Dopo le accuse di mafia e corruzione Nicastri patteggia per bancarotta - Live Sicilia

Dopo le accuse di mafia e corruzione Nicastri patteggia per bancarotta

Spariti 40 mila euro da una società dichiarata fallita con un buco da 3,9 milioni

PALERMO – Arriva la terza condanna per Vito Nicastri. Dopo il patteggiamento a due anni e dieci mesi per corruzione, i 9 anni che gli sono stati inflitti in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa, il re dell’eolico ha patteggiato due anni e sette mesi per bancarotta fraudolenta.

La sentenza del giudice per l’udienza preliminare Walter Turturici è stata emessa lo scorso 15 dicembre. Il procuratore aggiunto Sergio Demontis e il sostituto Andrea Fusco hanno dato parere favorevole all’applicazione della pena.

La bancarotta è quella della Eolica Service Palermo, dichiarata fallita dal Tribunale di Palermo a causa di un buco di bilancio da 3.9 milioni di euro. Secondo l’accusa, Nicastri e altri due imputati giudicati separatamente – Francesco Nuccio e Alberto Adamo – avrebbero distratto 40 mila euro dalla società di cui Nicastri era amministratore di fatto per evitare che i soldi finissero ai creditori rimasti con un pugno di mosce in mano.

La Eolica Service Palermo era una delle tante società della galassia di Nicastri, divenuto negli anni l’uomo d’oro delle energie alternative, salvo poi venire a galla che la sua fortuna era dovuta all’appoggio di Cosa Nostra.

Negli anni scorsi gli è stato confiscato un patrimonio enorme. Poi sono arrivati i nuovi guai giudiziari, dalle accuse di mafia al giro di tangenti che Nicastri ha ammesso di avere pagato a dei funzionari regionali per avere il via libera ai suoi progetti.


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