Crollo del viadotto Scorciavacche: prescrizione inevitabile

Viadotto Scorciavacche: un pantano, prescrizione inevitabile

Commenti

    Uno che paga sicuramente c’è: è l’utenza che giorno per giondo deve combattere con limiti, divieti, salti di corsia ecc.. mentre dirigenti pubblici, politici e professionisti si godono la bella vita e gli alti stipendi che noi cittadini gli garantiamo. E poi questa letezza della giustizia sotto sotto fa comodo a tutti questi signori.

    magari un giorno anche voi vi accorgerete di scrivere inesattezza … il VIADOTTO non è mai crollato , è ancora bello e tutto intero all’ inpiedi .

    c’è stato solo uno smottamento del terrapieno .

    la cosa grave di questa vicenda è questi tempi biblici della “giustizia” hanno distrutto l’azienda che aveva realizzato il lavoro .

    Se dovevano processare il poverello per aver costruito una cuccia nel giardino della propria casa, il processo già sarebbe al terzo giudizio e la persona condannata.

    Questi casi sono soltanto scocciature, non si fa carriera, meglio un pentito e prime pagine sui giornali. Povera Italia

    Se è vero che “la legge è uguale per tutti” è pur vero che non lo è la “giustizia”.

    Perchè dobbiamo ancora credere nella Magistratura?

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bisogna capire se la bambina si trovava in un luogo pubblico comunale e non in un area privata perchè un cane non può essere lasciato solo senza osservazione in un luogo pubblico. ancora purtroppo qualcuno è convinto che oltre il portone di casa propria sia sua proprietà

In effetti sembra che i colpevolisti non vogliano conoscere la verità ma solo affermare che i ragazzi sono colpevoli per principio, a prescindere. E che invece le ragazze sono innocenti per principio, a prescindere. È un modo folle di intendere la parità uomo donna, perché presuppone il contrario di quel che il femminismo ha sempre giustamente affermato e cioè che uomini e donne non devono e non possono essere trattati in modo diverso, ma hanno uguali diritti e doveri. Al giudice deve interessare la verità, non l'articolo morboso del cronista del locale quotidiano che per fare colpo sembra che parli di mostri e demoni.

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