Lo Sperone chiama Palermo con la voce dei suoi giovani, ma anche con la rabbia di qualche residente che è sceso fin davanti alla porta di casa per raccontare l’inferno quotidiano. Ieri, ‘Luci allo Sperone’ ci ha provato a raccontare il quartiere, partendo dalla buona volontà e dall’impegno (VIDEO). Abbiamo ancora gli occhi pieni dei baby pusher, dello spaccio quotidiano e notturno. E anche se queste scene non le vediamo, si riproducono, come ha urlato qualcuno tra i palermitani residenti e dimenticati, irrompendo nel corso della passeggiata organizzata, e manifestando tutto il suo dolore per le condizioni in cui si è costretti a vivere. Ma la luce della città, sia pure intermittente, è un segno di attenzione che, certo, va seguito dai fatti. Ed è stato importante vedere le ragazze e i ragazzi dell’istituto comprensivo ‘Sperone-Pertini’ mentre calpestavano le strade dello spaccio, come si scaccia un incubo per dire: questa notte, quest’alba, questi giorni, sono ancora nostri. Tutte immagini e parole riprese fedelmente dalla nostra Lisa Sanfilippo.
IL VIDEO DELLA PASSEGGIATA
IL GRIDO DEL PARROCO
Eppure, dobbiamo ascoltarle le parole di don Ugo Di Marzo, parroco della zona a LiveSicilia.it:, dopo l’intervento (VIDEO) “Oggi nel quartiere abbiamo assistito all’ennesima passerella inutile che magari sarà servita per promozione di alcune persone e non va bene. Non abbiamo stabilito niente, non abbiamo risolto niente. Come quando è arrivata la commissione Antimafia a inizio mese, un’iniziativa sotto i riflettori, ma improduttiva. Io sono un prete, non ho problemi a parlare chiaro: quella di oggi è stata un’offesa al quartiere, se non ci saranno novità concrete. Non è vero che allo Sperone non ci sono istituzioni, ci sono ma hanno poche risorse. Queste affermazioni mi provocano molta rabbia”. Parole quasi in fotocopia rispetto alle frasi pronunciate in mattinata. Ed è un grido sincero che non può essere messo in un angolo, soffocato nel ripostiglio delle cose scomode. Don Ugo lavora sul territorio. Come lavora sul territorio la professoressa Antonella Di Bartolo, preside dell’istituto comprensivo ‘Sperone-Pertini’ che sta tentando di costruire il senso che i suoi giovani alunni meritano. Mentre il padre gesuita Gianni Notari, anche lui presente, è un intellettuale profondamente innamorato dell’umanità, capace di offrire chiavi di lettura preziose.
LE DIVISIONI DEI BUONI
E’ una storia vecchia a Palermo. Per un motivo o per un altro, per ragioni diverse e spesso incomprensibili, i buoni marciano divisi e non colpiscono uniti. Possono esserci motivazioni concrete e oneste: il prodotto comunque non cambia. Infatti, scorgiamo gli argomenti non campati in aria di un rimbrotto spontaneo nelle parole di don Ugo, rivolto non a tutti, ma ai ‘cittadini’ che vengono, ogni tanto, in periferia, per una gita della solidarietà, con il caschetto coloniale delle migliori intenzioni. Per, successivamente, dimenticarsi dello Sperone, dello Zen, etc etc… E siamo altrettanto sicuri della spinta entusiasta e convinta che gli organizzatori hanno voluto imprimere a un sabato palermitano. Poi, sotto elezioni è impossibile evitare che i candidandi in cerca di consensi si mescolino ai disinteressati. Per concludere con un pulviscolo di speranza rimandiamo alla foto che campeggia in apertura scattata da quel cronista accurato della vita di una comunità che è Gaspare Semprevivo con la sua officina fotografica di Facebook costantemente aperta. La scegliamo perché è bella e significativa. Un prato verde e persone che camminano insieme. Sarà mai così, Palermo?