Femminicidi, la scia di morte che ha insanguinato Catania - Live Sicilia

Femminicidi, la scia di morte che ha insanguinato Catania

I nomi e le storie. I volti e il dolore.

Catania. Sono cinque i femminicidi avvenuti nell’ultimo anno o poco più. Un numero che fa male. Che pone interrogativi. E tanto dolore. Quello di chi resta (la testimonianza di Vera e Simona, in tal senso, merita di essere raccontata più e più volte). E quello di chi non c’è più, ovviamente. Perché, prima di arrivare al momento tragico dell’uccisione, ogni vittima ha subito l’angoscia dell’ossessione di chi era incastrato in un sentimento malato che non lascia spazio alla vita. È ancora lontano il giorno in cui il venticinque novembre non sarà l’occasione per leggere un lungo martirologio. Intanto però dobbiamo ricordarci i nomi e le storie di chi è annegata in un mare di follia. 

Valentina Giunta.

Valentina Giunta è stata uccisa, la scorsa estate, addirittura dal figlio minorenne. Una vicenda agghiacciante, consumata in pieno centro a Catania, a San Cristoforo. Nella via dove è nato, cresciuto e ha comandato Nitto Santapaola. Lì dove molti sapevano che prima o poi la tragedia sarebbe avvenuta. Ma in tanti hanno preferito tacere. Forse in nome di valori che hanno poco a che fare con l’onore. 

Prima settimana dello scorso luglio. Deborah Pagano è uccisa dal marito, Leonardo Fresta. Il corpo è stato ritrovato due giorni dopo l’assassinio nella casa di Macchia di Giarre. 

Altre morti sono avvenute in strada, pubblicamente. Delle vere e proprie esecuzioni. Vanessa Zappalà, di Trecastagni, era una ragazza semplice. Una lavoratrice. Il suo dramma è stato quello di aver voluto bene a un uomo che non sapeva distinguere l’amore dall’ossessione. La notte del 22 agosto 2021 le ha sparato più volte mentre era in compagnia di amici sul lungomare di Aci Trezza. Una scena disumana. Il giorno dopo, il corpo dell’assassino è stato trovano impiccato in un casolare a Pedara. 

Si è suicidato anche Sebastiano Spampinato. Il trentenne che ha ucciso Giovanna ‘Jenni’ Cantarero tra le strade di Lineri, frazione popolosa di Misterbianco. Era il 10 dicembre 2021. Un omicidio alla fine del turno di lavoro, con una dinamica che rievocava ben altri fatti criminali. Dietro tutto, invece, c’era un sentimento malato, distruttivo. Oscuro.

La differenza con chi si toglie la vita è che chi resta dovrà essere giudicatoL’8 settembre 2021, a Bronte, Filippo Asero ha ucciso la moglie Ada Rotini con quaranta coltellate. Un matrimonio naufragato velocemente. E una vita spezzata altrettanto in fretta, sotto la furia ceca di chi aveva probabilmente già premeditato quel finale che nessuno è riuscito a impedire. Intanto, per lui, è iniziato il processo.

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