CATANIA. “Il governo non vuole un dialogo con noi. I vari incontri che si stanno facendo sono finti. Ci chiamano per dirci ‘diteci cosa pensate’ e poi decidono loro senza discutere con nessuno”. Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, approfitta della giornata d’incontri tra Ragusa e Catania per ribadire le ragioni del muro contro muro con la presidente del consiglio Giorgia Meloni. E intanto annuncia una possibile stagioni di scioperi.
Un nuovo autunno caldo che potrebbe arrivare dopo la manifestazione nazionale del 30 settembre prossimo a Roma. “Ci stiamo organizzando insieme ad un numero di diverse associazioni laiche he e cattoliche proprio – ha detto Landini – perché è il momento di dire che bisogna cambiare registro. Basta, la gente si è stancata. Al centro devono tornare la persona, il lavoro, la giustizia sociale”.
Gli scioperi, a livello nazionale, sono già partiti. “Hanno cominciato i metalmeccanici unitariamente ed hanno avuto successo; domani c’é quello delle ferrovie; sabato c’é lo sciopero del trasporto aereo. Altre categorie di lavoratori stanno scendendo in piazza”, ha ricordato il segretario della Cgil parlando con i giornalisti a margine della manifestazione tenuta al Bastione degli Infetti di Catania sul tema della rigenerazione urbana.
“E’ chiaro che – ha detto ancora Landini- che se a settembre nel documenti di programmazione economica e nella legge di bilancio il governo pensa di collegare su quello fatto fino ad adesso, è chiaro che non si può che intensificare la mobilitazione senza escludere nessun tipo di strumento”.
“Se parli di pensioni – ha proseguito Landini – non ti dicono quante risorse ti mettono; se parli di fisco fanno la delega votata in Parlamento e non discutono con te. Se parli di precarietà allargano i voucher dei contratti a termine con decreto legge senza nessuna discussione. Non hanno messo un euro per aumentare i salari dei lavoratori della sanità e della scuola, contratti tutti scaduti”.
“E’ chiaro che in una logica di questa natura – ha concluso Landini – c’è il tentativo del governo di decidere senza il coinvolgimento delle parti sociali. Addirittura in alcuni casi il governo chiama sindacati di qualsiasi genere senza alcuna rappresentanza ai tavoli della trattativa . Questo è un modo per delegittimare chi democraticamente rappresenta milioni di persone”.