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Che fine ha fatto Renzi?

Indietro nei sondaggi ma ancora forte sulle poltrone, l'ex rottamatore potrà dire la sua sul risiko del sottogoverno
IDEE IN PIAZZA
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3 min di lettura
Ugo Piazza

Cosa c’è oltre la pandemia, oltre quella luce che iniziamo a intravedere alla fine del tunnel, nella speranza che i vaccini arrivino e che si riescano a somministrare a tappeto il più velocemente possibile? Cosa dobbiamo aspettarci quando tutto ciò sarà arginato, forse superato quantomeno controllato e gestito? Ma soprattutto cosa sta accadendo nel frattempo nel sottobosco della politica e della pubblica amministrazione, la stessa che sarà poi chiamata a trovare soluzioni concrete e pragmatiche per far ripartire un’economia ormai al collasso gestendo miliardi di euro? Ma la domanda che mi incuriosisce di più è dove è finito, di fatto scomparso da poco meno di un bimestre colui che negli ultimi anni ha determinato molti degli assetti politici del nostro Paese? In perfetto stile prima repubblica facendo l’ago della bilancia in maggioranze parlamentari così risicate da permetterlo: dove è finito Matteo Renzi?

Eravamo partiti dalla rottamazione, per poi far risuonare l’ormai noto tintinnio della campanella anticipato dalla frase “stai sereno” rivolta all’allora presidente del Consiglio Letta, passando dal fallito referendum costituzionale anch’esso anticipato dalla frase “se non passa smetto di fare politica”, fino alla sua uscita dal Partito Democratico, determinando la caduta del governo giallo verde per poi fondare Italia Via e dar vita al governo Giallo Rosso, anch’esso rottamato per tornare al risuono della campanella che ci ha portato fino al Governo Draghi. I più pensano che di fatto Renzi, alla fine, si sia auto-rottamato, di fatto la sua presenza tra ministri e sottosegretari é sempre stata tutt’altro che rottamante, ma ancora di più, nonostante i sondaggi che oggi lo danno intorno al 3% può ancora contare su di una flotta di deputati e senatori che conta ben oltre quaranta pesantissime poltrone. Ma allora qual è la vera partita, strategicamente fuori dalla scena mediatica, ma sotto i lussuosi arazzi dei palazzi del potere si sta giocando Matteo Renzi? La vera partita è la gestione dei miliardi di euro che prima o poi arriveranno dall’Europa. Per far questo non serve certo l’attuale manciata​ di sottosegretari che ha inserito nel governo di Mario Draghi, ma ciò che serve veramente sarà piazzare i suoi uomini nei posti chiave di sottogoverno, ci sono ancora da ricoprirne ben oltre 500 tra burocrazia nazionale e partecipate del Ministero dell’Economia. Nello specifico 360 da assegnare in posti chiave della burocrazia ministeriale e 190 nei CdA delle partecipate. E certo non parliamo di posti di poco conto: Rai, Gse, Enel, Eni, Ferrovie, Anas, Poste, TrenItalia e tanta altra roba… Di fatto quegli Enti e posti che al contrario dei sottosegretari e di molti ministri a cui hanno dato la poltrona ma tolto il pannello di controllo, avranno in mano la programmazione e la tempistica per spendere i soldi che arriveranno, mai così tanti, prima di oggi in Italia. Matteo Renzi questo lo sa bene, come non ricordare che uno dei punti della diaspora col Conte bis, fu la strategica delega ai servizi segreti. L’Italia resta uno strano paese, fallito il bipolarismo, oggi governa chi non fa suonare le campane ma i campanellini meno roboanti ma molto più acuti.

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