CATANIA – “Non c’eravamo più abituati a queste folle”. È un iscritto storico al Pd etneo a scattare (quasi involontariamente) l’instantanea all’appuntamento di questa mattina mentre prova a farsi largo per recuperare un posto a sedere. Non ci riuscirà ma dirà di essere contento lo stesso.
La chiamata a raccolta della deputata regionale Ersilia Saverino è probabilmente andata ben oltre ogni aspettativa. La sala sotterranea del Plaza Hotel sul lungomare è stracolma. Ed la rappresentanza istituzionale e di partito dei dem è di quella che conta: dal presidente della commissione antimafia Antonello Cracolici al segretario regionale della Cgil, Alfio Mannino, fino al capogruppo all’Ars Michele Catanzaro. Ma anche Giuseppe Berretta, Nello Di Pasquale, Fabio Venezia: tanto per citarne solo alcuni.
Dal palco, nel frattempo, parla la Saverino che rafforza un concetto già espresso nei giorni scorsi: “È un’iniziativa che abbiamo ritenuto necessaria non solo per raccontare, dal nostro punto di vista, questo primo scorcio della legislatura all’ARS, ma anche per riflettere e ragionare insieme sulla situazione economica e sociale della Sicilia, ad un anno dall’insediamento del nuovo governo regionale.
A partire dal deficit infrastrutturale. Parlano del ponte, ma senza porti adeguati, senza ferrovie veloci, senza autostrade degne di chiamarsi tali, senza piattaforme per il trasporto intermodale, senza aree industriali attrezzate e moderne, con una gestione dilettantesca degli aeroporti, non servirà a molto se non a riproporre l’ennesimo spot elettorale che va avanti da decenni”.
Ed ancora: “Ci troviamo di fronte ad un governo regionale che non governa e non programma. Abbiamo scelto tre temi, Sanità, Scuola e Sviluppo perché attorno ad essi dobbiamo chiamare al confronto le forse sociali, raccogliere idee, proposte, innervare battaglie politiche nei territori e restituire alla Sicilia autorevolezza e rappresentanza anche sul piano nazionale”.
A suggello dell’iniziativa arriva anche il segretario regionale, Anthony Barbagallo che la butta lì: “Siamo vivi. Quella di questa mattina è una grande presenza”.