De Micheli: "La destra spacca il Paese, il Pd riparta dal Sud" - Live Sicilia

De Micheli: “La destra spacca il Paese, il Pd riparta dal Sud”

La candidata alla segreteria del partito traccia la rotta.
L'INTERVISTA
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3 min di lettura

GELA – “Non siamo riusciti a rappresentare i bisogni delle persone come avremmo dovuto, il calo di elettori ed iscritti ne è la prova”. Paola De Micheli, candidata alla segreteria nazionale del Pd, parte da un mea culpa e spiega le ragioni della sua scelta. L’ex Ministra dei Trasporti traccia la rotta da seguire per dare uno slancio al Pd. A partire dalla questione meridionale, tema affrontato ieri a Gela, prima tappa siciliana del suo tour elettorale. 

De Micheli, perché ha deciso di correre per la segreteria del Pd?

Mi sono candidata perché penso che il Partito democratico debba ritrovarsi, ripartendo dai nostri valori. Credo di avere idee molto profonde e radicali, conosco la nostra comunità da Palermo a Bolzano e sono convinta che ci sia l’esigenza di una leadership femminile e militante, che porti un cambiamento concreto e autentico, non solo a parole. Le mie posizioni credo siano le più coerenti con la missione storica del Pd, a partire da una maggiore attenzione alle questioni sociali per migliorare, concretamente, la vita delle persone. E’ una candidatura che si fonda anche sulla mia storia personale e sul mio stretto rapporto con le persone e il partito locale.

Che cosa avete sbagliato finora? Basterà un nuovo segretario o una nuova segretaria per rilanciare il partito?

Non siamo riusciti a rappresentare i bisogni delle persone come avremmo dovuto, il calo di elettori ed iscritti ne è la prova. E’ necessario rimettere al centro le persone, a partire dagli iscritti che negli ultimi anni non hanno avuto voce in capitolo su nulla. Devono tornare a decidere. E’ finita l’epoca di una classe dirigente dall’approccio oligarchico, dove a prendere le decisioni  sono sempre gli stessi quattro o cinque. Non possiamo più permetterci di essere il partito dell’un po’ e un po’, il tempo del partito di sistema si è concluso.

Non crede che il voto online avrebbe stimolato la partecipazione? Non rischiate di dare un’immagine di un partito avvitato su stesso?

Non ho nulla in contrario ad ampliare le forme della partecipazione anche con strumenti digitali, ma deve essere frutto di un percorso chiaro, trasparente e condiviso dagli iscritti. Non si possono stravolgere le regole a poco meno di un mese dal voto, correndo il rischio di modificare la natura stessa del Partito democratico.

Non le pare che si stia parlando poco di Mezzogiorno? La questione meridionale le sembra superata?

Il Mezzogiorno è vitale per lo sviluppo del paese. Lo penso e, concretamente, da Ministra delle Infrastrutture ho investito ogni energia per superare il gap infrastrutturale tra Nord e Sud. Credo anche che il Sud debba ricoprire un ruolo da protagonista nel Mediterraneo. L’Italia può riappropriarsi di un ruolo egemone in una delle aree più ricche del mondo solo investendo a tutto campo e concretamente sul meridione. L’autonomia differenziata votata ieri dal governo Meloni aumenterà ulteriormente le disuguaglianze già enormi nella sanità. Sono fermamente contraria a qualunque tipo di autonomia fino a quando tutti gli italiani non avranno garantiti gli stessi diritti e servizi sanitari. 

Nodo alleanze. Il Pd che immagina è autosufficiente o guarda ad altri partiti? Quali e sulla base di quali temi?

Va prima di tutto invertita la prospettiva: il Partito democratico deve ritornare egemone, perno centrale del centrosinistra. Solo allora si potrà ragionare su eventuali alleanze per il futuro, senza nessuna subalternità alle altre forze politiche.


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