"Emergenza abitativa, il sindaco| individui subito un assessore" - Live Sicilia

“Emergenza abitativa, il sindaco| individui subito un assessore”

Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta del gruppo consiliare Idv indirizzata al sindaco sull'emergenza abitativa.

la lettera di idv
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PALERMO – Il gruppo consiliare di Idv al consiglio comunale di Palermo, formato dai consiglieri Filippo Occhipinti e Paolo Caracausi, ha scritto una lettera aperta (che riportiamo integralmente di seguito) al sindaco Leoluca Orlando sull’emergenza abitativa: “L’emergenza abitativa ha ormai da tempo raggiunto livelli non più tollerabili da una città civile, l’ultima assegnazione di un alloggio risale a oltre due anni fa. Le cause sono diverse. Non vogliamo, però, pensare che tra queste ci sia incapacità o, peggio, insensibilità ad affrontare un così grave problema sociale. Una emergenza che deve coinvolgere tutti senza bandiere o difese di parte. Non possiamo più stare a guardare. Il Comune ha il dovere di affrontare e risolvere il problema. La soluzione è li a portata di mano, è necessario che l’Amministrazione Comunale rilevi, e metta a disposizione, gli innumerevoli alloggi che l’Agenzia dei Beni Confiscati periodicamente mette a disposizione. Signor sindaco, le famiglie coinvolte sono in attesa da molti anni e sono sull’orlo della disperazione, che in alcuni casi è stato abbondantemente oltrepassata. Per questo ragione diventano sempre più frequenti le occupazioni di immobili vuoti. Il problema è risolvibile, molto rapidamente, e a costo zero per le casse del Comune con una visione unitaria degli attori coinvolti. L’Agenzia Nazionale dei beni confiscati, da noi interessata, ha più volte ribadito che è il Comune che non vuole assegnati i beni che gli vengono offerti. Il motivo? Perché il Comune li pretende vuoti, mentre sono occupati. Ma questi occupanti non possono essere considerati come occupanti abusivi, cioè chi per disperazione rompe la porta e si impadronisce di un immobile. Un atto sì da condannare, ma sicuramente dettato dalla disperazione e dalla inerzia di un Comune che ha il dovere di trovare le soluzioni. Ma pretendere vuoti i beni confiscati è un doppio grossolano errore. Infatti questi alloggi sono “occupati” da normalissime famiglie che a Palermo sono ben oltre 500. Fino ad ieri queste famiglie erano considerate come regolari affittuari; ma oggi, a causa di una discutibile applicazione della legge 159/2001, vengono considerate occupanti e per questo stanno subendo una procedura di sfratto che toglie loro serenità e determina una altra emergenza sociale sulla casa. Questo è il primo errore. Il secondo errore, invece, riguarda la perdita del consistente flusso di entrata che deriva dal regolare affitto che queste famiglie hanno fin qui corrisposto, anche come indennità di occupazione. Perdere questa fonte di entrata mette a rischio la possibilità di risolvere il problema delle emergenza abitativa e la regolare manutenzione di tutto il patrimonio comunale. Infatti queste nuove entrate per le casse comunali dovrebbero essere utilizzate per la manutenzione straordinaria e come fonte per ripagare un mutuo che il Comune dovrebbe contrarre per potere ristrutturare gli alloggi comunali da destinare alla emergenza abitativa ad oggi non utilizzabili perché in pessime condizioni. A Palermo diverse sono le società immobiliari che sono state oggetto di confisca alla mafia e che possiedono un cospicuo patrimonio immobiliare. Da questo ricavano un flusso di entrate annua che è di svariati milioni di euro. Signor Sindaco, si attivi immediatamente per avere assegnati i beni di queste società immobiliari, la più grande incassa oltre sei milioni di euro anno, affinché il ricavo venga utilizzato per ristrutturare gli alloggi già di proprietà del Comune da destinare alla emergenza abitativa Signor Sindaco, non dimentichi però i dipendenti di queste società: sono 37 padri e madri di famiglia che vivono di questo reddito. Non possono essere lasciati senza un lavoro. Si può, ad esempio, pensare ad una cooperativa dei lavoratori che gestisca per conto del Comune il cospicuo patrimonio immobiliare. Infine è arrivato il tempo, mai come in questo caso scaduto, di individuare un unico soggetto che si occupi dell’emergenza abitativa, del patrimonio comunale collegato e della sua necessaria ristrutturazione. Un soggetto delegato solo per questa emergenza e che non sia distratto da altri incarichi: un assessore per l’emergenza abitativa. Il problema non può più aspettare. La soluzione va trovata nel più breve tempo possibile”.


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