Catania, crollo al Tribunale: "Un miracolo non sia successo nulla" - Live Sicilia

Catania, il crollo al Tribunale: “Un miracolo non sia successo nulla”

L'incidente ieri sera, da appena un'ora gli impiegati dell'ufficio erano andati via. Chiuso il terzo piano del Palazzo di Giustizia
LA TESTIMONIANZA
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CATANIA – Poteva finire male: il crollo di un solaio al terzo piano del Tribunale di Catania ha sparso macerie su un pezzo dell’ufficio Gip, e solo l’orario ha fatto sì che nessuna persona fosse ferita. Da oggi il terzo piano del palazzo è di fatto chiuso, con disagi per i lavoratori e per l’amministrazione della giustizia.

Il crollo

Il cedimento del solaio è avvenuto intorno alle 19 di ieri sera. “Se fosse successo un’ora prima sarebbe andata molto peggio: i colleghi erano ancora tutti qui”: a raccontare è Giovanni Giuffrida, cancelliere della sezione Gip e sindacalista dell’Unsa. “Le macerie sono finite sulle sedie – continua Giuffrida – è un miracolo che non sia successo niente”.

Sotto le macerie è finito un pezzo di ufficio del Gip, che lavora tra il piano terra e il terzo. Ma il problema coinvolge tutto il piano, non solo la parte in cui è avvenuto il crollo, tanto che questa mattina, per motivi di sicurezza, tutto l’ufficio del Gip e la sezione fallimentare del tribunale sono stati chiusi. Il solaio infatti potrebbe essere tutto pericolante a causa delle infiltrazioni d’acqua dal tetto.

I disagi

Tutto l’ufficio del Giudice per le indagini preliminari deve ora trovare un luogo temporaneo in cui svolgere il suo lavoro. Che non si può fermare: “Dal nostro ufficio – racconta ancora Giuffrida – passano carte di processi e indagini delicate, che non si possono fermare. Noi al momento siamo anche senza Pc, rimasti sulle scrivanie, e quando li recupereremo ci appoggeremo agli uffici del piano terra”.

La soluzione potrebbe passare anche da locali provvisori: “Il presidente del Tribunale Francesco Mannino si è attivato subito – dice Giuffrida – per trovare dei locali in cui svolgere il nostro lavoro”.

Il consiglio dell’Ordine

“Il crollo di un soffitto, verificatosi ieri al tribunale di Catania, è un incidente che non ci sorprende. Da anni denunciamo i problemi strutturali nel Palazzo di Giustizia. Adesso ci sarà da fare i conti con una serie di problemi organizzativi per gli uffici, che si riverseranno, inevitabilmente, sull’intera struttura giudiziaria e su cittadini e difensori. Il Consiglio dell’Ordine ha più volte posto all’attenzione delle autorità e delle istituzioni le carenze dell’edilizia giudiziaria nella nostra città, ma senza ottenere risposte. Così siamo arrivati a questo ennesimo episodio che poteva anche essere tragico. Ci auguriamo che gli interventi di ripristino siano immediati e che questo ennesimo episodio sia uno sprone per affrontare e risolvere la questione dell’edilizia giudiziaria a Catania”, così il presidente dell’Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Catania, Rosario Pizzino sull’incidente avvenuto ieri notte al tribunale di Catania.

La voce dell’Anm

Dopo il crollo del tetto della cancelleria dell’Ufficio Gip di Catania, l’Anm auspica un incontro con il ministro della Giustizia sulla questione dell’edilizia giudiziaria. Quello della notte scorsa, sottolinea in una nota, “è solo l’ennesima dimostrazione dell’incuria in cui versano attualmente molti dei palazzi di giustizia. Una tragedia sfiorata, a poche settimane dal crollo di una scaffalatura nell’aula Magna della Corte d’Appello di Bari e di parte del rivestimento esterno del Palazzo minorile di Venezia”. L’Associazione magistrati sul tema ha realizzato un dossier, illustrato al Congresso la scorsa settimana. “Le precarie condizioni delle strutture giudiziarie, con il conseguente disagio in cui tutti gli operatori della giustizia sono costretti a lavorare, non sono più sopportabili. Occorre che le istituzioni – sollecita la giunta esecutiva centrale – intervengano senza ulteriore ritardo per tutelare la salute e la sicurezza delle migliaia di persone che quotidianamente fanno ingresso negli uffici”. Auspica quindi “un incontro urgente con il ministro della Giustizia per illustrare, anche sulla scorta del dossier fotografico, le maggiori criticità che richiedono interventi assolutamente indifferibili”. 


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