CATANIA – Dai rubinetti tra via Emilia, via Toscana e via Re Di Puglia, al corso Indipendenza, non esce una goccia d’acqua dal 29 agosto. Tutto a secco, con l’unica eccezione di un’ora e mezza di erogazione nel pomeriggio dell’1 settembre. Per il resto: acqua niente. E adesso la pazienza è arrivata al limite, tanto che i residenti della zona si sono dati appuntamento per questa mattina al commissariato di polizia di piazza Eroi d’Ungheria, nel quartiere di Nesima. “Qualcosa si deve muovere per forza se facciamo una denuncia, no?”.
Almeno è questa la speranza di Salvatore Ricciardi, il residente che si sta facendo carico di raccontare la storia per conto di tutti gli isolati coinvolti. “Ieri mattina, dopo cinque giorni, mi sono fatto una doccia: ho usato tre bottiglie d’acqua. Non ne potevo più. Mi sono fatto anche la barba, anche quella con l’acqua delle bottiglie lasciata cadere nella ciotolina”, spiega a LiveSicilia. Ogni goccia lasciata andare è una goccia in meno per lavare i piatti, cucinare, usare il bagno. “Una situazione igienico-sanitaria francamente al limite della sopportazione“, continua Ricciardi.
È probabilmente l’estate horribilis del capoluogo etneo. I blackout del picco di caldo di luglio hanno lasciato a secco interi quartieri. Poi c’era stata la situazione di via Missori, nella zona di piazza Palestro, dove si era arrrivati a dieci giorni di distacco idrico. E adesso c’è il quartiere di San Leone. Il signor Ricciardi e la moglie hanno messo nero su bianco, una dopo l’altra, tutte le segnalazioni di disservizio inviate alla Sidra, la società che gestisce il servizio idrico nella città di Catania: ne hanno inoltrate dodici, ma la soluzione sembra ancora lontana.
“Ci hanno detto che c’è una tubatura rotta. Ci hanno spiegato prima che avevano individuato il danno, poi che non sapevano dove fosse, poi che era una situazione difficile… – aggiunge il residente – Eppure nello stesso quartiere, a breve distanza, l’acqua c’è. Noi ci sentiamo abbandonati da tutti“. Abbandonati dai tecnici del servizio idrico, che dovrebbero richiamare ma non richiamano. Abbandonati dalle istituzioni, perché “abbiamo mandato una email al sindaco Enrico Trantino e al presidente della Sidra Fabio Fatuzzo, e nessuno si è fatto sentire. Poi abbiamo scritto anche all’Asp, perché ci sono chiaramente problemi di igiene pubblica”.
Nel silenzio di tutti, hanno deciso di rivolgersi alla questura di Catania. Così, entro la mattinata, racconteranno alle forze dell’ordine di questa lunga interruzione del servizio pubblico. “Durante una delle telefonate ci hanno detto che ci spetterà un rimborso, ma si figuri cosa ci importa di farci dare trenta euro di risarcimento quando siamo senz’acqua da una settimana e passa”. I cofani delle macchine sono carichi di bidoni e bottiglie e tra vicini ci si aiuta come può. “S’immagina una persona anziana che porta su i bidoni fino ai piani alti? Oppure qui sotto, che abita una ragazza con tre figli, di cui uno neonato… Come deve fare senza l’acqua?”.
“Se la Sidra non è all’altezza della situazione, allora si deve cambiare gestione“, conclude Salvatore Ricciardi. “Siamo davvero arrivati al limite della sopportazione. Se non ci rispondono con le buone, risponderanno alla polizia”.