PALERMO – L’intesa certa, al momento, è quella che porta i centristi dell’ex presidente della Camera Pierferdindando Casini e dell’ex ministro per la Pubblica amministrazione Gianpiero D’Alia sotto braccio al Partito democratico, mentre per sapere se anche gli alfaniani saranno della compagnia bisognerà attendere almeno 48 ore. Il coordinatore regionale di Ap Giuseppe Castiglione frena (“l’accordo non c’è ancora”) ma la strada sembra tracciata: l’alleanza che in Sicilia ha tenuto in piedi per cinque anni il governo Crocetta è sulla via della replica alle Regionali del 5 novembre. Per dirla con le parole del presidente della commissione Esteri al Senato in ottica Regionali nascerà “una coalizione tra moderati e progressisti”.
Il lungo tira e molla di questi mesi, con i centristi sempre fermi davanti al bivio delle alleanze, ha avuto fine a Scicli: “Il nostro campo è il centrosinistra – le parole di Casini dal centro ragusano -. Non seguiremo il Partito popolare europeo, che in Sicilia seguirà una impostazione di destra”. L’ex presidente della Camera, che tira dentro la coalizione anche gli alfaniani (“sono convinto che saranno col centrosinistra”), piazza i tre nomi che a suo dire sarebbero “in campo”: D’Alia, il deputato nazionale Dore Misuraca e l’europarlamentare Giovanni La Via, con quest’ultimo che appare in leggero vantaggio sui primi due.
Il condizionale sui nomi è d’obbligo ed è sinonimo di cautela, la stessa che viene utilizzata dalle parti del Partito democratico. Più di una voce dem, infatti, fa notare che l’intesa con Alternativa popolare “è quasi in dirittura d’arrivo”, ma la trattativa sul candidato governatore è ancora tutta da definire. Raciti ha salutato positivamente le parole di Casini (“siamo pronti a proseguire il cammino insieme”) e anche il sottosegretario alla Salute Davide Faraone si è affrettato a brindare all’intesa che porta al “campo largo del centrosinistra”, ma in via Bentivegna, sede regionale del partito, ragionano comunque a una propria proposta da formulare agli alleati ben coscienti, però, che si rischierebbe di rinfocolare le divisioni interne. Da risolvere anche il nodo Crocetta: il governatore ha da tempo annunciato l’intenzione di voler scendere in campo per tentare la strada della riconferma a Palazzo d’Orleans e davanti a ulteriori indugi potrebbe riesumare l’ipotesi di primarie di coalizione.
L’ingresso di Ncd nello scenario, però, apre un nuovo fronte con la sinistra. “Non è pensabile che gli stessi protagonisti delle peggiori esperienze di governo in Sicilia possano essere oggi gli stessi che ci spiegano come salvarla – afferma il deputato di Sinistra italiana Erasmo Palazzotto -. Non è mettendo insieme un pezzo del vecchio centrodestra con il fu centrosinistra che si affronta l’emergenza politico-istituzionale che investe oggi la Sicilia”. A questo punto il blocco formatosi con Sinistra italiana, i bersaniani di Articolo 1-Mdp e la lista dei territori del sindaco di Palermo Leoluca Orlando sembra destinato ad allontanarsi dal Pd e a proporre una propria candidatura. Ieri Palazzo delle Aquile è stato teatro di un ulteriore incontro, a cui ha partecipato anche Fabio Giambrone, uomo fidato del ‘professore’. Sinistra italiana e Mdp hanno evidenziato al sindaco di Palermo il loro no “a soluzioni di equilibrismo politico tra le segreterie”. La strada indicata a Orlando è quella di una “proposta anomala” e che “non provenga dai partiti”.