia, 48 anni, operatore ecologico. L’uomo è ritenuto il custode. Nello stesso contesto, invece, è stato denunciato Luigi Prinzivalli, 72 anni, zio del boss Pietro Capraro, ex venditore di frutta e verdura, trovato in possesso di ben 80 mila euro in contanti.


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