Oggi è il mio ultimo giorno da direttore di Livesicilia. Dopo tanti anni in cui ho visto nascere e crescere questo giornale, mi preparo a cominciare nei prossimi mesi una nuova e stimolante pagina della mia vita professionale che potrà ulteriormente arricchire la mia formazione. Con queste poche righe voglio salutare i nostri lettori e ringraziarli. E non solo loro. Tantissime sono le cose che porterò con me quando giungerà al termine questo percorso. Che non è stato solo quello dell’ultimo anno, in cui ho avuto l’onore e l’onere di dirigere il giornale, ma che comincia quindici anni fa, prima ancora della fondazione di Live, quando seguendo la grande intuizione del mai dimenticato Francesco Foresta, insieme con Giuseppe Amato e Roberto Benigno, avviammo un cammino che anno dopo anno, con il contributo di tante persone di grande qualità, ha reso più ricco il panorama dell’informazione in Sicilia e che, lo dico con orgoglio, ha reso più informata e quindi più libera la Sicilia.
In tutti questi anni, dalla fondazione di questa testata a oggi, abbiamo navigato in acque a volte burrascose, scontrandoci anche con venti avversi, sperimentando le difficoltà della nostra meravigliosa professione e i tentativi di ogni sorta di potere (in dodici anni un po’ tutti, a giro, ci hanno provato) di rendere il nostro lavoro più difficile. Ma mai in quelle vicende abbiamo ceduto alla tentazione di indossare i panni del martire autoproclamato, scegliendo piuttosto di mantenere sempre quelli più consoni dei giornalisti, lavorando, lavorando e lavorando, nel modo in cui tutti noi qui intendiamo da sempre il nostro ruolo. Prendendo molto sul serio il nostro lavoro ma mai troppo sul serio noi stessi. E per questo comune sentire e per tanto altro, in primis per i nostri tanti momenti di allegria, risate e complicità, ringrazio i miei compagni di viaggio, che non cito uno per uno ma che sanno, ne sono certo, quanto ognuno di loro sia importante per me.
In questo anno Livesicilia ha informato i siciliani quotidianamente sulla pandemia e sul faticoso cammino che pian piano ci sta portando fuori dall’incubo. Lo abbiamo fatto con tutta l’attenzione che la delicatezza della situazione imponeva ma senza mai celare all’opinione pubblica informazioni che questa aveva diritto di conoscere, anche quando qualche maestrino dalla penna rossa teorizzava cosa potessero e cosa non potessero scrivere i giornalisti con la scusa del non destare allarme. Abbiamo dato ripetutamente voce alle categoria messe in ginocchio dalle restrizioni da pandemia. Abbiamo seguito i grandi fatti di cronaca, alcuni – mi piace ricordare qui la tragica vicenda del “Nuova Iside” – con una particolare attenzione dettata dalla brama di giustizia per i più deboli, la stessa che mi spinse ad aprire nel mio primo giorno da direttore con un omaggio ad Adnan Siddique, ucciso dopo essersi ribellato al caporalato. Abbiamo raccontato la mafia e le sue miserie e l’antimafia e le sue storture, l’abisso della violenza sulle donne, le difficoltà delle nostre città e i mondi invisibili delle nostre campagne, le tormentate vicende della politica regionale, intervistando anche protagonisti della scena politica nazionale, garantendo il pluralismo che da sempre è la cifra di questo giornale. Abbiamo richiamato tante volte l’attenzione sul dramma dimenticato del Mezzogiorno, che rapinato a abbandonato inesorabilmente si svuota vedendo evaporare il suo futuro. Abbiamo cercato di dar voce al garantismo, in un Paese che per anni lo ha considerato alla stregua di una patologia e abbiamo parlato spesso di carceri mostrando quel mondo che spesso fa comodo non vedere. Abbiamo aperto una finestra sulla cultura, lo spettacolo, la società civile, il volontariato, tutti quei semi di speranza per vedere sbocciare una Sicilia più bella. Ci abbiamo provato, aggiungendo la nostra voce alle altre, stimate e preziose, del giornalismo siciliano.
Ringrazio tutti i miei colleghi, la proprietà e il management di questo giornale e soprattutto ringrazio i nostri lettori per la fiducia che ci hanno accordato e che ci accordano, soprattutto in questi ultimi mesi così complicati, in cui la fiducia è diventata un valore ancora più prezioso. Sono certo che il “mio” Live resterà per tanti, lunghi anni a venire un punto di riferimento per la Sicilia e non solo. Questo auguro ad Antonio Condorelli, amico e collega innamorato di questa professione, a cui da domani passerò il testimone alla direzione, ai bravissimi giornalisti e a tutta la famiglia di Livesicilia. E ai suoi lettori, il più grande valore di questo giornale. Buon vento.