Consiglio comunale: ecco chi ritenta la scalata a Palazzo

Consiglio comunale: ecco chi ritenta la scalata a Palazzo

Figli, fratelli ed ex. La corsa verso l'aula consiliare del Comune è ricca di cognomi noti, in qualche caso saltati da una parte all'altra.

CATANIA – Un esercito di ri-candidati, e poi figli e fratelli. Gli elettori di Catania troveranno parecchi cognomi già noti tra quelli dei candidati al Consiglio comunale per le prossime elezioni amministrative 2023. Una selva di persone che si ripresenta alla prova delle urne, nel tentativo di riconfermare il sostegno ottenuto cinque anni fa. O, in qualche caso, ancora prima.

Partendo dal gruppo consiliare uscente più numeroso, cioè quello del Movimento per l’Autonomia, le sorprese sono poche: il presidente del Consiglio Sebastiano Anastasi, fedelissimo lombardiano della prima ora, sarà di nuovo candidato in una delle due liste figlie dell’Mpa e del presidente Raffaele Lombardo. La prima insegna, sulla carta la più forte, dovrebbe essere quella di Grande Catania. Dentro alla quale troverà posto Anastasi, appunto, in accoppiata con Serena Spoto, avvocata ed ex presidente della società partecipata Multiservizi spa.

La flotta degli autonomisti

Nella stessa lista si ricandideranno anche gli uscenti: Bruno Bruccheri, arrivato a Palazzo degli elefanti dopo le dimissioni di Giuseppe Castiglione per andare a occupare il suo seggio all’Assemblea regionale siciliana; Alessandro Campisi, Dario Grasso (ex Forza Italia) e Orazio Grasso. Nessuna ricandidatura per Salvo Di Salvo, che già da tempo pare avesse deciso di tirarsi fuori dai giochi elettorali. Una scelta che sarebbe stata confermata ancora di più dopo la condanna in Corte dei conti per il dissesto del Comune di Catania: ai tempi della sindacatura di Enzo Bianco, l’ex sindaco uscente che adesso non si ricandida, Di Salvo era stato assessore all’Urbanistica e, per questo motivo, è stato coinvolto – come il resto della giunta – nei procedimenti giudiziari seguiti al default di Palazzo degli elefanti. Non dovrebbe ritentare nemmeno Salvatore Peci.

Dai lombardiani dovrebbe poi arrivare anche la lista Popolari e autonomisti. Qui, invece, dovrebbero trovare posto i consiglieri uscenti che arrivano da altri partiti. Maria Grazia Rotella e Angelo Scuderi, eletti nel 2018 nelle civiche a sostegno di Pogliese, erano poi transitati nel gruppo MuovitItalia e, da lì, dopo uno strano caso legato al gruppo Misto, al Movimento per l’Autonomia.

Stessa lista anche per Alessandro Messina: consigliere comunale nel 2013 e poi nel 2018. Nell’ultima tornata era stato eletto tra i musumeciani di Diventerà bellissima, salvo poi saltare per primo sulla barca della Lega nel 2020. Con le stesse vele spiegate, adesso Messina dovrebbe approdare su lidi autonomisti. Percorso simile a quello di un altro ex bellissimo: il consigliere Antonino Penna, il cui abbandono del nido era costato lo scioglimento del gruppo consiliare che faceva riferimento all’ex presidente della Regione Nello Musumeci, è dato per vicino all’area Mpa anche lui.

I nomi di Prima l’Italia

L’altro gruppo consiliare più sostanzioso attualmente presente in aula è quello di Prima l’Italia, la creatura leghista con l’imprinting del vicepresidente della Regione Luca Sammartino e della deputata ed ex candidata sindaca Valeria Sudano. Il capogruppo Giuseppe Gelsomino, figlio dell’ex consigliere Rosario Gelsomino, ritenta la corsa per Palazzo degli Elefanti, in accoppiata con Valentina Saglimbene. A sua volta figlia dell’attuale consigliere, ex Fratelli d’Italia, Franco Saglimbene. Un tandem con il quale si punta a capitalizzare le preferenze del primo, e quelle familiari della seconda. L’altra alfiera sammartinsudaniana in aula, Francesca Ricotta, non dovrebbe essere della partita. E nemmeno Emanuele Nasca, ex M5s, poi passato alla Lega.

