Emozioni represse: tenersi tutto dentro fa star male

Emozioni represse: tenersi tutto dentro fa star male

Cosa accade quando i sentimento non espressi si accumulano dentro?
IL PARERE DELLA PSICOLOGA
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5 min di lettura

“Le emozioni inespresse non moriranno mai. Sono sepolte vive e usciranno più avanti in un modo peggiore” (S. Freud)

Questa metafora descrive ciò che accade quando le emozioni non espresse si accumulano dentro, finendo per avere un’influenza negativa su mente e corpo.

Esse infatti non scompaiono, e sono pronte a riemergere sotto forma di malessere sia psicologico che somatico.

Gli effetti sul corpo e la psicosomatica

Il corpo è il primo a risentire delle emozioni represse. Quando non si esprime ció che si prova, su di esso proliferano i segni di ciò che rimane impronunciato, ma che non per questo smette di parlare.

Il sintomo psicosomatico si fa indice proprio di questa assenza di parola. Ed il corpo diventa lo strumento a cui “delegare” l’espressione del proprio disagio emotivo ed affettivo, in un’ottica di stretta connessione tra somatico e mentale.

I disturbi psicosomatici si possono presentare a carico di tutti gli organi e apparati del corpo umano: apparato gastrointestinale, cardiocircolatorio, respiratorio, sistema cutaneo, muscolo-scheletrico…

Una volta accertato che tali problematiche non derivano da una causa organica e da una condizione medica generale, bisogna affrontare la situazione a livello psicologico. Con un lavoro che miri a poter dare parola alle emozioni inespresse che si sono localizzate a livello corporeo.

Gli effetti psicologici

Non esprimere le proprie emozioni porta ad un accumulo di tensione emotiva che influisce sull’equilibrio mentale e può sfociare in ansia. Nel momento in cui la costante pressione delle emozioni nascoste può alimentare stati di allerta o preoccupazione cronica;

stress, in quanto la repressione crea una tensione interna che può sfociare in esaurimento emotivo e creare dei blocchi anche a livello fisico;

apatia, perché non avere contatto con le proprie emozioni può portare ad un senso di vuoto o indifferenza verso la realtà circostante, che in alcuni casi può sfociare in veri e propri stati depressivi;

irritabilità e scatti d’ira, in quanto le emozioni trattenute possono manifestarsi in modo esplosivo quando non si riesce più a contenerle.

È stato inoltre dimostrato che la repressione emotiva può portare a “meccanismi di compensazione” quali consumo eccessivo di cibo e abuso di sostanze.

L’impatto sulle relazioni

Le emozioni represse non solo influenzano la salute fisica ed il benessere psicologico, ma possono anche compromettere i rapporti con gli altri per via di una serie di motivi tra cui rientrano certe difficoltà a livello comunicativo, in quanto non essendo capaci di riconoscere le proprie emozioni, diventa difficile esprimerle in modo sano agli altri;

inoltre il distacco emotivo che consegue alla repressione di certe emozione allontana dalle persone care e fa sentire meno connessi agli altri, contribuendo anche a stati di isolamento piú o meno importanti.

“Tenere dentro” fa star male

Nonostante tutte queste conseguenze negative l’essere umano ha spesso tendenza a trattenere, a trattenersi.. a tenersi tutto dentro e soffrire in silenzio: si trattengono certe parole, le lacrime ed i pianti, gli urli, la rabbia, il rancore, le emozioni che si reputano negative.

Questo può accadere per diversi motivi: ad esempio per una questione educativa e culturale, in quanto In alcune famiglie o contesti esprimere emozioni negative viene visto come un segno di debolezza, o come qualcosa di sconveniente e/o inaccettabile; si può essere dunque portati a reprimere ciò che si prova per conformarsi alle aspettative sociali e non essere giudicati per essersi discostati da certe norme comportamentali, condivise anche in maniera tacita.

Anche la paura di perdere il controllo è tra i motivi che portano a reprimere le emozioni forti, come rabbia, rancore, dolore, profonda tristezza, la cui espressione può dare la sensazione di essere vulnerabili o di non riuscire più a gestire le situazioni legate a quei particolari stati d’animo.

Esperienze traumatiche passate, che hanno fatto sperimentare rifiuti, incomprensioni o mancanza di supporto quando si è cercato di esprimersi, portano a sviluppare una difesa emotiva per evitare di soffrire di nuovo.

Anche la volontà di proteggere gli altri rientra tra le cause della mancata espressione delle proprie emozioni, soprattutto quelle negative; diversi soggetti si trattengono per non “pesare” sugli altri o per non farli preoccupare, e questo atteggiamento è comune in chi si sente responsabile del benessere altrui.

Come liberare le emozioni represse

Riuscire ad esprimere le proprie emozioni è un processo che richiede consapevolezza ed impegno, ma i cui benefici sia a livello fisico che psicologico sono evidenti.

Inoltre il tutto influirà anche sulle relazioni, che diventeranno sicuramente più autentiche ed appaganti. 

Bisognerà sicuramente partire dal “riconoscere” ciò che si prova e trovare modi sani per “esprimerlo”.

Provare emozioni è normale e umano, ed accettare “tutte” le proprie emozioni è il primo passo per gestirle in modo sano. Anche le emozioni negative hanno infatti diritto ad essere espresse secondo le modalità piú funzionali ed idonee.

Le emozioni, anche quelle difficili, non sono un ostacolo da evitare, quanto piuttosto una parte fondamentale della propria esperienza di vita. 

Cominciare a parlarne con persone fidate e in un ambiente sicuro per esprimersi, può aiutare a sentirsi compresi senza paura del giudizio. 

Condividere con altri le proprie emozioni contribuisce a sentirsi meno soli e permette di rielaborare i propri sentimenti in un dialogo aperto. 

Un terapeuta, in particolare, può supportare in questo processo di riconoscimento ed espressione emotiva.

Lo step intermedio, quando ancora non ci si sente di condividere le proprie emozioni con qualcuno, potrebbe essere quello di scrivere un diario emotivo, mettendo su carta ciò che si prova; quest’operazione aiuta a dare ordine ai pensieri e a prendere confidenza col proprio sentire. Si ha la possibilità di identificare i sentimenti nascosti e comprenderli meglio in un luogo privato.

Saper riconoscere le proprie emozioni, ascoltarle “tutte” e dar loro la giusta attenzione,  accettarle e liberarle esprimendole nel giusto modo è un gesto di cura verso sè stessi, che  permette di vivere con maggiore equilibrio e autenticità.

Se in questo processo si riconosce di aver bisogno di supporto, non bisogna esitare a cercare aiuto: il percorso verso una maggiore consapevolezza emotiva inizia sempre da una scelta coraggiosa e consapevole.

[La dott.ssa Pamela Cantarella è una Psicologa Clinica iscritta all’Ordine Regione Sicilia (n.11259-A), in formazione presso Scuola di Psicoterapia ad orientamento Sistemico-Relazionale]


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