Catania, tocca a Zitelli ricostruire Db in vista delle Regionali - Live Sicilia

Catania, tocca a Zitelli ricostruire Db in vista delle Regionali

Ecco cosa succede nel movimento del presidente della Regione Siciliana. Tutti i nodi

CATANIA – Un cambio della guardia apparentemente indolore che chiude una fase e ne apre un’altra, quella delle elezioni Regionali. Ben più decisiva. La scelta di nominare il deputato di Sala d’Ercole Giuseppe Zitelli alla carica di commissario di Diventerà Bellissima nel Catanese fa il paio con la formula cinematografica che dice: quando-il-gioco-si-fa-duro-i-duri-cominciano-giocare. La somiglianza con John Belusci è tutt’altro che evidente. Sono però il curriculum già navigato e il considerevole fortino elettorale in area Etna a rendere Zitelli l’uomo-giusto-al-momento-giusto. Colui, cioè, che dovrà serrare i ranghi e ricucire il vestito di un partito che, nei territori, ha difficoltà a emergere (per usare un eufemismo). 

Lo spartiacque

L’ultima tornata amministrativa segna lo spartiacque, almeno in provincia di Catania. Simbolo pressoché assente, se non a Caltagirone, e candidati mimetizzati in liste dal sapore più civico che politico. Il risultato è noto ai più: poco, pochissimo. Il piazzamento sotto lo sbarramento nella città governata da Gino Ioppolo, musumeciano doc, vale quanto un campanello di allarme.

Appunto perché da lì il segretario dem Antony Barbagallo e il cinque stelle Giancarlo Cancelleri hanno potuto issare la bandiera della Stalingrado giallorossa e lanciare la sfida a Nello Musumeci. Palermo forse non è Berlino. Tant’è, però, che l’attuale inquilino di Palazzo d’Orlean ha l’obbligo di correre ai ripari e respingere l’assalto non soltanto dell’attuale opposizione regionale, ma dei compagni di coalizione.  

La ricetta

Diventerà bellissima dunque sta studiando come ripartire. Il 20 novembre arriverà la ricetta per gestire il calendario pre-elettorale. Intanto – a microfoni off – più di un amministratore lamenta la sostanziale smobilitazione, durante gli ultimi quattro anni, del movimento guidato dal governatore. Certo è che nessuno vuole mettere sulla graticola l’ormai ex guida in provincia di Catania, Francesca Catalano.

La sensazione è che la dottoressa prestata alla politica e leale a Ruggero Razza, non avrebbe fatto altro che dare continuità a una delle regole non scritte della scuderia gialloblù. Quella che il movimento non deve in nessun modo creare intralci alla vita del governo regionale, neanche quando si tratta di competere elettoralmente. Non a caso, è stata la scelta di non concorrere alle Europee a segnare lo strappo traumatico con Raffaele Stancanelli. 

Treno Regionali in arrivo

Le Regionali però non possono essere disertate. È evidente. Sarà dunque Zitelli a guidare la macchina in provincia di Catania. Raggiunto da LiveSicilia, il diretto interessato riferisce che “Db ha grandi potenziali, serve l’input giusto e l’impegno di tutti”. Si parte da qui. I bene informati dicono che questa decisione era stata già presa almeno un anno fa e rimandata più volte. Sarà. Ma il suo ingresso coincide con l’avvio del triumvirato chiamato a succedere a Gino Ioppolo nel coordinamento isolano: i deputati Ars Giusi Savarino, Giorgio Assenza e Alessandro Aricò (Pino Galluzzo si occuperà di Enti locali).

“Sono grato a tutto il movimento per la fiducia che ha voluto riconoscermi – dice Zitelli nella nota che accompagna la presa di possesso dell’incarico  – mi impegnerò al massimo per non deludervi, lavorando per la nostra terra, perché il futuro della Sicilia sia caratterizzato da politici che operano seriamente per il bene del territorio. Ringrazio Francesca Catalano per il lavoro importante fin qui svolto”.

I mal di pancia

Il neo commissario, dunque, prende possesso del volante di Diventerà Bellissima puntando a costruire quella rete di consenso – con base a Belpasso – che in parte ha già dimostrato di avere quattro anni fa, quando è stato eletto all’Ars. Non mancano però i mal di pancia. C’è infatti a chi non piace la scelta di affidarsi ai parlamentari regionali per rilanciare il movimento in vista del voto. Tra le stanze dei “bellissimi” si parla addirittura di “parlamentarismo”. Una presunta deriva che non piace perché non allarga la platea della classe dirigente. Semmai – dicono gli scontenti – serve a consolidare la posizione di chi ne ha già una.   


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