Ci riprova, invece, l’ex consigliere comunale (amministrative 2013) Giuseppe Musumeci, fedelissimo di Sammartino, tanto da essere rimasto coinvolto con lui nell’inchiesta per corruzione elettorale a carico di quest’ultimo, principe isolano delle preferenze. Sempre sotto l’egida di Prima l’Italia, saranno ricandidati il consigliere Agatino Giusti e la consigliera Sara Pettinato, anche lei transfuga di FdI. Nome nuovo, ma cognome non tanto per un neocandidato al Consiglio comunale nella lista dei salviniani: Nicolò Sofia, fratello della consigliera dimissionaria Sonia Agata Sofia e figlio dell’ex consigliere Carmelo Sofia.

La corazzata di Fratelli d’Italia

Fratelli d’Italia lancia in campo una truppa di tutto rispetto: Daniele Bottino nel 2018 era stato eletto nella lista Con Bianco per Catania e aveva poi fatto una giravolta di un certo peso, diventando capogruppo di Diventerà bellissima in aula. Adesso i suoi grandi manifesti elettorali, di cui la città è piena, ne raccontano l’impegno in FdI. Con lui gli altri consiglieri uscenti: Manfredi Zammataro, Paola Parisi in tandem con l’ex assessore all’Ecologia Andrea Barresi, e il presidente della commissione Bilancio Santi Bosco.

Chi a destra non si ricandida: Giovanni Grasso, ex candidato sindaco del Movimento 5 stelle, dopo un passaggio al gruppo Misto aveva abbracciato il progetto politico di Salvo Pogliese dentro Fratelli d’Italia. Pare che non ci riproverà. Allo stesso modo non dovrebbe ritentarci Carmelo Nicotra: forte del ricorso – vinto – sull’eleggibilità di Dario Daidone all’Assemblea regionale siciliana, Nicotra sarebbe in attesa di fare le valigie per Palermo. In attesa di collocazione, invece, Santo Russo: già capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio, pare che avesse sposato la causa di Pippo Arcidiacono sindaco.

C’è poi chi non si ricandida probabilmente perché atteso nella giunta del candidato sindaco Enrico Trantino, è il più pogliesiano dei pogliesiani: Luca Sangiorgio, già apprezzato per le sue competenze, si fa da parte. Sostenendo, però, il presidente del IV Municipio Erio Buceti, che adesso prova il grande passo verso piazza Duomo. Dal IV Municipio arriva anche un altro figlio di: Giovanni Curia, figlio del consigliere uscente Bartolomeo Curia, troverà posto nella lista di Enrico Trantino Sindaco.

Il ritorno di Riccardo Pellegrino

Dal Gruppo Misto, Maurizio Mirenda – entrato in aula dopo le dimissioni di Sonia Sofia – dovrebbe riprovare l’elezione con la Democrazia cristiana nuova. Con lui anche il vicepresidente vicario del Consiglio comunale Salvo Giuffrida e un’altra vecchia conoscenza di Palazzo degli elefanti: l’ex consigliere comunale Massimo Tempio. Il condizionale, però, sembra essere obbligatorio. Perché nella composizione della lista pare che ci sia qualche ritardo. Niente di irrisolvibile, s’intende. Rimanendo in area gruppo Misto: Mario Tomasello, detto Poiatti, ex Catania 2.0, dovrebbe scendere in campo nella lista di Forza Italia.

Nello stesso elenco azzurro, oltre all’uscente forzista Giovanni Petralia, farà la sua ricomparsa Riccardo Pellegrino: ex consigliere comunale, ex candidato a sindaco, ex candidato all’Ars, sotto processo per corruzione elettorale (dopo essere stato prosciolto dall’accusa di voto di scambio politico-mafioso), fratello di Gaetano Pellegrino, detto ‘u funciutu, ritenuto esponente del clan Mazzei e uomo di fiducia del capomafia Santo Mazzei. Una parentela che gli è costata una visibilità non certo richiesta.

Ancora dal gruppo Misto: non sarà Enzo Bianco, incandidabile a primo cittadino per decisione della magistratura contabile, ma sarà Giulia Bianco, sua figlia, a correre per un posto a Palazzo degli elefanti. A sostegno, però, del candidato giallorosso più forum civico Maurizio Caserta. Guardando alla parte sinistra dell’aula consiliare attualmente in carica, l’unica formazione di cui analizzare uscenti e ricandidati è rimasta quella del Movimento 5 stelle: ci riprova il pasionario Graziano Bonaccorsi, principale oppositore dell’amministrazione uscente; e ci riprovano anche Lidia Adorno e Giuseppe Fichera. Si tira indietro, invece, Valeria Diana.


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