Confiscati beni e conti correnti| agli eredi di Angelo Santapaola - Live Sicilia

Confiscati beni e conti correnti| agli eredi di Angelo Santapaola

Confiscati beni per circa 1 milione e mezzo di euro.

L'operazione della Dia
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CATANIA. Nella mattinata odierna, la Direzione Investigativa Antimafia di Catania ha proceduto alla confisca di beni per un valore di circa 1.500.000 euro, riconducibili a Angelo Santapaola- cugino di Benedetto, capo indiscusso dell’associazione mafiosa di Cosa Nostra Catanese denominata “Santapaola-Ercolano”, ucciso in data 26.09.2007, insieme a  Nicola  Sedici anch’egli appartenente al clan – e costituiti da diverse unità immobiliari site in Catania ed in Augusta (SR), auto e numerosi conti correnti bancari intestati a  Giuseppe e Grazia Corra, rispettivamente suocero e moglie del boss.

Il decreto di confisca, emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Catania, è il frutto di complessa attività di indagine svolta dal Centro Operativo D.I.A. di Catania e coordinato dalla Procura Antimafia di Catania diretta dal dott. Giovanni Salvi. Nella fattispecie, l’attività operativa condotta dalla D.I.A di Catania, ha avuto come obiettivo quello di colpire il patrimonio ritenuto illecitamente accumulato da Angelo Santapaola, in applicazione della normativa che consente di aggredire il patrimonio dei soggetti mafiosi anche dopo la loro morte, con riferimento ai beni di cui lo stesso poteva disporre e che si ritiene siano frutto di attività illecite o ne costituiscano il reimpiego.

Angelo Santapaola, cugino di Benedetto , capo indiscusso dell’associazione mafiosa di Cosa Nostra Catanese denominata “Santapaola-Erco1ano”, risulta deceduto in data 26.09.2007; il cadavere veniva ritrovato in data 30.09.2007 nelle campagne della piana di Catania, in Ramacca, insieme a Sedici Nicola, con cui in quel periodo era spesso in compagnia, bruciato e attinto da colpi di arma da fuoco.

Nell’ambito dell’indagine condotta dalla D.I.A di Catania, culminata con l’operazione cd. “Arcangelo”, Angelo Santapaola risultava essere gravemente indiziato, anche per il GIP presso il Tribunale di Catania che emetteva un’ordinanza di custodia cautelare, per avere diretto l’associazione mafiosa denominata “Santapaola ”, ordinanza che non veniva eseguita in quanto, come detto Angelo Santapaola venne ucciso.

Riguardo l’omicidio di Angelo Santapaola, la Corte di Assise di Catania in data 25/03/2014, ha riconosciuto Vincenzo Aiello, già rappresentante provinciale della medesima famiglia mafiosa, quale responsabile del grave delitto portato a termine anche per bloccare il comportamento troppo violento di Angelo Santapaola, infliggendo, nei suoi confronti, l’ergastolo.

Le indagini di natura economico-finanziaria e patrimoniale espletate dalla D.I.A., che abbracciano l’arco temporale compreso tra il 2000 e il 2011, volte a rilevare anche la capacità reddituale del Santapaola e del suo nucleo familiare, hanno permesso di identificare una serie di beni che, benché formalmente intestati a prossimi congiunti dello stesso, sono effettivamente riconducibili alla titolarità di quest’ultimo.

L’esito degli accertamenti ha evidenziato, in particolare, forti profili sperequativi tra i redditi dichiarati e il patrimonio posseduto, tali da fondare la presunzione, accolta dal Tribunale già con l’originario decreto di sequestro, di un’illecita acquisizione patrimoniale derivante dalle attività delittuose connesse all’organico e prolungato inserimento del Santapaola, nell’ambito dell’omonimo Clan. Il provvedimento di confisca, emesso dal Tribunale di Catania, ha interessato 11 unità immobiliari site in Catania, un’unità immobiliare sita in Augusta (SR), svariati conti correnti per un valore di circa 250.000,00 euro, 2 autovetture, per un valore complessivamente stimato in euro 1.500.000,00.

Con il medesimo provvedimento, il Tribunale di Catania – Sezione Misure di Prevenzione, ha applicato nei confronti di Giuseppe e  Silvio Corra, rispettivamente, suocero e cognato di Angelo Santapaola, la misura di prevenzione personale sottoponendoli alla sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per la durata di anni 2 e mesi 6.  I predetti sono stati tratti in arresto nell’ambito dell’operazione “Arcangelo” e condannati in primo grado,  Giuseppe Corra per il reato di riciclaggio alla pena di anni 6 di reclusione e Silvio Corra per i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso e estorsione alla pena di anni 6 e mesi 6 di reclusione. Con l’operazione Arcangelo, gli investigatori della D.I.A. riuscivano, ad acquisire elementi in ordine ai nuovi assetti all’interno del “clan Santapaola” dopo la scarcerazione del pluripregiudicato Angelo Santapaola (primo cugino di Benedetto).


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