Covid e Natale: perché ci sono così tanti morti in Italia

Covid e Natale: perché ci sono così tanti morti in Italia

Studi e analisi sulla tragedia delle vittime nel nostro Paese. Ecco tutte le possibili risposte.
LE STATISTICHE
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L’Italia che organizza il Natale ha troppi morti di Covid. Intendiamoci: ‘troppi’ è un aggettivo che tende a quantificare le dimensioni materiali di una tremenda pandemia, ma nessun numero di vittime sarebbe mai ‘poco’, per il carico di tragedie e di dolore che ogni vita che si spegne reca con sé. Al lutto si aggiunge una domanda angosciosa: quanti di questi decessi potevano essere evitati? Ieri, nel bollettino quotidiano, abbiamo sfiorato la quota di novecento. Sono quasi novecento persone morte in solitudine per cui ‘Natale’ è una parola che non ha più senso.

Lo studio sui decessi

Il ‘Corriere della sera’, per la penna di Marco Imarisio, citando uno studio dell’Ispi ‘Istituto per gli studi di politica internazionale’, scrive: “Il numero totale di decessi questa volta potrebbe superare quello della scorsa primavera. Siamo già a 26.000 vittime contro le precedenti 35.000. La proiezione finale dice che arriveremo a 40.000”.

Il confronto con chi stava peggio

 “Il Regno Unito del fu negazionista Boris Johnson ha 68 milioni di abitanti – scrive Imarisio -, noi poco più di 60 milioni. Un Paese anziano: il 24% della popolazione ultrasessantenne contro il nostro 30%. La media nazionale dei decessi al momento dei rispettivi lockdown è stata di 59 morti al giorno per noi, 140 per UK. Alla fine della prima ondata, noi abbiamo avuto un picco di 800 morti al giorno, loro di 920, una media durata più della nostra. A parità di avanzata dell’infezione, oggi la curva britannica è più bassa della nostra, una media quotidiana di 460 persone scomparse contro le nostre 740″. Il motivo? Forse perché da noi la medicina territoriale viene da anni di problemi irrisolti ed è più difficile assistere il paziente nelle prime fasi dell’infezione, a casa. E anche le incertezze della politica, con i conflitti continui tra governi e regione e ritardi nell’agire tempestivamente.

Le vittime indirette

C’è poi un altro aspetto della tragedia da vagliare. Come si legge da qualche giorno sulle pagine della Fondazione Veronesi: “Fino a oggi, in dieci mesi, il Covid-19 è costato la vita a oltre 60mila italiani. Questo è il dato – ufficiale e provvisorio – che assieme ad altri viene aggiornato ogni pomeriggio dopo le 17. Ma i decessi legati in maniera diretta o indiretta della pandemia provocata dal virus Sars-CoV-2 sono in realtà molti di più. C’è una quota di persone decedute a causa delle complicanze dell’infezione e mai intercettate. E una parte di vittime ‘indirette’ colpite da (o già alle prese con) altre malattie e non messe nelle condizioni di curarsi durante l’emergenza sanitaria. Non contagiati, ma le cui condizioni si sono aggravate: fino alla morte. Sul totale dei decessi in più conteggiati durante la prima e più violenta ondata quanti rientrano nei numeri ufficiali? Meno della metà (43.5 per cento). Questo vuol dire che, vista l’eccezionalità dell’evento in corso, anche la restante quota di vittime in eccesso è da ricondurre alla pandemia“.


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