"Vogliono uccidermi coi dossier" | "Frasi in nessun procedimento" - Live Sicilia

“Vogliono uccidermi coi dossier” | “Frasi in nessun procedimento”

Il procuratore di Palermo Franco Lo Voi

Il presidente della Regione: "Dolore infinito. Mi hanno distrutto, ucciso, volevano eliminarmi. Ci stavano riuscendo, ma tutto diventa chiaro". Il direttore de l'Espresso, Luigi Vicinanza: "Quella conversazione esiste. Il nostro cronista ha ascoltato l'audio". Il procuratore ribadisce: "L'intercettazione tra Tutino e  Crocetta, di cui riferisce la stampa, non è agli atti di alcun procedimento di questo ufficio e neanche tra quelle registrate dal Nas". La procura starebbe valutando l'apertura di un'inchiesta.

Crocette e Lo Voi
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4 min di lettura

ROMA – “Non c’è dubbio. C’è stata un’azione di dossieraggio contro di me. Mi hanno distrutto, ucciso, perché è questo che volevano: farmi fuori, eliminarmi. Ci stavano riuscendo, ma tutto sta diventato chiaro e lo diventerà ancora di più. Palermo è un tritacarne, lo sapevo e ne ho la conferma”. E’ quanto afferma in una intervista a Repubblica il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta che, a Il Fatto, torna a negare di aver mai ascoltato da Tutino le infamie contro Lucia Borsellino, chiede di “indagare piuttosto sull’autore. Chi ha scritto quelle cose?” e afferma che si tratta di “un giornalista licenziato da me” che, aggiunge l’intervistatore, è stato membro dell’ufficio stampa della Regione siciliana. “Io non ho mai sentito questa frase di Tutino – spiega Crocetta a ‘Repubblica’ – Non ricordo assolutamente nulla del genere. Forse in quel momento non prendeva bene il telefono, ma io no so di cosa si stia parlando. Non escludo che lui l’abbia detta, aveva un rapporto molto conflittuale con la Borsellino, ma di questa storia io non so nulla. Se avessi sentito quella frase non so… avrei provato a raggiungere Tutino per massacrarlo di botte, forse avrei chiamato subito i magistrati. Non so, sono sconvolto. Provo un orrore profondo. Spero che la Procura accerti i fatti”. Alla domanda se abbia chiamato Lucia Borsellino, Crocetta replica: “No, ma perché la devo chiamare? Io l’ho sempre difesa quando è stata al mio fianco in giunta e sempre la difenderò. Tutino era il mio medico ed un mio amico, se ha sbagliato pagherà. Ma io non c’entro nulla”. Sugli attacchi ricevuti dal Pd, il governatore afferma: “Ora non mi interessano i giochi della politica. Tanti vogliono le mie dimissioni ma io non sono attaccato alla poltrona”. Delle dimissioni Crocetta parla anche con ‘Il Fatto’. “Volevano ammazzarmi, cucinarmi addosso il cappotto dell’indegno. Liquidarmi politicamente. Forse ci sono riusciti – dice – Il motivo? La mafia. Le mie caratteristiche, benchè venga sistematicamente spernacchiato, danno fastidio. Un antimafioso come me è geneticamente fuori dall’ordine costituito”. Quanto all’intercettazione della telefonata con Tutino, per Crocetta è ‘falsa, falsissima, inesistente. E’ una turlupinatura”. “Vogliono le mie dimissioni – aggiunge – Vogliono uccidermi. Posso dare le dimissioni anche lunedì. L’unica cosa insopportabile per me è il fango con il quale mi stanno sporcando. L’antimafia è la mia identità, come è possibile che si possa ritenere un dato acquisito, normale, plausibile, l’ascolto impassibile, anzi connivente, da parte mia di una frase di quel tipo contro Lucia Borsellino?”.

Poi all’Ansa: “Il mio silenzio è totale. Il silenzio del mio dolore infinito”. Così il presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta, dopo le polemiche scatenate dalla presunta intercettazione con il medico Matteo Tutino pubblicata da L’Espresso e smentita dalla Procura di Palermo.

Intanto, da l’Espresso continuano a confermare l’esistenza della telefonata. “Non c’è solo l’inchiesta nell’ambito della quale il medico Matteo Tutino è stato arrestato. Ci sono altri filoni di indagine, altri documenti”. Lo afferma alla Stampa, Luigi Vicinanza, direttore del settimanale, che spiega così la smentita della Procura di Palermo, secondo la quale agli atti “non risulta trascritta alcuna telefonata” con parole di quel tenore contro Lucia Borsellino. “Il dialogo esiste – afferma Vicinanza – ma non fa parte degli atti pubblici, quelli a disposizione delle parti coinvolte. Pertanto ribadiamo quanto pubblicato nel giornale in edicola”. Alla domanda se questa telefonata sia stata ascoltata, il direttore replica: “Sì. E’ una chiamata che risale al 2013. Posso confermare che l’audio è sporco, ci sono alcune interferenze. I due parlano con grande confidenza, a tratti in siciliano”. Il giornale non è in possesso dell’audio: “Il nostro cronista – spiega – l’ha ascoltato. Poi ha potuto ricopiare la trascrizione”. “La conversazione – spiega ancora – fa parte dei fascicoli secretati di uno dei tre filoni di indagine in corso sull’ospedale Villa Sofia di Palermo. Stiamo parlando di oltre 10mila pagine”.

*Aggiornamento ore 14.07
“Ribadisco quanto contenuto nel comunicato stampa di ieri, 16 luglio. L’intercettazione tra il dottor Tutino e il presidente Crocetta, di cui riferisce la stampa, non è agli atti di alcun procedimento di questo ufficio e neanche tra quelle registrate dal Nas”. Lo dice il procuratore di Palermo Francesco Lo Voi.

Aggiornamento ore 15.10

La Procura di Palermo starebbe valutando l’ipotesi di aprire un’inchiesta sulla vicenda relativa alla pubblicazione dell’intercettazione di una conversazione tra il medico Matteo Tutino e il governatore siciliano Rosario Crocetta. Secondo il settimanale L’Espresso, che ha riportato la notizia – smentita dalla Procura, ma confermata dal settimanale – Tutino avrebbe detto al presidente della Regione che l’ex assessore alla Sanità Lucia Borsellino avrebbe dovuto fare la fine del padre (il magistrato ucciso dalla mafia ndr).


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